IL TRIDENTE E LA TERZA VIA
 
 

Vorrei condividere con voi una mia piccola riflessione sul Tridente, volgarmente definito "il forcone del diavolo". Come saprete il simbolo utilizzato per identificare la separazione fra Sentiero di Mano Destra e Sentiero di Mano Sinistra è un emblema biforcuto, la Furca Pythagorica, graficamente rappresentato come una Y per indicare appunto il bivio iniziatico. Il Satanismo genuino, invece, essendo una Via Misterica volta alla Completezza, sperimenta entrambi gli opposti per poi però integrarli, trascendendo dunque il concetto stesso di scelta dicotomica e giungendo così nel Mundus oltre il duale. Pertanto potremmo dire che Satana, nella sua forma più pura e libera da condizionamenti morali tipici del dualismo, diventa a tutti gli effetti la Terza Via. E quella terza strada, pregna egualmente di Tenebra e Luce, ben si addice alla linea centrale del Tridente, degna evoluzione della Y pitagorica.
 
Non a casa infatti il Tridente è simbolo di Kali e di Shiva, che come Satana rappresentano il Grande Iniziatore e che incarnano niente meno che l'essenza androgina oltre il duale, Divinità della Natura Primordiale che con fierezza tiene fra le mani il suo scettro di potere, il Trishul, appunto un Tridente. Stessa cosa avviene con Poseidone, Signore delle Acque e degli Abissi, un chiaro richiamo agli oceani oscuri della psiche che ogni Iniziato deve attraversare. E non è forse emblema della psicologia la 23esima lettera greca PSI, raffigurata niente meno che come un tridente? La psicologia che appunto studia la psiche, psiche che significa anima, il soffio vitale dell'esistenza. Lo stesso simbolo astrologico di Nettuno è sempre un Tridente e in astrologia Nettuno incarna gli aspetti profondi della psiche umana, le maree interiori e collettive che smuovono le dinamiche esistenziali. Un noto simbolo islandese che presenta il Tridente è il Vegvisir, detto anche compasso runico (o bussola runica). Particolare è il significato stesso del termine Vegvisir che, etimologicamente, deriva da "Vegur", strada, sentiero, e "Visir", la guida. In pratica questo talismano era tracciato per "trovare la giusta via", per "non perdere la rotta". Sarà forse appunto la Terza Via del Dio, volta all'Oltre-Duale proprio attraverso il passaggio nel Duale?
 
Altro simbolo nordico che richiama il Tridente è la runa Algiz, simbolo di protezione, ed esistono difatti rituali di bando dove il Praticante si circonda di rune Algiz rosse per scacciare energie ed entità ostili. Allo stesso modo in Oriente si usano piccoli tridenti stilizzati negli Yantra di protezione, mettendo per esempio al centro del glifo il nome della persona da proteggere e attorno i Tridenti con le punte rivolte all'esterno. Ma tornando ad Algiz occorre ricordare che oltre che protettiva è anche una runa d'illuminazione. Mi verrebbe infatti da pensare che la stessa la Dea Madre (Signora indiscussa dei Culti Misterici) viene spesso raffigurata con le braccia verso l'alto che, (sommate al capo), formano una Algiz, un Tridente. Lo stesso Cristo è spesso rappresentato sulla Croce in modo simile e anche lui, da un punto di vista gnostico, può rappresentare l'Ascensione ottenuta attraverso la morte iniziatica. Idem si potrebbe pensare di Odino, il quale viene appeso all'Albero della Vita, un aneddoto che io personalmente ho sempre associato alla Discesa nella Carne, la nascita terrena, (casualmente dura infatti 9 giorni, così come la Discesa di Demetra... Forse equivalente dei 9 mesi di Gestazione?) La partecipazione del Dio ad un mondo duale e terreno rappresentato appunto dalla Y pitagorica e che, in seguito al sacrificio personale, conduce nuovamente all'Ascensione, alla sacra rinascita, ossia la Terza Via del Tridente.
 
Ultimo spunto relativo a questo ragionamento inerente alle braccia è sul dio norreno Tyr, equivalente del Marte Romano. Tyr era il dio della guerra, noto a tutti per il suo grande sacrificio che lo portò a perdere il braccio destro durante lo scontro con il pericolo lupo Fenrir. Il sacrificio in questione è particolare, giacchè Tyr alla fine rischia consapevolmente di perdere il suo braccio pur di proteggere gli altri Dei. Il fatto poi che perda il braccio destro, mi fa molto pensare, perché simbolicamente potrebbe rappresentare proprio la parte luminosa dell'anima, il lato solare che il Guerriero è spesso costretto a sacrificare per proteggere gli altri. In questo modo la tenebra, l'aspetto sinistro e sanguinario del Guerriero, non assume più un'accezione negativa, bensì diventa un elemento indispensabile per esercitare la sua funzione eroica e salvifica. Tyr è infatti un dio della guerra, ma è anche il patrono della Giustizia. Ecco dunque che in tale frangente la stessa violenza non è più fine a se stessa, ma diviene un mezzo con cui tutelare l'ordine naturale, così la tenebra diviene custode della luce e la stessa morte sostegno della vita. In ogni caso il Tridente è un simbolo antico di forza e potere spirituale, uno scudo con cui proteggere, una chiave per aprire le porte dell'illuminazione ed accedere al segreto iniziatico dell'immortalità. Una mappa definitiva per ritrovare noi stessi, la nostra origine, la nostra meta.
 
 
 
Jennifer Crepuscolo 
Anno MMXIX
 
 
 
 
 
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