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L’ANNO ZERO DELL’ERA VULGARIS

 

 

Questo fatto dell'Anno Zero è stato uno dei chiodi fissi del mio primo periodo sul Sentiero. Lanciavo in rete ricerche come 'anno zero vale per tutti?' oppure 'calendario gregoriano in tutto il mondo' sperando di trovare una spiegazione razionale che contrastasse la sempiterna convinzione dei cristiani 'che tutto il mondo conta il tempo così perché è fondamentale ed è soprannaturale'. Sia chiaro, io c'ero arrivata che non era soprannaturale la ragione per cui tutti quanti bene o male oggi calcolano il tempo così, e che doveva esserci qualche ragione banale e prosaica a spiegare questa faccenda, però volevo trovarlo scritto nero su bianco, se non altro per tappare la bocca a tutti quelli che continuavano a considerarla una sorta di 'prova a sostegno'. Poi a forza di cercare ho scoperto che bastava cercare meglio, inserendo chiavi più precise, come ad esempio 'ab urbe condita'. Ab urbe condita pare che non c'entri nulla ma invece mi ha aperto un mondo, e da lì ho avuto agio di muovermi e spostarmi a mio piacere tra date e nozioni, fino a sbrogliare questa semplicissima (banale, e prosaica) matassa. Partiamo dunque da qui: Ab Urbe Condita significa letteralmente 'dalla città fondata', e si riferisce alla fondazione dell'Antica Roma. Verso la fine del periodo repubblicano (precisamente 46 anni prima del presunto anno zero), sotto Gaio Giulio Cesare, un tale Marco Terenzio Varrone  calcolò la data della fondazione dell'Urbe stimando un anno preciso per l'inizio della Repubblica (oggi collocato nel 509 a.C.) e andando poi indietro di 35 anni per ognuno dei sette Re di Roma. Fu così che il Natale di Roma fu fissato nel 21 Aprile dell'anno oggi denominato 753 a.C. Esistono anche altri calcoli effettuati da altri eruditi del tempo con la finalità di stabilire esattamente quando fosse stata fondata l'Urbe, ma tra tutti fu il calcolo di Varrone ad essere approvato e convalidato. Per il conteggio dei mesi e delle stagioni, Giulio Cesare si affidò ai calcoli dell'Astronomo Sosigene di Alessandria, che ad onor del vero erano davvero avanzati e accurati per l'epoca: infatti fu Sosigene il primo a rendersi conto della necessità di introdurre anni bisestili per evitare sfasamenti tra l'inizio delle stagioni e l'avvicendarsi nominale dei mesi, con un'approssimazione che oggi possiamo quantificare in soli undici minuti per anno. Nel primo anno in cui entrò in vigore il Calendario Giuliano, allo scopo di correggere lo scarto che si era andato accumulando nei secoli precedenti, furono aggiunti più di sessanta giorni, e l'anno successivo fu subito bisestile.

Da quel momento in poi e per i successivi milleseicentoventisette anni, restò in vigore il Calendario Giuliano, anche se il parametro anno zero non restò fissato ab urbe condita per così tanto tempo: sappiamo ormai fin troppo bene di come andò a finire tutta la storia dell'Impero Romano, dell'Editto di Tessalonica e dell'inizio del periodo che oggi è denominato Medioevo, con tutto quello che ha comportato dal quarto e quinto secolo in poi in termini di divieti, imposizioni e repressioni atte a consolidare il potere dell'istituzione chiesa, per cui era logico che presto o tardi anche l'inizio convenzionale del tempo non restasse fissato sui Natali di Roma, ma che venisse arbitrariamente spostato su un altro natale. Difatti, nel sesto secolo, precisamente nell'anno oggi denominato 525, un certo Bonifacio, che era capo dei notai pontifici, si ritrovò a dover risolvere un problema legato alla datazione della pasqua, che essendo per tradizione legata alla luna, si sfasava rispetto all'anno solare; a tal proposito Bonifacio richiese l'aiuto di un monaco, tale Dionigi il Piccolo, che aveva fama di essere molto erudito e straordinariamente intelligente. Dionigi accettò l'incarico e inizialmente si mise all'opera esclusivamente allo scopo di compilare una tabella che riportasse tutte le pasque degli anni passati, riordinandole secondo il calendario Giuliano in vigore a quel tempo. Fino a quel momento, e nel luogo in cui Dionigi aveva ricevuto l'incarico di eseguire l'analisi, il tempo si contava ancora a partire dalla fondazione di Roma, oppure in alternativa, da 284 anni dopo la fondazione di Roma, anno in cui era fissato l'inizio del regno di Diocleziano. Dionigi avrebbe potuto basarsi su una di queste due date, entrambe accettate, e compilare la tabella delle pasque di conseguenza - e dal momento che non volle neppure prendere in considerazione di basare il conteggio su Diocleziano (in quanto quel sovrano aveva fama di non essere stato per nulla tollerante verso i cristiani) a quel punto sarebbe stato logico che si fosse avvalso della partenza ab urbe condita. E invece no.

Dionigi decise di calcolare la data di nascita di Cristo estrapolandola da quello che si poteva desumere dai Vangeli, e di basare poi la sua tabella delle pasque su quella partenza. Siccome Fibonacci non era ancora nato, per cui nessuno aveva ancora mai ventilato al mondo occidentale il concetto di numero zero, Dionigi fissò l'inizio del tempo al 25 dicembre del 753 ab urbe condita, denominandolo anno uno. Tra l'altro fece anche un certo casino, perché oggi sappiamo che re Erode esistette davvero e morì, di per certo, nell'anno attualmente denominato 4 a.C., per cui volendo tenere per buona la cronaca offerta dalle sacre scritture, in questo caso il natale del cristo è sfasato di almeno quattro anni buoni. Ad ogni modo questo sfondone non impedì che l'iniziativa di Dionigi venisse apprezzata nell'ambiente ecclesiastico, e a causa della centralità e del peso politico della Chiesa di Roma, si diffuse inesorabilmente. Il clero francese adottò la datazione proposta da Dionigi nell'ottavo secolo, il clero tedesco nel nono, tuttavia diventò 'legge' solo nel decimo secolo, sotto il pontificato di Giovanni XIII, e da quel momento in poi furono adottati dalla cristianità tutta del tempo sia il conteggio delle pasque di Dionigi, sia la convenzione di contare gli anni dalla presunta nascita di Cristo. Dunque facendo il punto della situazione, il concetto di tempo contato a partire dal momento in cui presumibilmente Cristo nacque, è diventato ufficialmente parte integrante della dottrina solo novecento anni dopo quella data presunta, e la sua diffusione è inizialmente avvenuta in seno all'istituzione chiesa, la quale aveva un potere politico ed economico non indifferente in grande parte d'Europa. Le cose poi sono rimaste così per parecchio tempo: per circa settecento anni il calendario della cristianità restò sempre quello Giuliano, anche se l'inizio del conto era stato spostato.

Durante il 1500, le scoperte e le intuizioni di Niccolò Copernico resero superati i calcoli Varroniani, rendendo necessario un aggiornamento del calendario Giuliano: sotto papa Gregorio XIII fu dunque rielaborato e diffuso un nuovo calendario, che è il calendario Gregoriano, in uso ancora oggi. Dal punto di vista tecnico e astronomico, il Calendario Gregoriano era obiettivamente ed oggettivamente migliore: molto simile al Giuliano, si basava però sui concetti di anno tropico e anno siderale acclarati da Copernico, sui quali avevano poi lavorato il medico Luigi Lilio e l'Astronomo Cristoforo Clavio, arrivando a ridurre gli undici minuti di scarto del calcolo Varroniano a soli 26 secondi. Il Calendario Gregoriano è infine entrato in vigore nel 1582, quando Papa Gregorio XIII lo impose urbi et orbi con la bolla papale Inter Gravissimas. Così come fu necessario un aggiustamento iniziale quando entrò in vigore il Calendario Giuliano, allo stesso modo fu necessario fare lo stesso per riallineare le coincidenze tra calendario e stagioni sulla base dei nuovi conteggi: così accadde che una sera la gente si addormentò il 4 ottobre, e la mattina dopo si svegliò il 15 ottobre, e a dirla tutta ci fu il rischio di una mezza insurrezione, perché i contadini non la presero benissimo e si fecero l'idea che ci fosse sotto qualche complotto. Per sedare gli animi, i preti diffusero immediatamente la voce che questo nuovo calendario fosse miracoloso, e che i santi avrebbero concesso molti miracoli nelle date a loro consacrate.

A questo punto vi invito a considerare la data: siamo in pieno sedicesimo secolo, in piena inquisizione, nel pieno dell'attività dei conquistatori europei proiettati verso il Nuovo Mondo. Nel 1500 Cabral scopre il Brasile, nel 1521 Cortez conquista l'Impero Azteco, nel 1565 Estacio de Sa fonda Rio de Janeiro, nel 1580 Juan de Garay fonda Buenos Aires. Non che c'entri col calendario, non direttamente almeno, ma è utile a dare un'idea del panorama di quel periodo: la cristianità dilaga fuori dai confini dell'ormai defunto impero Romano, fuoriesce dall'Europa in cui si è propagata, veleggia verso le Americhe, mutila l'Africa strappandole la sua gente, e dovunque passa sradica, devasta, impone, sostituisce. Impianta la propria struttura in ogni terra che tocca. E in ogni terra che tocca porta il proprio sistema di misurazione del tempo, fissando la conta degli anni a partire da quell'anno zero. Se prendiamo un planisfero ed evidenziamo tutte le terre che furono Impero Romano, tutte le terre dell'Europa cristianizzata, e tutte le aree colonizzate delle terre Americane al termine del sedicesimo secolo, vedremo che resta ben poco mondo libero dal dominio ecclesiastico, e di conseguenza appare lampante come sia stato possibile che l'anno zero sia diventato un fattore globale. Nulla di mistico dunque!  Del resto anche l'usanza di festeggiare il capodanno il primo di Gennaio (che non è legata in alcun modo alla cristianità, né ad alcuna tradizione monoteista, ma anzi ha radici chiaramente Pagane) si è diffusa nello stesso modo, cavalcando la stessa corrente... solo che i cristiani non ne hanno idea! Non essendovi, nel moto degli astri, alcun evento che permetta di individuare un momento annuale tale da essere universalmente riconosciuto come inizio dell'anno, per secoli la maggior parte della gente ha festeggiato l'inizio di un nuovo ciclo annuale ad ogni equinozio di primavera, e se pure questa era la tendenza generalizzata, non era comunque una regola, né veniva applicata universalmente.

Gaio Giulio Cesare, quando mise in vigore il suo Calendario Giuliano nel 46 a.C., colse l'occasione per mettere d'accordo tutta Roma sul Capodanno: non scelse l'equinozio di primavera, bensì il giorno della festa di Ianus, il Dio Giano, denominando Ianuarius l'intero primo mese dell'anno in suo onore. Il culto di Giano ha le sue origini molto indietro nel tempo, quando ancora i popoli arcaici del Mediterraneo onoravano la Dea Madre Dia: il suo nome con il passare dei secoli si delineò in Diana, quella stessa Dea Diana che i Romani ritenevano essere, appunto, la madre del Dio Giano.  All'epoca di Giulio Cesare la figura di Giano aveva ormai assorbito interamente tutte le prerogative dell'antica Dia: Dio delle Porte, delle Entrate, delle Uscite e degli Inizi, era raffigurato in forma bifronte ad indicare la sua capacità di vedere ogni cosa passata e futura, e il suo Culto era molto sentito e diffuso tra tutti i Romani. Possiamo dunque affermare senz'ombra di dubbio che il nostro Capodanno è ancora quello voluto da Giulio Cesare, Ianus Ianua, la Porta dell'Anno in onore di Giano, e che quel ''buona fine e buon principio'' che tanti ancora oggi si scambiano inconsapevolmente, è un retaggio del Culto dei nostri Avi Romani, sopravvissuto nei secoli. In seguito all'avvento della cristianità, alcuni preferirono far coincidere il loro inizio anno in corrispondenza della pasqua o del natale, e ciò incrementò le già presenti confusioni che venivano spesso a crearsi, quando persone appartenenti a gruppi sociali distanti dovevano confrontarsi o interagire su qualsiasi cosa che presupponesse la necessità di utilizzare date o scadenze precise. Fu nel 1564 che il re di Francia, Carlo IX, decise infine (per motivi di preferenza personale, culturale, spirituale o per capriccio non si sa) di fissare ufficialmente il capodanno al primo Gennaio, e la nuova convenzione si diffuse come regola, dapprima localmente, poi sempre più universalmente, cavalcando l'onda della globalizzazione insieme al Calendario Gregoriano e all'Anno Zero: così in questo caso, assai spassosamente, è la cristianità a portare in giro, inconsapevolmente, il volere di Giulio Cesare e del Re di Francia, ed è così che ancora oggi tutte le persone del mondo si fanno gli auguri ogni anno nel nome di Ianus.


Chiaramente l'essere umano, da che ha avuto facoltà di pensiero astratto, ha sentito l'esigenza di contare il tempo, ed è un fatto assodato che fin dai tempi più remoti tutte le civiltà più evolute hanno avuto un loro calendario. In molti casi i calendari in uso erano più incentrati sull'avvicendarsi di mesi e di stagioni che sul designare un momento preciso da cui far partire il computo degli anni, e alcuni, anche molto antichi, erano davvero dei piccoli capolavori di accuratezza ed intuizione, come ad esempio:

 

Il più antico di tutti risale a settemila anni fa, è stato ritrovato inciso su pietra in Bulgaria, e mostra chiaramente uno schema mensile.

Il calendario Babilonese ha circa quattromila anni ed era già annuale, con l'anno sorprendentemente definito in 365 giorni.

Il calendario Egizio ha più di quattromila anni, aveva mesi di 30 giorni e aveva anche un capodanno, fissato alla Levata Eliaca della stella Sirio.

Il calendario Maya ha duemilacinquecento anni, anzi è più corretto dire i calendari Maya, perché ne usavano due contemporaneamente, uno che durava 260 giorni ed era apposito per le festività religiose, e un altro di 365 che scandiva la vita civile.

 

Il Calendario Gregoriano, con il suo conto degli anni fissato all'anno zero e il suo capodanno fissato al primo gennaio, deve indubbiamente la sua diffusione globale a due fattori: la diffusione infestante della cristianità, che lo ha imposto automaticamente assieme a tutto il resto, è senz'altro la prima e la preponderante delle due ragioni. Il secondo fattore che ha senz'altro avuto una parte importante è l'accuratezza tecnica che questo sistema può vantare, che a prescindere dalla questione anno zero e anche dal capodanno voluto da Carlo Nono, è indubbiamente il più preciso a livello di avvicendamento mensile e allineamento di stagioni, solstizi ed equinozi. Tuttavia non è affatto vero ciò che spesso si sente dire, che TUTTI i popoli del mondo abbiano adottato il Calendario Gregoriano:


la Cina per esempio lo ha preso in considerazione solo nel 1912, per motivazioni prettamente legate a rapporti commerciali e politici con il mondo occidentale (così come ai tempi di Marco Polo aveva preso in considerazione quello Giuliano per le stesse ragioni) ma in tutti i casi ha sempre mantenuto in essere anche il Calendario Cinese, affiancandolo a quello dei paesi esteri e proseguendo con le celebrazioni delle festività tradizionali.

In India, Bangladesh, Israele, Pakistan e Birmania sono ancora in vigore i calendari locali, ai quali (sempre per comodità commerciale e di rapporti con
altri Paesi) viene affiancato il Calendario Gregoriano in uso all'estero.

In Etiopia, Nepal, Iran e Afghanistan vigono tuttora tout court calendari diversi dal Gregorano. Curiosità, in Etiopia il capodanno si festeggia sempre e solo il 12 settembre!

L'Arabia Saudita ha recentemente affiancato al proprio tradizionale calendario Hijri (che poi tanto tradizionale non è, dato che ce l'hanno dal 1932) il calendario Gregoriano, ammettendone l'uso nella compilazione delle buste paga dei dipendenti pubblici: è successo nel 2016, anno in cui si sono resi conto che conteggiando gli stipendi sui 365 giorni del Gregoriano anziché sui 354 dello Hijri, lo Stato risparmiava 11 giorni di paga per anno su ogni lavoratore statale.

 

A proposito del Calendario Hijiri si potrebbe fare lo stesso excursus che ho appena fatto circa il Gregoriano, ma non spaventatevi! Sarò sintetica stavolta, limitandomi a illustrare per sommi capi come anche in Saudi Arabia vi sia una tradizione antica di calendari legati alla storia del luogo, che inizia con i calendari Zoroastriani e termina con la fondazione del Regno da parte di Abd Al Aziz Saud nel 1932, anno in cui fu fissato il loro anno zero nel momento da noi conosciuto come 622 d.C., che per gli arabi è l'anno in cui Maometto compì l'Egira (in arabo, appunto, Hijri) dalla Mecca a Yathrib, e che indica l'inizio della loro era moderna.

Capisco che resta oltremodo seccante usufruire di una datazione basata sulla nascita di Cristo, ma alla luce di questa analisi appare molto chiaro che tale datazione è a conti fatti zero per cento mistica, cento per cento convenzionale. Aveva già capito tutto Keplero, che nel 1615 introdusse per la prima volta la dicitura ''era volgare'' per definire il tempo attuale, perché di fatto definisce, al di là di chi crede o meno in una determinata religione, ciò che l'anno zero rappresenta, vale a dire non la supposta nascita di un supposto messia, ma un periodo storico ben definito e (ahimè) influenzato in modo massivo da questa religione. Trovo dunque che l'utilizzo delle sigle e.v. (era vulgaris) e a.e.v. (ante era vulgaris) non sia affatto un vezzo affettato da intellettuali ricercati, ma invece un'ottima abitudine che abbiamo tutto il diritto di prendere, e che dovremmo davvero fare del nostro meglio per prendere, in virtù della prosaica realtà dei fatti e a vantaggio della laicità di cui il mondo del futuro necessita. Dunque oggi, al tempo della stesura di questa breve analisi sui calendari, corre l'anno 2018 e.v.



Kate Ecdysis

Anno MMXIX

 

 

 

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IL SATANISMO OLTRE LE FALSIFICAZIONI CRISTIANE

  

 

Ora, al momento della stesura di questa riflessione, sono in quel periodo di mezzo che mi classifica come persona adulta nel pieno dell'età matura. Femmina, adulta, caucasica, eterosessuale, lavorativamente occupata, sentimentalmente impegnata: esattamente quel che si può definire una donna normale. Con questo non intendo assolutamente classificare come deviante chiunque non rientri in questi parametri, anzi, per come la vedo io, qualsiasi modo di vivere che non crei danno agli altri è giusto e apprezzabile, e qualsiasi orientamento naturale sarebbe da considerarsi normale. Tuttavia, con mia somma comodità, personalmente rientro nella classificazione che va per la maggiore. Provengo da una famiglia di classe media, ho conseguito un diploma superiore, lavoro da quando avevo vent'anni, pago i contributi, le tasse, le utenze, mi impegno per dare un servizio di qualità a prezzi onesti.  Faccio cose banali da persona normale, ad esempio, faccio la spesa in bicicletta al supermercato dietro casa, ho un ristorante preferito, mi piace uscire a piedi. Sto bene con poco. Ho una piccola rete di affetti, parentele, amicizie. Tanti li vedo di rado, la mia  mamma la vedo ogni giorno, perché voglio accertarmi che stia bene ed esserci per le sue necessità. Ho animali domestici dei quali mi prendo molta cura, e che nutro in base alle esigenze delle loro specie, nonostante io preferisca evitare di nutrire me stessa con la carne. Non penso di avere alcun titolo per sindacare su cosa mangino gli altri, cosa mettere nel piatto posso dirlo solo per quanto riguarda me stessa. Ma siccome è innegabile che gli animali mi piacciono vivi, almeno nel mio piatto ci metto altre cose.

Sono un po' idealista e a volte anche ingenua, credo nel vero amore, credo (ancora) nelle persone, nonostante tante persone. Ogni tanto mi piglio delle fregature e ci rimango male. L'Amore invece ve lo posso giurare, esiste davvero. Fumo tabacco e bevo caffè, sono astemia e non uso droghe. Mi piace leggere e imparare cose nuove. Penso che prendersi un paio d'ore per studiare, magari con una tazza di caffè e una sigaretta, sia un modo bellissimo per farsi un regalo, sia per il godimento che provoca istantaneamente, sia per il miglioramento costruttivo che questi momenti poi portano nel lungo periodo. Non penso che ci sia nulla di cui vantarsi in tutto questo. Semplicemente questa è la mia normalità quotidiana e ve la racconto per farvi vedere che non vi è nulla di antisociale, o di necessariamente trasgressivo, nella quotidianità di una Satanista Spirituale. Perché è questo che sono: Satanista Spirituale Dedicata. A prescindere da quello che faccio o da quello che ho, questa è la mia essenza, è il tratto distintivo che qualifica l'identità della Me più vera e profonda.

 

 

A tutti quelli che mi dicono che brucerò nei laghi di fuoco vorrei dire…

 

Ma davvero siete convinti che l'aldilà sia una sorta di multisala con le nuvolette di qua, le nebbie di là e la buca rovente giù in basso? Davvero pensate che abbia senso pensarlo, e che chiunque non abbia scelto Geova come divinità finisca arrostito? Il monoteismo, signori, ha soltanto duemila anni, mentre l'Essere Umano ne ha venticinquemila... il vostro cosiddetto inferno è, a vostro avviso, dunque stracolmo dei nostri Avi Pagani? E' per questa ragione che, in un passato non così tanto remoto, i vostri predecessori ammazzavano i nostri predecessori come se fossero stati un male infetto da estirpare col fuoco? Ed è per questa ragione che i vostri predecessori pensavano fosse legittimo imporre la supremazia cristiana con la forza bruta? Non ditemi che era 'preistoria' perché, per citarne una che le rappresenti tutte quante, la bolla papale Dum Diversas è vergognosamente recente.

 

 
[...] in forza dell'autorità apostolica noi vi concediamo la piena e libera facoltà di catturare e soggiogare Saraceni e pagani, come pure altri non credenti e nemici di Cristo, chiunque essi siano e dovunque abitino; di prendere ogni tipo di beni, mobili o immobili, che si trovino in possesso di questi stessi Saraceni, pagani, non credenti e nemici di Cristo; di invadere e conquistare regni, ducati, contee, principati; come pure altri domini, terre, luoghi, villaggi, campi, possedimenti e beni di questo genere a qualunque re o principe essi appartengano e di ridurre in schiavitù i loro abitanti […]

 


Questa roba è del 1492, se non ci credete andate a controllare, l'ha scritta papa Niccolò V e non mi sono inventata neppure una virgola. Dunque, continuate pure a restare convinti che a noi toccherà il lago di fuoco, e a voi il cielo azzurro con le nuvolette. Onestamente, date le premesse e preso atto della lista invitati, mi tengo il lago e vi lascio il cielo, e vi auguro una felice eternità in compagnia di personaggi tanto empatici e tolleranti.



A tutti quelli che mi dicono che i Satanisti adorano il diavolo vorrei dire che…

è la cavolata più grossolana che si possa sentire, e che non ho problemi a spiegarvi il perché. Cominciamo da capo: prendendo per buone le sacre scritture, c'era una volta il Giardino dell'Eden con dentro due poveri cristi che avevano un sacco di frutta e potevano mangiarsela tutta, purché lasciassero stare le stramaledettissime mele. Ad un certo punto il Serpente Tentatore scivolando sinuoso giù dal melo inizia ad insistere come un assicuratore in tempo di crisi, finché Eva si decide a dare un morso e a farla assaggiare pure ad Adamo (che poi chissà cosa c'era in quella mela, che all'improvviso questi due sviluppano una consapevolezza e iniziano a farsi un sacco di paranoie..?!) ad ogni modo, disastro: Geova si incazza e li caccia fuori. In due. A dare origine alla gente.  No, dico, in due a dare origine a TUTTA la gente, riproducendosi a nastro e incrociando le generazioni tra genitori – figli – fratelli - sorelle. Il primo che dice 'metafora' mi metto a urlare. Certo che mi sta bene che sia una metafora! Ma allora dovete auto flagellarvi in eterno per tutta la diatriba evoluzionisti vs creazionisti e fustigarvi nei secoli in memoria di tutta la gente che è morta malissimo (uccisa da voi) per aver detto che era una metafora. E' ora di fare pace con il cervello e accettare che l'Essere Umano deriva dall'Australopiteco, così come ci insegna la Scienza. E che la faccenda del melo è una metafora. E che questa metafora non se la sono inventata i tizi che hanno scritto le sacre scritture, ma che l'hanno presa (peraltro maleducatamente, senza citare e modificando arbitrariamente) da altre precedenti culture molto ma molto più antiche.

Ricordate prima quando ho detto che il monoteismo ha duemila anni e l'uomo ne ha venticinquemila? Bene, ottomila anni fa c'era un popolo dell'Africa che diceva che l'Albero della Conoscenza del Bene e del Male è l'Asse del Mondo e contiene la Conoscenza dell'intero Universo. E che attorno a quell'Albero c'è un Serpente che danza in eterno, che non è mai stato creato, perché esiste da prima di qualunque altra cosa ed è la prima Origine di tutte le cose. E che l'Origine si è evoluta perfezionando se stessa, fino a generare Legba, Colui che può salire e scendere a proprio piacere dall'Albero e che ha rinunciato a qualunque eredità materiale per prendere tutta la Conoscenza dell'Universo e portarla quaggiù, per gli Esseri Umani. Lo sapete che questo popolo è lo stesso popolo che i conquistadores hanno massacrato durante la tratta degli schiavi nel 1500? Lo sapete che Dum Diversas legittimava i soprusi che i cristianissimi europei hanno perpetrato ai danni di questi Pagani? Ora lo sapete. Ma, divagazioni a parte, voglio restare sul pezzo. Potrei raccontare di Odino e dell'Yggdrasil (fulgido esempio di un Dio che sacrifica Se Stesso e che sale sull'Albero per portare Conoscenza agli Uomini) e anche fare decine di esempi inerenti a diluvi e a nascite in data venticinque dicembre, tutti precedenti alle sacre scritture, ma in questa sede non mi dilungherò oltre, perché qui il punto è il processo di ''demonizzazione'' a cui sono state sottoposte le Divinità degli Antichi, e l'usurpazione delle leggende e delle metafore che gli Antichi usavano per spiegare e riassumere i loro Culti, perpetrate ad opera dei monoteisti. Che poi in questo contesto ''demonizzazione'' non è neppure etimologicamente corretto, perché i termini greci da cui deriva la parola demone non significano nulla di negativo, anzi al contrario: daimon significa 'spirito divino', e daiomai significa 'assegnare il destino'. Ma tant'è, oggi ''demonizzare'' ha preso un’accezione negativa e (solo) in questo contesto mi avvarrò di tale accezione: il nascente monoteismo ha attuato una demonizzazione delle Divinità dei Pagani.


Esodo 32:27-28 Ognuno di voi si metta la spada al fianco; percorrete l'accampamento da una porta all'altra di esso, e ciascuno uccida il fratello, ciascuno l'amico, ciascuno il vicino! I figli di Levi eseguirono l'ordine di Mosè, e in quel giorno caddero circa tremila uomini.

2Re 10: 15-17 Ieu allora lo fece salire sul carro vicino a sé e gli disse: «Vieni con me e vedrai il mio zelo per il Signore». Lo portò con sé sul carro. Entrò in Samaria, ove uccise tutti i superstiti della casa di Acab fino ad annientarla, secondo la parola che il Signore aveva comunicata a Elia.

2Re 10:20 Ieu agiva con astuzia, per distruggere tutti i fedeli di Baal.

 

Atroce, nevvero? Ebbene, Signori, questa è la Bibbia. Queste sono le sacre scritture. Il brano di Esodo riporta una cronaca di quanto accaduto al ritorno di Mosè dal monte Sinai, e se vogliamo prendere per buona la veridicità di tali scritture, allora questa è la sorte toccata a quelli che avevano SOLTANTO deciso di restare Pagani. Il brano del libro dei Re invece parla degli Assiri, e il Baal i cui fedeli dovevano essere sterminati era il loro Dio: il Grande Baal Zebul, l'Enlil dei Sumeri, il Signore dell'Aria, del Vento e di tutto ciò che ha ali per volare, e che il monoteismo ha indegnamente storpiato in 'belzebù, il signore delle mosche'. Sì, avete capito bene, quel belzebù di cui avete tanta paura e che secondo voi è un alter ego del diavolo, in realtà è un Dio antichissimo. Il Baʿal zĕbūl degli Assiri, che significa 'Signore e Principe'. Il Ba' al Zəbûl che significa 'Signore dell'Aldilà'. Il Baalzebul degli Ugariti, che significa Signore della Terra ed era in grado di scacciare gli spiriti malevoli della malattia. Capite che studiando anche solo un minimo la prospettiva cambia parecchio!? Capite che questi Pagani di un tempo facevano giustamente fatica ad accettare di ''demonizzare'' un Dio che conoscevano da generazioni, e che non aveva mai fatto loro alcun male? Capite che non basta dire una cosa perché diventi automaticamente una realtà? Capite che la Conoscenza libera dai condizionamenti, distrugge l'egemonia del pensiero imposto, cancella la superstizione? Capite ora perché per noi belzebù-signore-delle-mosche non significa niente?

Sotto un certo punto di vista, mangiare la mela apre gli occhi e provoca una fuoriuscita obbligata dal ''giardino dell'eden'', vale a dire dallo stato di anestetizzata ignoranza che il dogma proietta attorno al fedele. Ma fa anche capire che l'Eden non è poi tutto questo granché. Il dogma perde potere, l'Essere Umano non ha più paura del giudizio di quella entità che gli avevano insegnato a considerare l'unico dio, e le scritture non sono più la legge. Ecco perché tanta cura nell'evitare l'ingestione di quella stronzissima mela. Ancora oggi il fedele monoteista viene indottrinato ad avere paura di documentarsi, paura di dubitare: il dubbio è già di per sé un peccato compiuto. Cambiano i tempi e le mele si aggiornano alle nuove esigenze di contenimento. Ma di fronte alla caduta del dogma non c'è divieto che tenga: vediamo la realtà per quello che è, e non ha più importanza il significato che sia stato attribuito ai Nomi e alle parole. Non abbiamo più la paura. Il Satan di cui si parla nelle sacre scritture non è neppure compiutamente Persona: è funzione, è archetipo. Mitologicamente, è l'Ahriman rinominato, così come l'intero Cristianesimo è rivisitazione dell'antico Mitraismo, innestato sul prequel che l'ebraismo ha ''cortesemente'' fornito. E qui arrivo al punto: il processo di demonizzazione perpetrato ai danni degli Dei dei nostri Avi ad un certo punto vi è sfuggito di mano e ha deragliato, creando credenze ulteriori e arbitrarie. Siete partiti demonizzando gli Dei: siete dunque d'accordo nell'affermare che Satana è tra questi Dei?

Tuttavia siete fermamente convinti che Satana sia un angelo ribelle, anch'egli creato da colui che voi chiamate Dio, e che è stato sbattuto fuori dal paradiso perché voleva dare la Conoscenza e il libero arbitrio agli umani (ancora? Ma quante volte deve succedere questo fatto? Ma non era un serpente? E quando sarebbe successa 'sta cosa? Vi rendete conto che il discorso non fila?) Ma poi all'improvviso (e qui arriva il bello) questo portatore di Luce e Conoscenza ad un certo punto diventa il diavolo, e inizia a istigare le persone ad essere violente e cattive, lussuriose e malevole. Scusate ma mi sfugge il passaggio, e a dirla tutta anche il senso di questa faccenda: dov'è finita la Conoscenza? Il Bene e il Male? Il Libero Arbitrio? Ve lo siete mai chiesti? No che non ve lo siete chiesti, perché dubitare è già di per sé un peccato, vorrete mica finire nel lago di fuoco con me. Ma dal momento che siete qui, fatevi un attimo una botta di conti. Fatevi due domande. Avete demonizzato gli Dei degli Antichi e avete tentato di purgare il mondo dal ''male'' torturando e sterminando i Pagani. Satana è là in mezzo, Satana è il capo e gli Dei sono i suoi Demoni. Benissimo. Per quanto io possa non concordare con l'opera di demonizzazione che avete perpetrato, concordo con questa visione, se non altro dal punto di vista dell'identificazione di chi sia Satana: Satana è il più grande tra tutti gli Dei che gli Antichi onoravano, e i Culti Pagani erano e sono tutti Culti di Satana. Ci siamo fin qui? Eccellente. Fino qui però, il diavoletto rossiccio e cornuto ancora non è pervenuto. Facciamo un tentativo con Lucifero? Perché se la memoria non mi fa difetto, se vi domando chi sia Lucifero voi mi rispondete sempre lo stesso, mi dite che Lucifero è il diavolo, giusto? Anzi, scusate, per prima cosa mi direte di non nominarlo, sia mai che si giri a guardarvi, il temibile Lucifero, se lo nominate a voce troppo alta! Adesso allora facciamo una cosa: prendete la Bibbia e cercate dov'è la storiella dell'angioletto caduto. Comecomecome?! Non c'è?! Eh già, non c'è proprio, non esce fuori da nessuna parte. Ce n'è una menzione in Isaia, una sola, precisamente:

Isaia 14:12 "Come mai sei caduto dal cielo, o Lucifero, figlio dell'aurora? Come mai sei stato gettato a terra, tu che atterravi le nazioni?"

Ed è ormai storicamente provato che qui non si sta facendo menzione a nessuna entità soprannaturale, ma che questo Lucifero di cui si parla altri non è che il Re di Babilonia, un essere umano in carne ed ossa. Il contesto, tra l'altro, lo conferma abbondantemente:


Intonerai questa canzone sul re di Babilonia e dirai:
Ah, come è finito l'aguzzino,
è finita l'arroganza!
5 Il Signore ha spezzato la verga degli iniqui,
il bastone dei dominatori,
6 di colui che percuoteva i popoli nel suo furore,
con colpi senza fine,
che dominava con furia le genti
con una tirannia senza respiro.
7 Riposa ora tranquilla tutta la terra
ed erompe in grida di gioia.
8 Persino i cipressi gioiscono riguardo a te
e anche i cedri del Libano:
Da quando tu sei prostrato, non salgono più
i tagliaboschi contro di noi.
9 Gli inferi di sotto si agitano per te,
per venirti incontro al tuo arrivo;
per te essi svegliano le ombre,
tutti i dominatori della terra,
e fanno sorgere dai loro troni tutti i re delle nazioni.
10 Tutti prendono la parola per dirti:
Anche tu sei stato abbattuto come noi,
sei diventato uguale a noi.
11 Negli inferi è precipitato il tuo fasto,
la musica delle tue arpe;
sotto di te v'è uno strato di marciume,
tua coltre sono i vermi.
12 Come mai sei caduto dal cielo,
Lucifero, figlio dell'aurora?
Come mai sei stato steso a terra,
signore di popoli?
13 Eppure tu pensavi:
Salirò in cielo,
sulle stelle di Dio
innalzerò il trono,
dimorerò sul monte dell'assemblea,
nelle parti più remote del settentrione.
14 Salirò sulle regioni superiori delle nubi,
mi farò uguale all'Altissimo.
15 E invece sei stato precipitato negli inferi,
nelle profondità dell'abisso!
16 Quanti ti vedono ti guardano fisso,
ti osservano attentamente.
È questo l'individuo che sconvolgeva la terra,
che faceva tremare i regni,
17 che riduceva il mondo a un deserto,
che ne distruggeva le città,
che non apriva ai suoi prigionieri la prigione?
18 Tutti i re dei popoli,
tutti riposano con onore,
ognuno nella sua tomba.
19 Tu, invece, sei stato gettato fuori del tuo sepolcro,
come un virgulto spregevole;
sei circondato da uccisi trafitti da spada,
come una carogna calpestata.
A coloro che sono scesi in una tomba di pietre
20 tu non sarai unito nella sepoltura,
perché hai rovinato il tuo paese,
hai assassinato il tuo popolo;
non sarà più nominata
la discendenza dell'iniquo.
21 Preparate il massacro dei suoi figli
a causa dell'iniquità del loro padre
e non sorgano più a conquistare la terra
e a riempire il mondo di rovine.
22 Io insorgerò contro di loro - parola del Signore degli eserciti -
sterminerò il nome di Babilonia e il resto, la prole e la stirpe.
23 Io la ridurrò a dominio dei ricci, a palude stagnante
la scoperò con la scopa della distruzione 
24 Il Signore degli eserciti ha giurato:
In verità come ho pensato, accadrà
e succederà come ho deciso.
25 Io spezzerò l'Assiro nella mia terra

e sui miei monti lo calpesterò.


Bene, bene, bene. A quanto pare abbiamo finalmente un riscontro per l'identità del vostro temutissimo Lucifero! Tenuto conto della reale situazione storica del tempo e dei rimandi contenuti appunto qui, in Isaia 14, si può a buona ragione identificare suddetto Lucifero nel sovrano babilonese durante il cui regno Babilonia raggiunse il picco massimo del proprio splendore, vale a dire Nabucodonosor. Dunque, per la proprietà transitiva, risulterebbe che allora il famigerato diavolo sarebbe nientepopodimeno che il re Nabucodonosor. Oppure, volendo proprio spaccare il capello in quattro e prendendo in esame l'opzione che non colloca i dissidi del periodo in una forbice di oltre due secoli, ma che restringe il campo della guerra siro-efraimitica esclusivamente agli anni intercorsi tra il 736 e il 732 a.C., allora la reale identità di questo Lucifero corrisponde a Tiglat-Pileser III, che fu sovrano di Babilonia proprio dal 745 al 727 a.C. Personalmente propendo per Nabucodonosor.
Ad ogni modo, vi sentite sollevati? Delusi? In qualunque modo vi sentiate al riguardo, resta il fatto che ha senso, e che siete stati voi ad attribuire a questa canzone di guerra una valenza simbolica postuma. Ad ogni modo se vi piace chiamarlo Lucifero a noi sta benissimo, Lucifero è un bellissimo aggettivo che significa 'portatore di Luce' ed è un appellativo che è stato dato a moltissimi Dei legati alla sapienza e alla conoscenza (ricordate Diana Lucifera?) e anche noi lo diciamo, è un bel complimento e si addice tantissimo al Dio della Conoscenza. Così come il nome Satana, anche il nome Lucifero ce lo teniamo e anzi, nella sua accezione più pura lo pronunciamo con grande fierezza. L'importante è che si sappia come stanno le cose. E qui già vi vedo con l'indice alzato in atteggiamento censorio e di ammonimento:

 


''La prima azione del diavolo è quella di far credere che non esiste!!''

Ma come, non era un individuo arrogante e auto referenziale, strafottente, antisociale, egocentrico e volgare?

''Attenti! Il Diavolo seduce con la sua bellezza di angelo!''

Ancora? Ma chissà dove sta ora Nabucodonosor..?!

''Attenti! Il diavolo vi sedurrà per poi condannarvi ad un'eternità di tormenti!''

Vi ricordo che avete trucidato i Pagani per tentare di epurare il mondo dai loro Culti Satanici. E che avete trucidato tante persone normali anche qui, in Italia, nel lungo periodo intercorso tra l'Editto di Tessalonica e l'Illuminismo, perché essendo Pagani erano 'adoratori del diavolo'.

 


Dunque, se è vero che questo 'diavolo' seduce per poi dannare, i nostri Avi sono forse tutti dannati? E se è vero che ''il diavolo'' istiga a una vita disordinata, lussuriosa e malevola, sono dunque tutti privi di etica e di morale, i popoli Antichi? I filosofi greci, ad esempio, sono forse tutti privi di etica e di morale? Sono forse tutti tra le fiamme del famigerato lago di fuoco? Gli Egizi, i Sumeri, i Vichinghi, gli Ewe, i Fon, gli Yoruba, i Maya, gli Aztechi, i Nativi d'America, gli Etruschi, i Micenei, gli Antichi Romani, tutti nel lago di fuoco? Satana (quello vero, non l'archetipo biblico, non il diavoletto cornuto e rosseggiante nato nella congiunzione tra religione e superstizione) lo possiamo chiamare con tanti Nomi. Possiamo chiamarlo Odino, Apollo, Enki, Ishtar, Yemaya, Damballa, Kukulkan, Shiva, e in centinaia di altri modi ancora. Possiamo chiamarlo Aja Devadevam.
Oppure possiamo continuare benissimo a chiamarlo Satana, ed è ciò che faremo perché questo Nome si porta dentro la storia dei nostri Avi, il procedere dei tempi, e incarna il ruolo di Oppositore che il Dio dell'Origine ha dovuto ad un certo punto assumere di fronte all'avanzata dell'oscurantismo. Il nome di Satana oggi ha un significato nuovo e glorioso. Riassume in sé tutti i Nomi che l'Origine ha avuto nel corso del tempo e contiene la memoria di tutti gli Avi caduti in nome della Libertà di Culto. Questo è Satana. Capisco che il caro vecchio diavolo fosse molto più gestibile come concetto. E che immaginare i satanisti come un branco di esaltati intenti a danzare nudi attorno a fuocherelli che anticipano la loro dannazione fosse un'immagine molto più rassicurante, rispetto a quella che si profila prendendo coscienza che noi Satanisti siamo gli eredi degli Antichi. Che siamo stati più tenaci delle persecuzioni e dei roghi. Che non ci avete sterminati. Che siamo ancora in piedi. Che i nostri Dei non sono sottoprodotti della vostra religione.



A tutti quelli che dicono che i Satanisti sono adoratori della Bestia… vorrei dire che è l'ignoranza ad essere una gran brutta bestia.

Il libro dell'Apocalisse pullula di riferimenti alla già citata guerra con Babilonia (che c'è stata, è innegabile, ma che appunto è stata un evento assolutamente terreno), e non c'è bisogno di cercare in chissà quali archivi per trovare che persino il teologo Gioacchino da Fiore (che voi avete fatto beato!) attribuiva alle teste della Bestia simbolismi estremamente terreni e politici, riconoscendo in ciascuna di esse svariate personalità di spicco tra cui Erode, Nerone, Saladino e Maometto. E sempre in tema di apocalisse, come non citare il famigerato 666? 666 appare nell'Apocalisse di Giovanni, che è stata storicamente datata sul finire del primo secolo d.C, a cavallo tra Nerone e Domiziano.  Ai fini di questa analisi, è fondamentale sapere che sia Domiziano che Nerone non avevano particolare simpatia per i cristiani, e che in questo periodo storico era già in uso presso gli ebrei lo studio della gematria – che è una particolare trascrittura delle lettere ebraiche convertendole in cifre numeriche. Ve lo devo dire? La gematria di Nerone dà esattamente seicentosessantasei.


Che dire, signori miei, alla luce della Ragione abbiamo incenerito:


-il diavolo
-l'angelo caduto
-belzebù
-l'inferno
e ora anche il 666.


C'è rimasto solo Satana. Quello vero. Il Dio dei Pagani. E c'è rimasta l'evidenza del fatto che ci avete bruciati sul rogo per secoli senza che ce ne fosse motivo. Com'era? Dov'è carità e amore... lasciamo perdere, va.



A tutti quelli che dicono che i Satanisti fanno sacrifici vorrei dire…

Ma davvero? Sul serio? A me lo venite a dire, che neppure mangio la carne?! Vi pare che potrei? Non riesco neppure a ipotizzarlo. I tre quarti dei miei animali vengono da condizioni di precedente disagio, altro che sacrificare, li amo, li tengo in vita. Li curo. Li presento agli Dei perché siano protetti e sereni. Mai potrei torcere loro un pelo, una squama, una piuma. Ringrazio ogni giorno per averli con me.  Ma tanto da questo orecchio non ci sentite, di recente ho saputo che ad una Satanista è stato negato di adottare un animale a causa del suo orientamento spirituale, perché questa idea non ve la volete levare. Piuttosto, vi siete mai chiesti come sia nata la storia dei sacrifici? Pensate a come preparava la gente da mangiare tanti secoli fa. Una volta la gente aveva poco e quello che aveva lo cavava fuori dalla terra, andavano a caccia, tiravano colli, scuoiavano pelli, non c'era altro modo. In molti contesti e in molte classi sociali, mangiare carne era un lusso per pochi giorni dell'anno, così quando si voleva onorare un ospite molto importante era d'obbligo offrirgli la cacciagione o il bestiame migliore, perché era una prelibatezza e offrirla significava dare qualcosa di prezioso e di raro.

Un tempo il fatto che bisognasse ammazzare un animale per mettere in tavola il pasto passava in secondo piano, perché uccidere e macellare era l'equivalente odierno di andare a fare la spesa. Così come per gli ospiti d'onore così per gli Dei, per offrire una pietanza di valore si sceglieva il bestiame migliore e lo si macellava, lo si cuoceva facendo festa, e lo si mangiava insieme. Oggi procurarsi del cibo in quel modo non ha più nessun senso, perché oggi nessuno di noi vive più di cacciagione, o campa di stenti sperando che qualcosa sopravviva razzolando sull'aia. Oggi, offrire un animale in quel modo non ha più alcuna valenza onorifica. In un mondo in cui si acquista la fettina alla coop, la carne vale quanto il resto del cibo, e l'animale vivo non è più contemplato tra le fonti di approvvigionamento diretto, perché non abbiamo più bisogno di compiere questa azione per mettere in tavola un pasto: cacciare, sgozzare e tirare colli non fa più parte delle azioni necessarie alla sopravvivenza. Dunque, oggi, uccidere per offrire equivale non ad offrire un bene prezioso per il nutrimento, bensì ad offrire la mera uccisione. Non è bello offrire un'uccisione. Non venitemi a dire che sto sottilizzando perché non è vero, la differenza è sostanziale perché è la medesima differenza che passa tra un assassino e un soldato. Si uccide per guerra e per fame, fuori da queste condizioni è assassinio e nessuno, NESSUNO vuole ricevere come offerta l'assassinio, la morte, la paura, la sofferenza, il dolore. Per lo meno, non Satana, non gli Dei di Satana. Su Geova invece ho qualche dubbio:


Levitico 1 (1,9)
1 Yahweh chiamò Mosè e dalla tenda del convegno gli disse: 2 «Parla agli Israeliti e riferisci loro: Quando uno di voi vorrà fare un'offerta a Yahweh , offrirete bestiame grosso o minuto. 3 Se l'offerta è un olocausto di grosso bestiame, egli offrirà un maschio senza difetto; l'offrirà all'ingresso della tenda del convegno, per ottenere il favore di Yahweh . 4 Poserà la mano sulla testa della vittima, che sarà accettata in suo favore per fare il rito espiatorio per lui. 5 Poi immolerà il capo di grosso bestiame davanti a Yahweh , e i sacerdoti, figli di Aronne, offriranno il sangue e lo spargeranno intorno all'altare, che è all'ingresso della tenda del convegno. 6 Scorticherà la vittima e la taglierà a pezzi. 7 I figli del sacerdote Aronne porranno il fuoco sull'altare e metteranno la legna sul fuoco, 8 poi sulla legna e sul fuoco che è sull'altare disporranno i pezzi, la testa e il grasso. 9 Laverà con acqua le interiora e le zampe; poi il sacerdote brucerà il tutto sull'altare come olocausto, sacrificio consumato dal fuoco, profumo soave per Yahweh.

Andate a vergognarvi nell'angolino e la prossima volta che arriva ''pasqua'' domandatevi se tutti quegli agnelli che divorate ''in memoria'' non siano una tristissima eco degli antichi sacrifici di Yahweh.



A tutti quelli che dicono che i Satanisti sono le sette sataniche…

Vorrei dire che dopo tutto quello che ho scritto non meritereste alcuna risposta. Non lo avete ancora capito che il Satanista è l'erede degli Avi Pagani? Satana è il Primo Dio che tutti gli Antichi hanno onorato. Non è il diavolo. Al Satanista non interessa vilipendere le religioni, non interessa bruciare le chiese, non interessa pisciare nelle acquasantiere. A noi Satanisti non interessa minimamente interferire con le vostre pratiche religiose. Non ci interessa stordirci, drogarci, delinquere, mettere croci a testa in giù. Tanto più che la croce a testa in giù è la croce di San Pietro – è risaputo, di quest'uomo si dice che non sentendosi degno della crocifissione identica a quella di Cristo, di sua sponte domandò di essere crocifisso a rovescio. Ed è su San Pietro che si presuppone sia edificata la vostra Chiesa, dunque è anche ora che facciate pace con la croce piantata in quel modo, che è cosa vostra, non nostra.

Non posso negare che esistano frange di mentecatti che, privi di qualsivoglia cultura e carenti di intelligenza, disprezzano la dottrina cristiana pur dandola per attendibile, e contestualmente eleggono a loro divinità la figura da voi denominata demonio: e credendo nell'esistenza del diavolo tentano di compiacerlo, compiendo le azioni che voi stessi avete deciso che i suoi seguaci debbano compiere. Voi stessi avete creato questo abominio. Voi avete creato il diavolo, voi avete creato i suoi adoratori. Ricordatevi bene quello che sto per dirvi: quella merda è la vostra merda, è l'altra faccia del cristianesimo, è il vostro dogma che si riflette nella stupidità della feccia.


A tutti quelli che dicono che i Satanisti sono lussuriosi e promiscui

Vorrei dire che per quel che mi riguarda io ho un compagno di vita e che sto bene con lui. Ne conosco tanti altri così. Tuttavia qui adesso parlo per me, ovviamente, perché non posso essere nella testa degli altri o garantire per nessuno a parte me stessa: ma questo è quello che vivo personalmente e posso affermare che mai nessuna Divinità mi ha istigata a vivere in modo disordinato o promiscuo la mia vita sentimentale o sessuale. E che il mio percorso Satanico non ha mai cambiato la mia percezione di come sia giusto vivere un rapporto di coppia: per me la fedeltà è fondamentale, la do e la pretendo. Non sono mai stata una bacchettona e non giudico altri modi di vivere la propria vita sessuale, sono stata single e ho avuto una percezione più aperta delle esperienze nei periodi in cui non ero innamorata & impegnata. Ritengo in ogni caso che nel momento in cui si prova un sentimento sincero e ricambiato spontaneamente dall'altra persona, la monogamia e la fedeltà assoluta siano requisiti fondamentali in una relazione.  Delusi? Mi dispiace... anzi, no. Mi sto divertendo tantissimo.



A tutti quelli che mi dicono che finirò posseduta

O come dicono alcune menti eccelse, che finirò “impossessata”, vorrei dire che non si può mettere il mare dentro ad un bicchiere. I Demoni sono GLI DEI, sono creature immense, ancestrali, complesse, formidabili! Non hanno bisogno della nostra carne, per Essere. E non possono essere contenuti nei nostri minuscoli involucri. Là fuori, appena oltre il limitare del mondo invisibile agli occhi, c'è tutto un universo brulicante di energie, anime, spiriti, essenze, entità, che non sono tutte divine. Ci sono anime perse che non sanno staccarsi dal confine del mondo, e ci sono larve spiritiche, ed esiti di malefici, eggregore, forme pensiero: sono queste le cose che entrano dentro agli incauti che aprono porte senza essere in grado di gestirne le conseguenze, non certo gli Dei.  Casomai gli Dei, ben lungi dall'infestarci, possono aiutarci a liberarci di tali indesiderate e perniciose infestazioni, e gli Antichi lo sapevano bene, basta studiare (!) e presto si trova che era cosa ben risaputa e che in ogni Pantheon c'erano Dei 'specializzati' nel risanare i mali dell'Anima. Per quel che mi riguarda, non ho mai messo un cerchio tra me e una Divinità. Non ho mai posto un limite, non ho mai preso una difesa verso gli Dei. Mai. Nessuno mi ha mai posseduta. Nessuno mi ha invasa, nessuno mi ha coercita, nessuno mi ha mai imposto niente, nessuno mi ha mai tolto la mia volontà. Mai nella vita. Libertà, Giustizia, Verità. Consapevolezza, Coscienza, Rispetto. Sono queste le prerogative e i Valori di Satana e di tutti i suoi Dei. Il Satanista si ispira a questi Valori e tende ad abbracciarli per migliorare ed Evolvere Se Stesso, e dagli Spiriti Divini riceve lo stesso trattamento.


Viviamo senza clero, senza chiese, senza dogmi. Viviamo senza una religione precostituita, restaurando il Culto dei nostri Avi in condivisione fraterna.
Gratuitamente. Senza mercificare. Senza imporre. Viviamo in nomine Satanas (quello vero).


In Nomine Satanas Dei Nostri Luciferi Excelsi.

 

 

Kate Ecdysis

Anno MMXVIII

 

 

 

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IL MASSACRO DELLA DEA E LA VERGINE DELL'INGANNO

 



Il Cristianesimo affonda la sua presunta radice nel giudaismo, le cui sacre scritture, tradotte in lingua ellenistica, iniziarono a circolare nel mondo greco-romano intorno al primo secolo, e furono adottate dai primi cristiani come 'antico testamento': da qui hanno avuto origine il concetto di monoteismo, l'attesa di un messia, il sacerdozio e la preghiera tramite i salmi. Con il passare del tempo, il cristianesimo si delineò con tratti sempre più distinti: già verso il secondo secolo iniziò a discostarsi dall'ebraismo in modo evidente, assumendo i connotati di una vera e propria religione.

Che ci sia stato oppure no, in quel periodo o qualche tempo prima, un 'povero cristo' che se ne andava in giro ad ammaestrare le folle, poco importa: sta di fatto che in mezzo al mucchio c'era un bel po' di gente che aveva sentito parlare di un certo Mithra, e che provava simpatia nei suoi confronti. Pare infatti che a Pozzuoli, intorno al 70 a.c, fossero sbarcati i pirati della Cilicia, sconfitti da Pompeo e successivamente deportati a Roma come schiavi. I Cilici portarono con sé i racconti di terre lontane, e parlarono a chiunque avesse voglia di ascoltarli anche del loro dio, che si chiamava Mithra, conosciuto a Roma anche come 'Sol Invictus'.Il culto di Mithra era in giro da un bel po': almeno da 1400 anni! In Persia prima, in Frigia poi, per molti secoli la sua mitologia venne tramandata, narrando del dio-sole sceso in terra per volontà di un padre celeste, che ad un bel momento si materializzò in mezzo a noi per mezzo di una vergine: eccola qui, la prima versione di madonna. 
Nell'ampio lasso temporale durante il quale si parlò di Mithra, e nei vari luoghi dove il suo culto fu sentito, vennero fatte varie ipotesi sulla natura della vergine che diede i natali a questo messia: chi aveva il calendario che iniziava nella costellazione della Vergine, identificando Mithra con il Sole disse che era un'allegoria, che stava a rappresentare appunto il Sole che nasceva dalla costellazione della Vergine.Altri dissero che la madre di Mithra si chiamava Anahita: questo è il nome di una Dea iranica, e anche un aggettivo che significa 'pura' in persiano antico.Altri ancora, infine, dissero che la vergine in questione era una pietra, dalla quale Mithra sorse già fanciullo.


Da parte di tutti coloro che si convertirono al culto del dio-sole, a Roma, non vi fu un culto speciale riservato alla madre di Mithra (anzi molti romani inizialmente preferirono la versione in cui Mithra nasce dalla pietra): per trovare una madonna come la conosciamo noi oggi, occorre attendere ancora qualche secolo. In compenso, il resto c'era già più o meno tutto.Parecchie persone si interessarono alla 'nuova' divinità mediorientale, sopratutto soldati, affascinati dalla promessa di una salvezza eterna. Vennero eretti numerosi Mitrei dotati di altari sacrificali, dove i tori venivano sgozzati per battezzare i convertiti con il sangue. Ogni Mitreo era gestito da sette Patres capeggiati da un Padre dei Patres (che veniva abbreviato in Pa.Pa) e nei Mitrei si tenevano, oltre ai battesimi, i riti del pasto comune a base di pane, acqua e vino, in ricordo dell'ultimo pasto consumato da Mitra prima di ascendere ai cieli sul carro del Sole.Il Mitraismo godette della simpatia di alcuni imperatori, tra cui Diocleziano, Settimio Severo, Nerone e Caligola; così, trasportato dai centurioni, si diffuse anche in Germania, e poi più su, fino all'Inghilterra. Ci fu addirittura un tempo in cui si dice che il nascente cristianesimo e il mitraismo si contendessero fedeli, e in alcuni casi pare che si siano fusi in una chimerica collaborazione, come quella volta che Costantino, non ancora convertito, per non scontentare nessuno scese in guerra esponendo entrambe le bandiere.


Anche le prime stesure dei vangeli si dice che risalgano a questo specifico periodo: tralasciando quanto riportato dai cristiani militanti, che anche in quanto a datazioni sono piuttosto approssimativi, pare che vi siano parecchie gravi inesattezze, e grosse incongruenze perfino tra un vangelo e l'altro.Nel vangelo attribuito a Marco, che pare essere il più antico, non viene descritta in alcun modo la supposta nascita miracolosa del cristo, che anzi in questa stesura allontana la propria famiglia umana (compresa sua madre!) accusando tutti di essere dei miscredenti.In quello attribuito a Giovanni, Maria appare due volte soltanto, in occasione delle nozze di Cana, e poi di nuovo come special guest durante la crocifissione.I due vangeli di Matteo e Luca infine, più recenti (databili già successivamente alla prima generazione di cristiani) il racconto della nascita miracolosa e verginale è sì presente, ma strutturato sottoforma di aggiunta iniziale (forse per l'esigenza di allineare anche questo aspetto con il Mitraismo?) dunque, per questa e per altre ragioni (finalmente) alcuni studiosi moderni ipotizzano che di fatto questi due vangeli non raccontino una reale cronaca storica, ma che piuttosto consistano di una forma narrativa basata sulle convinzioni religiose di chi li scrisse.Grosse novità sulla madonna comunque non se ne trovano neppure qui, neppure nel vangelo di Luca, dove Maria c'è più spesso, esce fuori niente di eclatante.


Quando nel 390 Teodosio, insieme a Valentiniano e Graziano promulgò l'Editto di Tessalonica, il paganesimo venne posto fuori legge insieme a qualsiasi Culto e qualsiasi dottrina che non fosse targata cristianesimo: fu in quel frangente che il culto di Mitra divenne anch'esso indesiderato, considerato dannoso e bollato come passibile di persecuzione.Saccheggiato il saccheggiabile (nomi, date, ricorrenze, rituali e liturgie) tutti i seguaci di Mitra furono brutalmente convertiti, anzi per meglio dire riconvertiti alla loro stessa religione, obbligandoli a rinominare mithra in cristo, e poi ricollegando il tutto al giudaismo quale 'radice' imprescindibile.E la devozione alla madonna? Ancora no, non pervenuta. Cioè, una genitrice (vergine) abbiamo visto che così come ce l'aveva avuta mithra, anche il cristo ce l'aveva, ma per il momento le persone ancora non se la cagavano di pezza.

Il fatto è che ad un bel momento la chiesa ha avuto bisogno di costruire una madonna, e prepotentemente metterla di mezzo. La gente infatti non era tutta seguace del dio-sole, anzi: per la maggior parte le persone, gli Italici, i Romani continuavano ad essere Pagani, e imperterriti in barba alle persecuzioni continuavano a cercare il femminile nel Divino. I Romani amavano profondamente le loro Dee, e nonostante le proibizioni, il terrore, la violenza e la repressione, nonostante i templi distrutti e le pene severe, continuavano a ritornare alle Madri Divine, e a portarsele nel cuore. Si rese quindi necessaria una deviazione dal maschilismo della nuova religione: bisognò prendere quella figura verginale che faceva capolino già nel mitraismo, e delinearla per darla in pasto ai popoli, accrescerla perché la gente la notasse, e promuoverla affinché si sostituisse a tutto ciò che prima era stato madre. Non doveva essere opzionale, ovviamente. Doveva essere qualcosa di indiscutibile, regolamentato, lapidario: una figura femminile di riferimento concessa al popolo, ma che fosse assolutamente umana e non divina, affinché non oscurasse la supremazia maschile del padre celeste.Non fu un problema proseguire l'opera di aggiustamento:  già nel 375 la nascente chiesa aveva aggiunto i santi e gli angeli, per venire incontro alle tendenze politeiste della società; e fu così che nel 431, con il Concilio di Efeso la madonna entrò a far parte del catechismo, proclamata 'madre di dio', e offerta al popolo come surrogato con cui riempire gli stalli lasciati vacanti dalle Dee ormai proibite.Perché è questo il modus operandi della chiesa: prendere tutto ciò che serve per costruire i suoi castelli, e poi distruggere tutto quello che smette di far comodo. Saccheggiare a piene mani qualsiasi cosa possa accattivarsi la sequela delle masse, e poi distruggere le stesse genti da cui hanno saccheggiato. Modificare qualsiasi cosa non serva più allo scopo, aggiungendo e sottraendo arbitrariamente e senza darsi pena di giustificare il cambiamento.


Non poteva essere fiera e indomita, questa madonna nata per tappare un buco, e rifinita su misura come serva della chiesa. Non poteva essere sensuale, volitiva, agguerrita o indipendente.Doveva essere sottomessa, e come tale fu strutturata: predestinata, pura, priva di desideri carnali e completamente asservita al compito deciso dal suo dio. E come per tutte le altre cose, anche in questo la chiesa ha preso, distrutto, masticato, e infine vomitato fuori il suo prodotto: un simulacro svuotato da ogni anelito di vita, un pallido riflesso che non è più dea, ma statua mutila, guscio secco, carne senza fremito. E a questo insulto ha messo i Sacri Nomi, perché la gente riconoscesse in esso un'Essenza che di fatto non poteva più esservi compresa.


Tra i tanti crimini commessi dalla chiesa, il massacro delle Dee è forse quello che mi suscita il più profondo senso di orrore: non doveva avere ali né spada, non doveva avere seno né desiderio la madre di dio. Senza ritegno furono gettati nel fango l'Arco di Diana e la Spada di Freya. Senza vergogna furono divelte le Sacre Ali di Iside e le Sacre Corna di Hathor. E che nessuna donna potesse mai più plaudire se stessa, contemplando la Sacra perfezione del proprio Sesso! e che nessuna donna potesse mai più trovare dentro se stessa la Sacra Lussuria di Lilith: la Donna sacrificale era infine compiuta, affinché tutte le donne prendessero esempio.La Donna sacrificale, infine, era senza.


Senza labbra, senza vagina. Senza clitoride.Solo un utero che non sa più creare, che per dare la vita deve aspettare che qualcuno lo fecondi, senza trarne il seppur minimo brivido di godimento della carne.Un utero frigido che possa procreare a comando, che non possa decidere se e quando dare la Vita, che non possa decidere se e quando dare la Morte.Ecco: è questa la madre di dio, la dea che non è più dea, la madre infibulata, la carne senza desiderio, colei che accoglie e intercede, perché altro non le è concesso di fare. E la chiesa le ha messo il nome di signora del cielo e regina del mare: usurpandolo alla magnificenza di Iside e di Ishtar, di Ayda Wedo e di Yemaja. Strappandolo all'immensa grandezza del Grembo di Nut e alle Lune splendenti di Lilith. E poi l'ha innalzata, elevata, indicata sulle pubbliche piazze, esortando la gente a inchinarsi alla madre di dio, obbligando ogni donna a prendere esempio dalla vergine santa.


Sia maledetto chi ha soffocato la Danza delle Guerriere, sia maledetto chi ha nascosto la Fiamma della Santa Lussuria ...


Eppure, la gente si accontentò della madre di dio e iniziò a venerarla, rendendola oggetto di vere e proprie richieste di grazia, cominciò a pomparci dentro energia e continuò a farlo per i millequattrocento anni a venire.Quando decine, centinaia, migliaia di persone dirigono in massa il loro pensiero e le loro preghiere verso lo stesso oggetto, lo caricano, lo accrescono, gli danno spessore. Creano un ente quasi senziente, un essere dotato di corpo e sostanza: così la madonna acquisì la torbida essenza delle forme-pensiero, si coagulò e si estese, addensandosi, consolidandosi come energia percettibile, opaca, impermeabile. Da simulacro artificiale che era in principio, acquisì una struttura e mutò, costituendosi eggregore. Nel frattempo la chiesa proseguiva nel suo processo di adattamento costante e accrescimento infestante, e incurante dell'insulto all'intelligenza che produceva, sancì sette nuovi dogmi:


Nel 955, la canonizzazione dei santi: allo scopo di instillare nella mente dei fedeli il senso di irraggiungibilità di una condizione di grazia, e provocando di conseguenza una maggiore tendenza alla sottomissione.Nel 1055, l'esistenza del Limbo: prima si andava o di qua, o di là. Da questo dogma in poi, i non-battezzati poterono tranquillamente soggiornare all'inferno, ma con pene nettamente meno severe rispetto a quelle riservate ai peccatori battezzati.Nel 1079, l'obbligo di celibato dei preti: eh sì, fino all'anno prima potevano prendere moglie. Però prendendo moglie poi generavano figli, e i figli ereditavano il patrimonio paterno. Per questo, Papa Gregorio decise che era meglio farla finita con questa inutile dispersione di dote. 
Nel 1215, la transustanziazione: da qui in poi le ostie non sarebbero più state acqua e farina, ma vero corpo e sangue (vabbé). Nello stesso anno, non pago della recentissima innovazione, papa Innocenzo III introdusse anche l'obbligo della confessione auricolare: un vero e proprio colpo di mano, che permise alla chiesa di entrare in possesso di tutti i segreti più oscuri della nobiltà.Nel 1311, il battesimo per aspersione di tutti i fanciulli: e da qui in poi, il cristianesimo viene ammannito di default a tutti gli infanti (non che prima non si facesse mai, ma con questo dogma diventa proprio una consuetudine).Nel 1439, l'esistenza del purgatorio: quale migliore campagna pubblicitaria di questo nuovo spauracchio, per far impennare le vendite delle indulgenze?


Tra un'aureola, un cilicio e una mitra ben dritta sulla testa del papa, la chiesa infingarda spadroneggiò per tutta la durata dei secoli bui, alimentata dalla sottomissione (e dalle gabelle) dei suoi stessi fedeli.Ma ecco che all'orizzonte si profila una luce: non è luce divina, eppure è potente, e fende le nebbie dell'ignoranza con freddo furore. E' la luce della Ragione, è l'Illuminismo che si espande come un'aria nuova, e dissipa la densa superstizione, conquistando letterati e potenti, e fiaccando il potere ecclesiastico che fino ad allora era rimasto indiscusso.Santa madre chiesa perdeva terreno. Per questo Pio IX decise che era giunto il momento di portare la madonna ad un nuovo livello: puntando sull'assonanza tra madre-chiesa e madre-di-dio, giocò il tutto e per tutto sulla divinizzazione della madonna, e nel 1854 decretò che era stata concepita senza il peccato originale. L'immacolata concezione servì ad aumentare il grado di divinità di Maria, richiamando su di essa l'attenzione di quanti si erano distratti strada facendo, rinnovando il senso di sottomissione, e di conseguenza ripristinando un livello apprezzabile di obbedienza.


Nel 1870 il governo Italiano offrì a papa Pio IX una garanzia di 'indipendenza spirituale della sede ecclesiale', in cambio di una pacifica resa che consentisse a Roma di divenire Capitale d'Italia, ma Pio IX rifiutò categoricamente. Fu così che il generale Cadorna aprì la famosa breccia di Porta Pia, attraverso la quale i bersaglieri entrarono e conquistarono l'Urbe, mettendo fine all'ultimo stralcio del potere temporale ecclesiastico.Fu allora che Pio IX sancì un nuovo dogma, dichiarando se stesso, e ogni altro papa futuro, infallibile: il dogma dell'infallibilità papale rappresenta l'ennesimo escamotage per compensare la perdita di potere, l'ennesima mutazione del costrutto ecclesiastico per sopravvivere all'avanzare dei tempi.


Con la proclamazione del dogma dell'assunzione (recentissimo) la chiesa sfiora palesemente il ridicolo. A partire dal 1950 infatti, pare che la madre-di-cristo si sia involata tutta intera, e ai cristiani sta bene così come sta: sul calendario c'è una festa in più, è il ferragosto.Voci di corridoio riportano che presto un nuovo dogma potrebbe aggiungersi alla lista: nel frattempo il vecchio Ratzinger ne ha abrogato uno (dal 2007 il Limbo non è più in vigore), e a quanto pare tra non molto la madonna sarà proclamata corredentrice di tutte le grazie. O forse no, perché come ogni volta dovranno disquisire, farla cadere un po' dall'alto e farsi anche notare. E allora questo dogma della madonna si, o no? Si accettano scommesse, gli allibratori la danno per piazzata dieci-a-uno.
E poi ci siamo noi. Noi Satanisti, noi Pagani, noi Figli delle Dee, che camminiamo sul Nostro Sentiero, ma respiriamo la stessa aria che respirano anche gli altri, e siamo immersi nello stesso inconscio collettivo che non ci permea, ma volenti o nolenti frena i nostri passi, come una melassa viscida che si allaccia alle caviglie, una nube vischiosa che filtra fino a lambirci il viso.


Madre.
Perché è così difficile meditare Madre, percepire Madre, visualizzare Madre?Perché è così difficile raggiungere l'Essenza della Madre?
Perché l'eggregore-madonna è estesa, è densa, è fetida. Perché nasciamo imbevuti di cristianità, e non bastano mille risvegli a risciacquarci l'anima dall'immane paravento che si erge tra i nostri Occhi dell'Anima, e la reale Essenza del Divino.Liberarsi dall'eggregore, combatterla, distruggerla, vedere oltre: è compito di ognuno di Noi, di ogni Figlio di Satana. E quando il paravento cade in pezzi, gli Occhi dell'Anima possono vedere la Magnificenza: non esiste chiesa che possa distruggere l'Essenza, non esiste dogma che possa soffocare il Vero, non esiste papa che possa uccidere gli Dei.
La Madre Vive.
Onore alla Madre, Onore a Satana.

 

 


Kate Ecdysis

Anno MMXVI

 

 

 

 

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LE PERSECUZIONI NELLA STORIA

- Dalla Civiltà alla Cristianizzazione -

 

 

Quello che rende grande una civiltà è il suo saper provvedere al sostentamento e al bene dei singoli che la compongono. Una nazione come viene intesa esiste quando vi sono: un territorio, un popolo che lo abita, e un sistema giuridico di norme che regoli la vita comune e gestisca lo stato. Una civiltà, che spesso può non coincidere con il concetto di “nazione”, lascia sempre tracce della sua esistenza, tracce che, testimoniano il grado di avanzamento, progredimento, stabilità e benessere dei cittadini e dello stato stesso. Cosa non meno importante che deve essere presente è un concetto tanto semplice quanto utopistico a volte: la libertà.

Libertà, un termine usato a dismisura tutt’oggi, dove l’essere di facili costumi o sessualmente libertini sembra essere diventato un dovere più che un diritto, e perfino il fenomeno della trasgressione, quell’atto così semplice eppure pregnante di un significato che è la stessa “Libertas” svuotato del suo più puro significato e ridotto a un semplice essere ribelli per riempire il vuoto che per molti è “il male di vivere”. Uno stato tuttavia, di queste cose non si cura, lascia totale spazio e discrezione al cittadino per i suoi pensieri, le sue idee, il suo orientamento politico, e di conseguenza, il proprio credo religioso. La penisola italica, nella sua lunga tradizione, ha avuto tutti e tre: un grande nazione, un grande stato, e una grande Civiltà.

Quello che inizialmente era stato un insieme di capanne su sette colli, in un arco di tempo relativamente breve, è diventato un grandissimo Impero che ha fatto prosperare l’intera Europa, ha riunito quasi tutti i popoli indoeuropei sotto un unico vessillo facendo prosperare ogni sua singola provincia, ogni suo singolo cittadino, e ancora oggi la latinità trasuda valori quali: civiltà, rispetto, onore, gloria, forza, unità. Tutti questi valori erano sentimenti molto condivisi e rispettati dal civisromanus, che si è sempre operato per avere una vita piena di dignità e rispetto per gli Dei che hanno cresciuto questo popolo sin da quando i suoi unici componenti erano solo semplici pastori. Babilonia, l’impero Persiano, il regno ellenistico di Alessandro Magno, e poi Roma, i più grandi esempi, tralasciando la Grecia classica e arcaica chiaramente, che si possano fare per comprendere il concetto di Libertà. Quello che viene da chiedersi è, “Perché?”.

Perché il cittadino era trattato con rispetto e dignità, tralasciando il fenomeno della schiavitù, che in un epoca come quella pagana era d’usanza in nove civiltà su dieci, ma che, a mio parere, con il progredire del tempo, delle menti e della tecnologia, sarebbe stato abolito da sé, nessuno stato dei citati ha mai imposto qualcosa alle genti sottomesse, se non la lingua, la moneta, e alcuni tributi da pagare come imposte per il mantenimento dello stato, una tassa ante litteram. Babilonia, la prima grande metropoli, dove sono confluiti popoli di varie lingue ed etnie, tanto era lo splendore di questa città che Alessandro Magno se ne innamorò e decise di trasferire la sua dimora lì, dove morì, oltretutto, a rafforzare ciò, la famosa Torre di Babele, il cui vero nome è Etemenanki, ossia, “casa delle fondamenta del cielo e della terra”. La Persia, un impero vastissimo e ricchissimo, dove il Gran Re esigeva solo rispetto e tributi e lasciava tradizioni, culture e religione alla sola scelta personale.

L’età Ellenistica, dove il progredire dell’uso della ragione ha portato alla nascita di nuove filosofie e correnti di pensiero, dove Divinità di culture all’apparenza antitetiche si sono fuse tra loro dando vita a nuovi Dei, quali ad esempio Ermanubis, frutto della fusione tra Ermes ed Anubis.  Roma è l’ultimo baluardo di civiltà pagana intesa nel senso più vicino a noi prima del cristianesimo. Con il suo grande impero, che nella fase della sua massima espansione comprendeva tutto il continente a partire dall’Iberia, la Gallia, la Grecia e l’Anatolia, passando poi a sud per l’Egitto e tutto il nord-Africa, e poi a settentrione fino a sud della Germania e una buona parte della Britannia, l’urbe è stata ammirata da tutto il mondo dell’epoca, e anche futuro, per le eccellenti condizioni di vita dei suoi cittadini, i letterati famosi che vi hanno operato, i teatri, le terme, le arene e tutte le grandiose strutture che i latini hanno esportato in tutta l’Europa. Ma, poiché gli stessi latini non erano affatto stupidi, per evitare rivolte nelle province conquistate, e soprattutto, perché non gli importava affatto di imporre le proprie tradizioni e la propria religione, hanno sempre lasciato intatte culture, folklore, Divinità, feste, vacanze e usanze proprie di coloro con cui sono sempre entrati in contatto. Eppure, oggi questa grandiosa civiltà portatrice di pace, cultura e ragione è spessissimo accusata dagli ignoranti di aver ucciso il “figlio di dio”, e aver perseguito i suoi seguaci, i primi cristiani.

 

Quello che non viene mai menzionato, molto probabilmente perché se ne è all’oscuro, è proprio quanto detto precedentemente riguardo gli atteggiamenti dei Romani nei confronti delle altre popolazioni, e i veri motivi che hanno portato allo scontro tra cristiani e pagani.

Il cristianesimo inizia ad essere praticato e seguito assiduamente molti anni dopo la morte di cristo, avvenuta secondo le fonti, di parte chiaramente, nel 33 d.c. sotto l’imperatore Tiberio, successore di Augusto, sotto il quale si colloca invece la data di nascita. Tralasciando le fonti che sono state palesemente alterate per quanto concerne la nascita, è bene precisare che non esistono fonti pagane contemporanee dell’epoca che accertino l’esistenza di questo cristo, tuttavia, una testimonianza che non può essere assolutamente tralasciata visto il peso nella storia del pensiero che ha avuto, è l’autore latino Tacito, uno storico che ha descritto popoli barbari e ha parlato anche di cristianesimo. Fonte sempre citata dagli stessi cristiani a sostegno delle proprie tesi, è evidente che nessuno si è mai azzardato ad aprire un libro scritto da Tacito, vista l’aggressività con la quale si scaglia nei confronti del cristianesimo e del pericolo che esso costituisce per l’impero.

“"Nerone si inventò dei colpevoli e colpì con supplizi raffinatissimi coloro che il popolo, odiandoli per i loro delitti chiamava cristiani. Prendevano il nome da Cristo che, sotto l'imperatore Tiberio, era stato condannato al supplizio dal procuratore Ponzio Pilato. Momentaneamente soffocata, questa rovinosa superstizione si diffondeva di nuovo, non solo per la Giudea, origine di quel flagello, ma anche per Roma, dove da ogni parte confluiscono e trovano seguaci ogni sorta di atrocità e cose vergognose.

Perciò, inizialmente vennero arrestati coloro che confessavano, quindi, dietro denuncia di questi, fu condannata una grande moltitudine, non tanto per l’accusa dell'incendio, quanto per odio del genere umano. Inoltre, a quelli che andavano a morire si aggiungevano beffe: coperti di pelli ferine, perivano dilaniati dai cani, o venivano crocifissi oppure arsi vivi in guisa di torce, per servire da illuminazione notturna al calare della notte.

Nerone aveva offerto i suoi giardini e celebrava giochi circensi, mescolato alla plebe in veste d’auriga o ritto sul cocchio. “Perciò, benché si trattasse di rei, meritevoli di pene severissime, nasceva un senso di pietà, in quanto venivano uccisi non per il bene comune, ma per la ferocia di un solo uomo" - Tacito, Annales 15,44).

Il testo parla da sé, e non meriterebbe altre spiegazioni, ma a riguardo bisogna anche sfatare il mito secondo cui sarebbe stato Nerone stesso ad incendiare Roma, poiché sempre storici latini affermano di come l’imperatore si sia dato da fare per soccorrere le vittime, mise a disposizione i suoi giardini e la sua stessa proprietà a servizio di coloro che ne avevano bisogno e pagò di propria mano ogni danno causato dall’incendio. Per cui, il Nerone cattivo e spietato che viene continuamente propinato, colui che avrebbe ucciso Pietro e Paolo, era molto meno crudele di quanto si voglia far credere, visto che l’incendio fu dovuto a cause naturali.

Quindi, come già espresso anche da Tacito, i Romani non hanno mai avuto un astio a prescindere contro i cristiani, bensì perché il loro credo era qualcosa che andava a ledere le fondamenta dello stato. Questo concetto di un dio che viene ucciso da uomini, di sottomissione e benevolenza verso il nemico, era assolutamente inconcepibile per una realtà come quella latina, che ha sempre esaltato valori quali, la forza, la virtù, la vittoria in guerra, la devozione verso gli Dei, per i quali non sono mai stati compiuti sacrifici per pietà, o per entrarvi nelle grazie, ma come ringraziamento e offerta per un qualcosa.

Quando il credo cristiano ha quindi iniziato a corrompere i comuni costumi su cui lo stesso stato Romano si è sempre fondato, qualcosa è scattato, le continue diserzioni nell’esercito, la propaganda contro l’imperatore e la religione pagana, il culto dell’imperatore come “Divus”, fattori che mai i latini si sono mai azzardati a compiere nei confronti di qualche popolo.

Credete davvero che una città ormai cosmopolita quale Roma al tempo avrebbe avuto problemi ad accettare l’entrata in scena di un ulteriore dio? Seriamente pensate che la convivenza pacifica tra cristiani e pagani sarebbe stata impossibile? Certamente no. In un Pantheon ricco e variegato come quello Romano, una o più divinità non avrebbero fatto scalpore, tanto che nei circhi e nelle arene capitava spesso che vi fossero delle “cabine” dove ognuno poteva pregare il proprio Dio, qualunque esso fosse, e se i cristiani avessero rispettato le altre tradizioni a loro precedenti, da cui, non smetto di ripeterlo, hanno continuamente RUBATO, mai avrebbero avuto luogo le persecuzioni che tanto sono sbandierate. Perfino l'Ebraismo, in quanto antica religione di un popolo, era tollerato dalle autorità, anche se con difficoltà, fin dai tempi di Giulio Cesare: gli ebrei potevano osservare i loro precetti ed erano esentati dai riti ufficiali. La tolleranza riservata agli Ebrei, nonostante affermassero l'esclusiva conoscenza di Dio, ritenendo empio qualsiasi altro culto, e quasi rifiutassero la comunità umana racchiudendosi in una setta che sdegnava contatti con l'esterno, veniva però a mancare nel momento in cui gli stessi Ebrei, unici nell'impero, si rifiutavano di pagare il contributo a Roma: era illegale, sostenevano, pagare le tasse ad un imperatore (e ad un popolo invasore) empio e idolatra. I Giudei non avevano mai nascosto l'insofferenza, spesso sfociata in rivolte anche sanguinose, nei confronti di Roma, le cui legioni erano altrettanto spesso dovute intervenire con severe rappresaglie e repressioni.

Ma dopo la prima guerra giudaica, la distruzione del Tempio di Gerusalemme, la riduzione in schiavitù e la diaspora, il popolo Ebreo ammorbidì le posizioni intransigenti ed in diversi modi si integrò nella popolazione dell'Impero romano, pur mantenendo una propria individualità come popolo, sancita anche da deroghe e leggi particolari.

La differenza sostanziale tra ebrei e cristiani, che consentiva ai primi di professare liberamente la loro fede mentre trattava con severità, odio e disprezzo quella dei secondi, era che quelli erano una “nazione”, mentre gli altri una “setta”; il rispetto delle istituzioni religiose dei propri padri era un dovere, e l'antichità delle sacre leggi ebraiche, adottate per secoli da un intero popolo dava ai Giudei il diritto di sottostare a quegli obblighi e quelle regole che sarebbe stato empio trascurare. I cristiani, di contro, con la legge evangelica ignoravano le sacre istituzioni dei loro padri, disprezzando ciò che essi avevano da secoli ritenuto sacro. In più, questo allontanamento dalla fede “naturale”, anziché portare ad un avvicinamento a quella ufficiale dello Stato, li conduceva ad un più marcato disprezzo degli dèi e delle istituzioni di Roma, che si manifestava in riti, riunioni segrete e un generale rifiuto del genere umano che non veniva mitigato dall'indubbia rettitudine e moralità dei credenti.

Tra tutti i periodi di persecuzione cristiana di cui si hanno riscontri, in mezzo vi sono periodi di pace e tranquillità, il cristianesimo divenne “religio licita” sotto l’imperatore Costantino, Giuliano l’Apostata, l’ultimo imperatore pagano, vietò ai cristiani soltanto di insegnare letteratura greca e latina, che essi stessi spesso avversavano in modo violento, e un elemento di contrasto tra i due culti fu la condanna per costoro di pagare un tempio pagano incendiato proprio dai cristiani stessi. È con Teodosio che tutti i culti pagani sono ufficialmente vietati e messi fuori legge, da qui, fino a Innocenzo III, papa che darà inizio all’inquisizione, i cristiani continueranno ad insultare, e chiaramente, uccidere, tutto e tutti coloro che non fossero in linea con il loro credo.

 

 

 

 

 

 

PERSECUZIONI PAGANE CONTRO I CRISTIANI:

 

 

Ve ne fu UNA sotto Nerone, di cui si è gia parlato.

126 d.c. – Adriano vieta la circoncisione, la pubblica lettura della legge mosaica e l’osservanza del sabato. Tuttavia in ambito religioso esso affermò valida l’accusa solo se si potesse dimostrare con certezza la colpevolezza dell’accusato, in caso contrario si sarebbe fatto ricorso alle leggi nei confronti dell’accusatore.

250 d.c. – Decio Traiano ordina di sacrificare agli Dei dello stato.

257 d.c. - Valeriano impone il sacrificio agli Dei pagani, pena l’esilio, e vieta le riunioni e le assemblee di culto ai cristiani.

303 d.c. - Diocleziano avvia la persecuzione più grande, distruggendo templi, chiese e libri sacri e viene ordinato di sacrificare agli Dei.

Le persecuzioni terminano nel 311 con l’editto di Nicomedia.

 

 

 

PERSECUZIONI CRISTIANE CONTRO PAGANI ED ERETICI:

 

54 d.c. - Paolo attacca il culto di Diana nella colonia greca di Efeso, si pensa siano stati crocefissi circa trentamila greci che non volevano convertirsi.

250 d.c. - i seguaci della setta gnostica di Saturnino vengono tutti perseguitati e sterminati.

301 d.c. – facendo leva sulla superstizione si incolpano i pagani di una calamità naturale, i sacerdoti pagani vengono tutti massacrati e i templi di Miithra o altri Dei completamente distrutti.

313 d.c. – Ario e la sua dottrina vengono considerati eretici.

314 d.c. – la chiesa cristiana attacca il culto di Artemide come stregonesco e demoniaco.

319 d.c. – Costantino esonera la chiesa dalle tasse e i pagamenti, i preti non devono prestare servizio militare, tra l’altro, la famosa donazione di Costantino verrà smentita nel 1440 e riconosciuta come un falso storico da Lorenzo Valla, ma la chiesa non lo terrà mai in conto.

330 d.c. – Costantino ruba tesori e statue pagane dalla Grecia per abbellire la nuova Roma, i cristiani incendiano Bayeux, centro del culto di un Dio Celto-Romano, i sacerdoti sono sterminati.

334 d.c. – tutti i templi pagani vengono chiusi.

337 d.c. – Costantino viene fatto santo.

341 d.c. – Costanzo perseguita indovini ed eretici.

357 d.c. – Costanzo proibisce la divinazione e la magia.

373 d.c. – il termine “pagano” è usato come dispregiativo per indicare i Gentili.

381 d.c. – sono saccheggiate le biblioteche pagane nella parte orientale dell’impero romano.

382 d.c. – Graziano ordina di spegnere il fuoco di Vesta.

389 d.c. – vietate tutte le manifestazioni pagane non presenti nel calendario cristiano.

391 d.c. – vietate le visite ai templi pagani distrutti e anche il solo guardare le statue.

401 d.c. – a Cartagine i cristiani uccidono tutti i pagani.

415 d.c. – i cristiani smembrano viva la filosofa Ipazia di Alessandria, i pezzi del corpo sono portati per le vie della città e bruciati insieme ai suoi libri.

429 d.c. – saccheggiato il Partenone ateniese e i Greci che ancora onorano la Dea vengono uccisi.

In tutto l’arco di tempo che va dal 429 fino al 1095 le persecuzioni non mancano assolutamente, vi sono decreti su decreti a distanza di pochissimi anni, ma passo oltre per l’importanza che riveste l’anno.

1095 d.c. – indetta la prima crociata, negli anni seguenti sono trucidati migliaia di ebrei, musulmani ed eretici anche solo durante il viaggio in terra santa.

1147 d.c. – inizia la seconda crociata.

1189 d.c. – al via la terza crociata.

1198 d.c. – quarta crociata.

1208 d.c. – inizia lo sterminio dei catari.

1212 d.c. – visto il fallimento delle spedizioni in terra santa ci si convince che gli uomini sono peccatori, vengono mandati quindi centinaia di bambini armati perché si pensa siano puri e degni di ricevere cristo, il risultato è un massacro senza precedenti.

1217 d.c. – quinta crociata.

1227 d.c. – sesta crociata, l’unica senza spargimenti di sangue, risolta con un matrimonio.

1248 d.c. – settima crociata.

1269d.c. – ottava crociata.

1270 d.c. – nona crociata.

1271 d.c. – decima e ultima crociata.

1278 d.c. – impiccati 278 ebrei perché accusati di omicidio rituale.

1391 d.c. – 4mila ebrei sterminati a Siviglia.

1412 d.c. – Giovanna D’Arco è bruciata viva.

1555 d.c. – gli ebrei sono rilegati dal papa nei ghetti, chiamati “serragli per ebrei”.

1562 d.c. – 300 persone in Germania sono bruciate vive accusate di stregoneria.

1692 d.c. – processo alle streghe di Salem in America.

1870 d.c. – viene istituito il “dogma dell’infallibilità papale”.

1965 d.c. – la chiesa riconosce ufficialmente la scorrettezza della persecuzione degli eretici.

 

(Si tenga presente che i periodi di persecuzioni lontani tra loro sono stati volutamente tagliati da me che scrivo per questioni di tempo, il numero delle vittime del cristianesimo è incalcolabile).

 

Arrivati a questo punto, mi sento solo arrabbiato, furioso, iracondo contro un credo tanto falso quanto idoneo solo ai deboli e ai servi, e ancora più fiero del cammino che mi ha portato a questo punto in questa fase della mia vita. Per cui, un appello va a tutti i giovani, a tutti i ragazzi, il futuro di questo mondo, coloro che erediteranno la Terra in cui verranno sepolti i propri padri, la Terra che li ha generati… Il mio appello è quello di combattere, di non essere solo semplici vasi da riempire, ma fiaccole altamente instabili che aspettano solo di essere accese, fiaccole per illuminare questo buio e questo oscurantismo per riportare in vita gli antichi splendori che ci sono stati tolti. Il Satanismo è una via meravigliosa, e in modo anche molto umile, il mio articolo si chiude con un pensiero a Padre Satana, con un grazie per avermi fatto crescere, migliorare, un grazie per quanto ha fatto e quanto ancora farà per me. Un semplice grazie con tutto l’amore che il mio cuore da umano possa sopportare e comprendere.

 

 

 

LUCIUS WAGNER

 

 

LA MIA ESPERIENZA ALL'INTERNO DI UNA SETTA CATTOLICA

 

 

Camminano tra noi. Vivono, lavorano, si sposano, si riproducono a più non posso, e nel frattempo parlano, parlano con tutti, si infiltrano e diffondono la loro verità. Si riuniscono tutti i venerdì, nelle sale parrocchiali e nelle chiese, e là dentro cantano e saltano per ore, battono le mani, vanno al microfono a dire i loro fatti personali. A volte emettono strani suoni, danno fuori di matto, si buttano per terra: invasati? Oh, no. Loro hanno i Doni, e pur se andassero per valle oscura, non temerebbero alcun male. Ma se nomini Satana, o dici Lucifero, loro sbiancano, ti fanno segno di abbassare la voce, e guardandosi intorno con circospezione sibilano: 'No no.. non lo dire. Quello Del Piano Di Sotto: sai, è meglio dire così..' e cambiano discorso, infilano qualche lode al loro dio nella frase successiva, come lo scongiuro di una scaramanzia.

Signori e signore, vi presento il Popolo Eletto, i cattolici 2.0, l'ultimo baluardo prima dei Neocatecumenali: il Rinnovamento Carismatico, visto da talmente vicino che vi sembrerà di esserci stati dentro. Un mondo parallelo dove è vietato ragionare troppo, perché i dubbi sono figli del 'maligno'. Un mondo che ti sembra vasto fino al giorno in cui ti prendono, e poi ti si chiude addosso, tagliando tutti i ponti.

 

Come ti prendono? In qualunque modo possibile. Loro 'evangelizzano'.

 

A volte in modo lento, graduale, soft: aspettano che tu abbia un attimo di debolezza, che la vita ti giochi un brutto tiro, e poi ti risucchiano in un vortice di 'fratellanza' e 'comprensione' da cui difficilmente riuscirai a liberarti; a volte martellandoti con assalti continui al limite dello stalking; a volte con il terrore,  facendo leva sulle tue disgrazie per puntualizzare quanto la tua condotta 'fuori dalla grazia' sia la causa del tuo male. L'importante è 'evangelizzare'. Se sei uno di loro, non puoi non farlo: ti insegnano che se non evangelizzi, non sei utile, che quella è la tua missione. Lo devi fare, come un butta dentro che passa gli ingressi di una discoteca in mezzo al viale, e non ha importanza quali saranno le motivazioni che porteranno le persone a frequentare il prossimo incontro, l'importante è che vengano. Presero anche me. Avevo sedici anni, ero una ragazzina sensibile, costantemente arginata da una famiglia che reprimeva qualsiasi mio tentativo di autonomia. Ero come un gas in crescente entropia, compresso in una camera angusta.

Venne il giorno che ne combinai una un po' più grossa, di quelle cose che poi da grande ti fanno ridere, ma che mamma si arrabbia a tal punto da non farti più uscire neppure per due ore: in casa era un disastro, avevo il disperato bisogno che qualcuno mi stesse a sentire, e di sentirmi dire che sarebbe andato tutto bene. Quando sei giovane e inesperto, quando sei depresso, quando ti senti solo: è lì che si inseriscono, nelle brecce del tuo Io disintegrato. Ed è da lì che finiscono di smantellarti pezzo dopo pezzo, e pretendono di ricostruirti a loro immagine. Nel mio caso approfittarono delle difficoltà in famiglia, conquistarono la fiducia dei miei genitori, e passarono direttamente a spargere il terrore: decretarono che qualsiasi mio comportamento indesiderato era colpa del 'maligno', e la settimana dopo mi portarono nell'ufficio di un prete esorcista.

Don Ernesto pregò lungamente con le mani imposte sul mio capo, e mi chiese di ripetere alcune preghiere. Ripetei ogni parola senza nessun problema.

 

-Siamo arrivati in tempo-, sentenziò. 
-Non sei posseduta, il tuo è un caso di ossessione -.

 

Ossessione? Ora ripensandoci, la mia unica ossessione era essere libera, volevo autogestirmi, non c'era niente altro che mi ossessionasse. Sigarette, caffè, leggere libri interessanti, tirare tardi in giro a fare chiacchiere con gli amici, ballare, vestirmi come mi pareva, avere un ragazzo, non dover rendere conto: alla fine erano queste le cose che volevo, e non ne avevo fatte neppure la metà.
Sono sempre stata astemia, non ho mai desiderato stordirmi con la droga, ho sempre messo la salute davanti a tutto e anche la sessualità l'ho sempre vissuta in maniera responsabile. Con il senno del poi, non avevo nulla che non andasse, ma in quel momento ci credetti anch'io. Mi lasciai trasportare dalla corrente, perché a quel punto è questo che succede: tu ti siedi svuotato di ogni forza, ascoltando il coro unanime di 'amorevoli consigli', e loro iniziano l'opera di distruzione sistematica di tutto quello che ti caratterizza. Con me, cominciarono facendomi raccattare tutte le cose 'magiche' dalla mia camera: libri, carte, l'anello dei Guns'n'Roses (!) e anche l'altro anello, uno bellissimo a cui tenevo un sacco: una rappresentazione in argento del Serpente Kundalini, che a quel tempo non sapevo neppure cosa fosse, ma che però appena l'avevo visto sulla bancarella, era stato amore a prima vista. Mi portarono al fiume, recitando avemarie, e mi fecero gettare ogni cosa nell'acqua corrente. Ero spaventata: tutto questo mi aveva suggestionata profondamente. Però all'ultimo momento imboscai Kundalini nella tasca, e per qualche ragione non lo lasciai cadere giù nell'acqua insieme al resto. Lo nascosi con cura in una scatola, e nascosi la scatola in fondo ad un armadio, e poi smisi di farmi domande e di pensarci. Ero sfinita.

 

In seguito mi portarono a comprare dei vestiti.

- Non devi vestire più di nero -, mi dissero. - Ora sei una Figlia della Luce -.

 

A casa, intanto, cominciarono a trattarmi con la cura con cui si tratta una convalescente: le ragazze della 'comunità' mi instillarono l'idea che se le cose avevano preso una piega migliore, era tutto merito della 'grazia di dio'. Tutte insieme fecero quadrato intorno a me, mediando tra me e i miei genitori, portandomi fuori di sera, in gita di domenica, ai mercatini, alle cene. Onestamente? I tre quarti dei loro discorsi mi sembravano cazzate, e le lunghe sedute di preghiera mi annoiavano a morte, non lo dico per dire. Ma non passava giorno che non mi facessero notare che se non mi sentivo come loro, era colpa del 'maligno' che non mi voleva lasciare andare via, e sempre più spesso avevo sempre più paura. Loro erano tutte così sorridenti!! Finii per volermi sentire parte di quel gruppo, nonostante non mi sentissi simile a nessuna di loro. Senza che me ne rendessi conto, iniziarono a riprogrammarmi. Mi imposero una guida spirituale. Dovevo dire tutte le mie cose a Don Ernesto, prendere appuntamento regolarmente, e come se fosse stato uno strizzacervelli dirgli le mie cose. Tutte. Mi spiegarono che non avrei mai, mai, mai più dovuto fare sesso, fino a quando non mi sarei sposata in chiesa. A me non è mai piaciuta l'idea di diventare madre, così come non mi attira ora, non mi attirava neanche allora. Mi chiedevo se il 'signore' mi avrebbe dato, insieme al compagno per la vita, anche il desiderio di fare tutti quei bambini che apparentemente avrei dovuto voler fare. Mi dissero anche che se sbadigliavo in chiesa, era colpa del 'maligno'.

Un sabato sera mi portarono a vedere 'i dark' che andavano a ballare. C'era un tizio con un cappotto favoloso, in pelle nera, lungo, con una fila di spilloni che decoravano lo spacco fino a terra. Pensavo che era molto bello, e intanto loro mi dicevano che mi avevano salvata dalle tenebre.

 

Vedi quei ragazzi? -, Sussurravano. Non sono felici, così lontani dalla luce del signore -.

 

Ormai passavo più tempo insieme a loro, che facendo qualsiasi altra cosa nella mia giornata. Perché è questo che fanno, quando sei un 'osso duro': ti isolano dal mondo. Si rendono indispensabili, fanno in modo che senza di loro tu non abbia niente, fanno sì che tu non voglia deluderli in nessun modo, perché deludendoli perderesti il loro amore. E ti instillano l'idea che questa sia la tua ultima speranza, l'ultimo treno per il paradiso. Cominciai a chiedermi quando si sarebbe compiuto il 'miracolo'.

Continuavo a non desiderare figli, continuavo a percepire l'omosessualità come qualcosa di normale tanto quanto l'eterosessualità, continuavo a trovare attraenti gli abiti neri, le borchie, le spille. Ma il lavaggio del cervello era giunto al punto di non ritorno, ed iniziai a percepire me stessa come qualcosa di sbagliato. Sarò felice, pensavo. Quando il signore mi cambierà nel cuore, io non avrò più desiderio delle cose delle tenebre. E aspettavo con pazienza che mi crescessero i desideri 'giusti', nel frattempo stando attenta a non cadere in fallo, a non fare capire che il cambiamento tardava ad arrivare. Un giorno, con il cuore in gola volli vedere l'anello nella scatola: la tirai fuori, la aprii, e con grande turbamento scoprii che era vuota. Per qualche giorno aspettai con rassegnazione che mia madre mi parlasse dell'anello, perché mi pareva logico che lei avesse frugato, e che trovando l'oggetto incriminato lo avesse requisito: ma nessuno fece o disse nulla. Mi convinsi di averlo spostato, e di non ricordarmi di averlo fatto. E intanto il tempo passava. Cenacolo il giovedì, Assemblea il venerdì, sabato sera pizza film e preghiera, domenica messa, poi gita, poi pizza, lunedì volontariato, martedì guida spirituale, mercoledì tè dalla signorina Giulia e alla sera prove di canto: non avevo più niente a parte loro. Non esistevo più, se non in funzione della 'comunità'.

Il momento più atteso è l'assemblea del venerdì: ci sono tutti. In assemblea succedono le cose più folli: la gente strilla i fatti propri da in mezzo alla sala, a volte addirittura vanno al microfono a raccontare intere storie per esteso. Una volta un uomo raccontò di come avesse dovuto -non scherzo- esorcizzare il water, perché continuava a buttare puzza e non smetteva in nessun modo, fino a che con una preghiera di liberazione, le forze del male avevano finalmente smesso di emettere fetore sulfureo dal suo cesso: l'assemblea accolse la testimonianza con una mitragliata di amen e di lode-a-dio. Cosa li spinge a farlo? Il lavaggio del cervello prevede anche questo: se non dai testimonianza, non glorifichi il signore, per questo ti è richiesto -testuali parole- di 'perdere la faccia davanti al signore', come atto di fede e rendimento di grazie. Poi fanno una cosa che chiamano canto-in-lingue, una sorta di preghiera per sentirsi come bambini che 'vocalizzano le sillabe con cuore puro'.

 

 

 

Nell'immagine a destra 
un raduno regionale
della setta cristiana
Rinnovamento dello Spirito

 

 

Raccolgono anche soldi -tanti soldi: è 'la Decima'. Mettono un sacco nero ai piedi di una croce, poi si mettono in fila come per fare la comunione e lasciano cadere i soldi dentro il sacco. Il sacco è nero perché -dicono- nessuno deve vedere quanto metti, e se sei in grave necessità puoi anche prendere senza  che nessuno veda. In realtà fanno pressione per decidere quanto devi dare: quando inizia questa fase della funzione, il sacerdote o un membro anziano va al microfono, e su un sottofondo melodico spiega che i fedeli devono 'guardarsi nel cuore' e rendersi conto se davvero sia il caso di lesinare, perché queste offerte servono ai fratelli bisognosi e al supporto delle attività comunitarie, quindi sono soldi che servono al signore, che si aspetta dai suoi figli molta onestà; in conclusione, chiunque riesca a sopravvivere si deve sentire in obbligo di versare alla comunità la decima parte del proprio stipendio, e se ce la fa, potendo e volendo, anche la quinta. E no, non è vero che se hai bisogno riesci a prendere invece che mettere, senza che si accorga nessuno. Il sacco è profondo, la sala gremita, gli anziani nelle prime file, la Koinonìa al completo è schierata sull'altare e torreggia sul sacco: neppure Lupin riuscirebbe a sfilare neanche un euro.

La 'comunità' non è quell'oasi di fratellanza che all'inizio ti vogliono far credere. La 'comunità' è gerarchica, organizzata, rigida. Sul gradino più basso ci sono gli 'esterni'. Gli 'esterni' sono le persone che vengono invitate da chi fa già parte del sistema: vengono accolti dagli 'addetti all'Accoglienza', persone selezionate dalla Koinonìa e dal Sacerdote in base alla loro capacità di evangelizzazione e di socializzazione immediata. Gli 'esterni' vengono accolti con tutti gli onori, e trattati come se fossero le persone più importanti sulla faccia della Terra, ma in realtà contano come il due di picche. Subito dopo ci sono i 'nuovi'. I 'nuovi' sono gli ultimi arrivati in comunità: a questo livello si cominciano a ricevere incarichi. Raramente i 'nuovi' vengono assegnati all'Accoglienza, perché gli esterni sono considerati pericolosi per chi non è forte nella fede. Dopo un po' che si è 'nuovi', si finisce di diritto tra i 'fratelli': gli incarichi e gli impegni aumentano, all'assemblea e ai ritiri spirituali si aggiungono anche i 'cenacoli' infrasettimanali, e diventa possibile uscire con altri fratelli nel tempo libero, senza che 'anziani' o membri della Koinonìa partecipino alle serate. La Koinonìa è formata da fratelli con anzianità e particolarmente forti nella fede, e ha funzione di coordinamento, moderazione, organizzazione, controllo, e supporto all'attività e all'autorità del Sacerdote. In realtà la Koinonìa sa tutto di tutti, e comanda anche al sacerdote: fare parte della Koinonìa significa avere il potere decisionale, il rispetto, il controllo delle entrate e delle uscite economiche. Infine, il Sacerdote è nominalmente a capo della comunità, e ne è responsabile davanti al vescovo.

Quando si organizza un ritiro, è la Koinonìa che decide con chi salirai in auto, con chi dormirai, se le coppie sposate dormiranno insieme o divise, chi pagherà la quota e chi beneficerà dei fondi comunitari. Quando un fratello viene promosso in Koinonìa, gli viene fatto un nuovo lavaggio del cervello, durante il quale lo convincono che non può più essere amico delle persone che da ora in poi dovrà guidare: gli insegnano che dovrà 'amarli in cristo', e che non potrà più ridere alle loro amenità. Avevo un'amica, Michela. La promossero in Koinonìa, e me lo disse lei stessa, con le lacrime agli occhi: che non potevamo più essere amiche, che dovevamo prendere distanza, perché altrimenti lei sarebbe stata troppo indulgente con me, e non sarebbe mai riuscita a darmi direzione spirituale efficace. Quella volta dissi tutto quello che pensavo.

Ormai ero schiava della 'comunità', ero convinta che quella fosse la fede. In un impeto residuo di autodeterminazione, decisi di provare altre comunità, e andai ad una riunione di un gruppo simile. Mi beccarono. Mi biasimarono, dissero che ero una 'turista spirituale', che non stavo prendendo sul serio il mio cammino di fede: scoprii di non essere libera neppure di andare a sentire quello che dicevano in un altra assemblea, dove venivano dette e fatte le stesse identiche cose che venivano dette e fatte nella loro assemblea. Mi resi conto di non poterne più di sentire disquisire circa il problema enorme della gonna troppo corta di Camilla, che essendo alta e muovendosi come un camionista, faceva vedere troppo spesso il cavallo dei collant. E non riuscivo a togliermi dalla testa una donna che vedevo spesso in assemblea: una bella donna, alta, con grandi seni e tanti capelli ricci, castigata dentro abiti che segregavano e mortificavano la sua sensualità, perché era sposata in chiesa e il marito l'aveva abbandonata, e lei aveva accettato di non giacere mai più vicino ad un uomo, e allora si annullava, perché nessuno la inducesse in tentazione.

Mi avevano fatto frequentare il corso di evangelizzazione, dove si imparano i vari modi per portare gli esterni in comunità, il corso di 'demonologia', dove ti insegnano come comportarti e quali preghiere dire per supportare il lavoro dell'esorcista durante i riti, e il corso prematrimoniale, anche se non ero fidanzata, perché era giunto il momento che io imparassi la pianificazione familiare attraverso il metodo di Billings. Al corso prematrimoniale, dopo ore trascorse a sentir parlare di analisi del muco cervicale, interventi vari del Movimento per la Vita con tanto di terrorismo sull'aborto (ma nel video che spammano dagli anni 70 in qua, non se n'è accorto nessuno che quel feto è abnorme anche per essere al sesto mese?) ho potuto ascoltare alcune perle che non dimenticherò mai. Per loro funziona così: l'amore (sponsale, perché non ce ne sono altri contemplati in materia sessuale) deve essere 'fecondo', così come il cristo 'feconda la sua chiesa'; per cui è necessario che l'atto sia aperto alla vita, e il metodo Billings (che ti vendono come metodo affidabile) è concesso in virtù del fatto che potrebbe appunto fallire, in caso che la volontà del signore sia farti procreare. E non finisce qui: loro dicono che fuori dal matrimonio nessuno ha diritto all'orgasmo, in quanto l'orgasmo 'è anticipazione della beatitudine celeste': a me questa cosa ha sempre fatto un sacco ridere, salvo poi sentirmi in colpa per la mia ilarità blasfema.

Ad ogni modo il succo è questo: niente sesso se non si è sposati,  perché 'non apparteniamo a noi stessi', per cui 'non possiamo disporre di noi stessi', dal momento che solo con il matrimonio si può 'appartenere all'altro in cristo'. Quindi secondo loro gli sposi 'si amano in cristo', e sarebbe raccomandato che gli sposi pregassero insieme -attenzione!- prima dell'atto sessuale. A sentire questa cosa mi veniva in mente la mia nonna, che mi ha sempre detto 'prima di sposarti provalo, che se no ti rovini la vita'. Cara nonna, ti amo sempre tanto e mi manchi. Nel corso del tempo, assistetti a molti matrimoni, e li vidi esplodere e sfasciarsi: (e infatti, la mia nonna la sapeva lunga) mi sembrava assolutamente normale, che questi matrimoni scaturiti da fidanzamenti casti e consumati 'in cristo' andassero a finire male. E mi sentivo sbagliata, sbagliata, sbagliata. E mi sentivo fottuta. E mi sentivo stanca e disgustata.

Per tutte queste cose, per la pesantezza della Koinonìa, per la gonna di Camilla, per il voltafaccia di Michela, per la donna mortificata nel disperato tentativo di non fornicare, per la rigidità della gerarchia, per la gelosia, e le ingerenze in ogni aspetto della vita: decisi di lasciare. Mi resi conto di trovarmi invischiata in una vera e propria setta, e lo dissi a chiare lettere, che non volevo più farne parte e non intendevo più sottostare. Mi telefonò Don Ernesto, mi tirò su una menata apocalittica su alcuni fantomatici 'fratelli' che lasciarono, e finirono per consumarsi di nostalgia e di dispiacere.

 

-Ti pentirai! -, diceva. - E non avrai il coraggio di tornare, e passerai gli anni a disperarti ricordando di come era bello -.

 

Non tornai. Ma neppure mi pentii di non essere tornata.

 La comunità esiste ancora. La signorina Giulia, non avendo trovato marito si è fatta suora laica. Insegna ancora religione, qualche anno fa è stata richiamata dal provveditore per aver pronunciato in pubblico gravi offese e anatemi contro una sua alunna transessuale. Camilla è attualmente detenuta in manicomio criminale, dopo aver tentato di accoltellare il proprio padre Michela si è trasferita in Africa, e vive con i bambini poveri aiutando i medici senza frontiere. Più del 50% dei matrimoni 'in cristo' si è risolto con una separazione. Per quello che riguarda me, un giorno presi in mano la scatola, e la aprii. L'anello luccicava sul fondo, là dove avrebbe sempre dovuto essere: lo indossai, e fu come ritornare a casa. Restai cristiana ancora molti anni, e per molti anni mi rimase addosso quel senso di essere sbagliata, così incredibilmente mescolato alla sensazione che la mia morale fosse giusta. Mi abituai a considerarmi una sorta di mostro, un ibrido, un'anima deforme che non trova dimora né nell'ombra né nel sole, e cercai un equilibrio che mi tenesse a galla. Mi risvegliai molto tempo dopo, dopo molti sogni e molta strada, come se la Verità mi avesse dato un meraviglioso schiaffo in piena faccia: ma questa è un'altra storia, e un giorno ve la racconterò.

 

 

Kate Ecdisys

Anno MMXV 

 

 

NOTA DELL'AUTRICE: Le persone nominate sono reali. Tutti i nomi sono stati cambiati, per proteggere la privacy di chiunque sia stato nominato nella stesura di questo saggio.

 

NOTA DELL'AMMINISTRAZIONE USI: Il nome della Setta della presente testimonianza non è stato menzionato per ragioni di privacy. La foto dell'articolo non ritrae la chiesa dell racconto ma un'altra che segue lo stesso movimento "Rinnovamento Carismatico", proveniente dal repertorio di Google Immagini.

 

 

 

 

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