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BAST / SEKMHET

Dalle Origini alla Confusione Storica

 

 

Quante volte vi sarà capitato di cercare informazioni su Daimon e Divinità e rimanere in parte delusi o semplicemente insoddisfatti dalla scarsa quantità e coerenza di quanto è stato scritto al riguardo? O ancora, quante volte vi è semplicemente capitato di Sentire che mancasse qualcosa? La verità è che l’infallibile verità storica, potrebbe non essere così infallibile. Non fraintendetemi, sono conscio della fondamentale importanza delle fonti storiche, ma non sono e non possono essere l’unica arma a disposizione di chi vuole Ricercare la verità sugli Dei. Per dimostrarlo non serve altro che confrontarle con coscienza di causa, invece che mischiarle in un mosaico confuso ed approssimativo, ed è quello che intendo fare in questa serie di articoli. La prima Divinità di cui vi voglio parlare è una di quelle che sento più vicine: Bast/Sekhmet.

Quando si parla degli Antichi Dei uno dei problemi più ricorrenti è sicuramente la scarsa coerenza tra le informazioni reperibili. Le ragioni sono molteplici: la penuria di reperti scritti, le difficoltà nella traduzione di lingue morte da millenni, la spesso discutibile attendibilità delle fonti e, non ultimo, le modifiche arbitrarie di caratteristiche/ruoli/funzioni che, per ragioni che spesso rispecchiano unicamente l'evolversi di situazioni politiche e militari, le Divinità hanno subito persino nel corso dei loro periodi di maggior prestigio. L'intera mitologia egizia ne è un fulgido esempio: abbiamo divinità assorbite da altre, altre ancora semplicemente scambiate o sovrapposte, oltre che ruoli e funzioni presi in prestito al bisogno, il tutto dettato dalle rivoluzioni socio-politiche che hanno accompagnato e sconvolto i Due Regni nei loro millenni di storia. Tra le divinità maggiori dell'antico Egitto Bast è senza dubbio una di quelle che ha visto mutare più radicalmente le proprie caratteristiche. Tanto che al giorno d'oggi è conosciuta più per gli aspetti che le sono stati assegnati in periodi tardi, piuttosto che per quella che era la sua forma originale.

E' stata confusa e mischiata con un po' tutte le divinità (leonine e non solo) presenti nel mutevole pantheon egizio, e credo che in effetti avrei faticato tremendamente a distinguerla nitidamente all'interno dell'accozzaglia di ruoli che le sono stati cuciti addosso, se non fosse per il legame che ho con lei/Sekhmet. Un legame nato in maniera così naturale che non saprei neppure descrivere il momento, o il periodo esatto, in cui me ne sia reso conto. E' stato come vedere i pezzi di un enorme puzzle trovare lentamente ognuno il proprio posto, combaciare senza fatica ed iniziare a formare immagini nitide e perfettamente distinguibili, così facili da assorbire ed interpretare da portarmi a dubitare che non siano sempre state annidate nella mia mente/anima. Ho passato anni a leggere avidamente qualsiasi informazioni potessi trovare al riguardo, ed altri a cercare ogni risposta dentro e attorno a me, imparando a districarmi nella via dei segni, a cogliere conferme e suggerimenti, fino a raggiungere una consapevolezza abbastanza salda da poter cercare di avventurarmi nuovamente tra il caos delle fonti storiche, senza rischiare di uscirne più confuso di prima. Perchè effettivamente, se è vero che senza fonti storiche dell'epoca non saprei nemmeno dell'esistenza di Bast e Sekhmet, è al tempo stesso vero che non potrei dire di conoscerle davvero se mi basassi unicamente su queste stesse fonti.

Bisogna trovare un equilibrio tra quel che ci racconta la storia e quel che dentro di noi sentiamo essere vero. Leggere tutto con mente aperta, ma senza lasciare che freni o distrugga le nostre più profonde convinzioni: la storia antica viene riscritta e reinterpretata ogni giorno, e per quanto possa o debba essere il fondamento su cui costruire la nostra conoscenza, non può essere presa parola per parola come l'unica verità assoluta. Ma andiamo per ordine. Breve premessa storica: presumibilmente anno 10.000 ac, il ritiro dei ghiacci sul finire del paleolitico porta il grande lago interno africano a ritirarsi, fino a formare la Valle del Nilo. Inizialmente abitato da tribù di cacciatori nomadi, con l'avvento dell'agricoltura si formarono i primi insediamenti, e conseguentemente una coscienza civile che portò ad alleanze, commerci ed infine all'unificazione del paese (che pur resterà diviso in province -sepat, o per i greci nomòi). Inizia anche già a delinearsi la bipartizione tra Alto Egitto (sud) e Basso Egitto (nord). Ogni centro ha almeno una divinità protettrice, che proprio come il villaggio che rappresenta vive dei suoi successi e forma alleanze e parentele basate sui contatti con altri nuclei abitativi.

Passano i secoli, civiltà si succedono le une alle altre, e alcune delle divinità che ben conosciamo iniziano a delinearsi: Horus (l'antico), Seth, Min, Nemty, Nekhbet, Wadjet, Bat e Wepwawet. Mentre (come qualcuno dice) seguaci di Horus e Seth si contendono il dominio sull'Egitto, Nekbet e Wadjet vengono elevate al grado di patrone l'una dell'Alto Egitto, e l'altra del Basso Egitto. Ed eccoci qui: è probabilmente sul finire di questo periodo che Bast inizia ad essere venerata (sebbene non vi siano prove certe che collochino il suo culto prima della 2a dinastia, 2890 ac circa): la Bast delle origini è una dea protettrice del Basso Egitto, che va ad affiancarsi alla patrona Wadjet, ed è rappresentata come una feroce leonessa. Figlia di Ra, Il suo nome può essere tradotto come "colei che divora" o "la divoratrice", tuttavia gli elementi fonetici "bas" nel suo nome sono rappresentati con un vaso di oli. Un nome quindi che suggerisce sì il suo essere dolce e preziosa, ma anche che sotto la superficie nasconda il cuore di un predatore. Era una vera e propria Dea della Guerra, alla stregua di Sekhmet, sua controparte nell'Alto Egitto, che nello stesso periodo viene affiancata a Nekhbet nel ruolo di protettrice.

Gli aspetti in comune tra le due divinità leonine sono innumerevoli, eppure, anche dopo l'unificazione dei due regni per mano di Narmer e la nascita della prima dinastia, rimarranno viste come entità separate (seppur molto spesso sovrapposte) per lungo tempo. C'è chi sostiene che già da allora Bast avesse perso parte del suo aspetto feroce e bellicoso in favore di Sekhmet, poichè avendo le forze dell'Alto Egitto conquistato il Basso Egitto, la loro divinità guerriera ne era uscita con maggior prestigio. Altro fatto da considerare, Men-Nefer (Menfi) fù capitale dell'Egitto per quasi l'intera durata dell'Antico Regno, elevando il prestigio e l'importanza delle divinità cittadine che componevano la Triade di Menfi: Ptah (Padre/Creazione), Sekhmet(Madre/Distruzione) e Nefertum(Figlio/Guarigione-Rinascita) Per tutta questa serie di motivi, durante le prime dinastie Bast non era una delle principali divinità nazionali, ma era comunque ben conosciuta al di fuori del Delta. Tanto è vero che uno dei portali nella valle del tempio del faraone Khafre (4a dinastia) era dedicato a lei in quanto rappresentante del Basso Egitto, mentre l'altro era dedicato ad Hator, l' "alter-ego" di Sekhmet (dopo torneremo anche su questo), in rappresentanza dell'Alto Egitto. Nei testi delle piramidi (5a/6a dinastia) era nominata come protettrice e nutrice del Faraone. Non ci sono molte notizie di quali siano le differenze che nei tempi più antichi intercorrevano tra Bast e Sekhmet, ma trovo molto interessante l'interpretazione data ad un'iscrizione della stele di Sehetep-Ib-Re da Abydos (regno di Amenemhet III, 12a dinastia) che dice del Re:

 

"Lui è Bastet che custodisce le Due Terre

Lui è Sekhmet per chi sfida il suo comando"

 

Suggerendo quindi una divisione di ruoli per le due temibili divinità leonine: Bastet è la protettrice, Sekhmet l' "enforcer", colei che fa in modo che le regole vengano rispettate. Prima di proseguire è forse meglio definire un attimo meglio Sekhmet e Hathor, in modo da rendere (mi auguro) un po' meno confusionario il contenuto delle prossime righe. Sekhmet, il cui nome significa "La Potente", era come detto una feroce divinità guerriera protettrice dell'Alto Egitto. Era signora della furia, della fiamma distruttrice e delle pestilenze, così come della medicina e della guarigione ed era fedele guardiana di Ma'at. Abbastanza peculiarmente però viene associata ad Hator (dea della gioia, musica, danza, amore, sessualità, gravidanza, maternità, etc) come suo aspetto feroce e brutale.

Onestamente, pur cercando il lungo e in largo, non sono riuscito a capire quanto questa dualità possa essere antica, anzi, non sono proprio riuscito a trovare nulla che non rimandasse al "Libro della Vacca Celeste" (le prime tracce scritte del quale vanno a collocarsi tra 18a e 19a dinastia, diciamo quindi a partire dal 1350~1330 ac), che ne parla attraverso il mito de "La distruzione dell'umanità". Per raccontarlo brevemente, per chi non lo conoscesse, Ra si era infuriato con gli uomini perchè stavano cominciando a cospirare contro di lui, convocò un consiglio con altre divinità e decisero di mandare il suo Occhio a punirli (quello destro, solare, rappresentante le fiamme e il calore letale del deserto) nella forma di sua figlia Hathor. Hathor scese sulla terra, assunse le sembianze della leonessa Sekhmet, ed iniziò a dare la caccia e a uccidere ogni uomo che poteva. Quando però Ra si accorse che Sekhmet, colta dalla frenesia e dalla sete di sangue, stava per sterminare l'intera umanità, escogitò un trucco per fermarla: fece preparare moltissima birra alla quale fece aggiungere succo di melograno ed altre sostanze dal colore sanguigno. Fu così che Sekhmet, scambiandola per sangue, ne bevve fino a ubriacarsi, risvegliandosi solo diversi giorni dopo nuovamente nell'aspetto di Hathor, e l'umanità fu salva.

Il fatto di non essere riuscito a trovare fonti più antiche di queste, che testimoniassero la loro dualità, ovviamente non esclude che non possa essere originata da tradizioni più antiche, ma al tempo stesso rafforza la mia idea che l'accoppiamento Hathor-Sekhmet possa essere uno dei tanti artifici politico/religiosi. A maggior ragione se consideriamo che tra 18a e 19a dinastia si stava uscendo dallo sconvolgimento religioso imposto da Akhenaton, la cosiddetta eresia amarniana, e si cercava di ridare prestigio ed importanza a divinità che questi aveva fatto passare in secondo piano. Per quella che è la mia esperienza sono convinto che Bast/Sekhmet ed Hathor siano in ottimi rapporti, ma non l'una un aspetto dell'altra. Anche su questo ci torneremo dopo. Le versioni della leggenda della Distruzione dell’Umanità sono troppe anche solo per essere menzionate, ognuna con delle piccole differenze, e a quanto pare vi si può trovare come protagonista qualsiasi dea che nel corso della storia sia stata insignita del titolo di Occhio di Ra (e sono tante: Wadjet, Nekbeth, Bast, Hathor/Sekhmet, Mut, Iside, Tefnut). Ho il sospetto che oltre alla dilagante confusione del periodo, anche diverse persone in tempi più o meno moderni possano averne tratto la loro interpretazione. Tanto per sottolineare la confusione che regna attorno alla faccenda, Bast si ritrova alle volte protagonista di questa storia come aspetto distruttivo (Hathor diventa Bast), come aspetto non distruttivo (Bastet diventa Sekhmet) ed in entrambi i ruoli (nessuna dualità quindi).

Ad ogni modo, il Salvataggio dell'umanità veniva commemorato ogni anno in una festività in onore di Hathor, la cosiddetta "Festa dell'ubriachezza": tutti bevevano birra macchiata con succo di melograno le rendevano onore. Pare che, in particolare, le rendessero onore cantando, ballando più o meno vestiti e secondo alcuni dandosi anche al sesso per le strade. Il tutto mentre bevevano fino a ridursi come degli zombie striscianti, a vomitare come fontane, addormentarsi per le strade o semplicemente a svenire per il troppo alcol ingerito. A impersonare la furia distruttrice dell'Occhio di Ra vi erano non una, ma ben due statue. Indovinate di chi? Una statua di Sekhmet, vestita di rosso e rivolta ad ovest, ed una di Bast, vestita di verde e rivolta ad est, simboleggiando come al solito la dualità al centro della mitologia egizia, in cui Sekhmet rappresentava l'Alto Egitto e Bast il Basso Egitto. Ovviamente anche su questa festività ci sono pareri discordanti: qualcuno la definisce la festa di Hathor, qualcuno quella di Bastet, qualcun'altro ancora quella di Sekhmet. Qualcuno dice che si svolgesse nei primi giorni dell'anno (per gli egizi iniziava con l'arrivo delle inondazioni del Nilo, quindi approssimativamente tra i nostri agosto e settembre.), qualcuno al 20° giorno di Thoth (primo mese dell'anno egizio) e qualcun'altro ancora che si svolgesse il 31 ottobre (che reputo un po' bizzarro, vista la struttura del calendario egizio fino alle tarde dinastie). Può anche darsi che nel corso dei secoli ognuna di queste cose sia stata vera.

Secondo Erodoto (Storie - II libro, 440/429 ac) la grande festività si svolgeva a Bubastis (Per-Bast), attirava gente da tutto l'Egitto, e si svolgeva in un clima licenzioso e libertino. Tanto per rendere le cose più facili, afferma che si riunissero per venerare Artemide (che effettivamente, come vedremo dopo, i greci associavano a Bastet). Riesce ad esserci una vaga confusione persino sullo scopo della festività: secondo alcuni aveva infatti lo scopo di propiziare l'arrivo delle inondazioni del Nilo, per altri invece serviva a placare Sekhmet, e ad impedire che, con il nuovo anno, influenze maligne portassero epidemie e contagi. Esistono in effetti tracce di svariati incantesimi allo scopo di proteggere dalle epidemie e dagli influssi maligni che venivano associati alla transizione al nuovo anno, e fanno frequente menzione a Sekhmet ed ai demoni al suo seguito, i suoi emissari (wepwety), vagabondi (shemayu) o assassini (khayti), che devono essere placati. Bisogna dire che effettivamente, nel corso degli anni le figure di Bast e Sekhmet hanno finito col sovrapporsi in maniera sempre più evidente e frequente, tanto è vero che entrambe erano considerate, con buona pace di tutti, moglie di Ptah e madre di Nefertum e Maahes, e che Bast divenne a sua volta associata ad Hathor come sua feroce forma leonina.

A cavallo tra il Secondo periodo intermedio ed il Nuovo Regno, Uaset (Tebe per i greci) divenne capitale, e Amon (che ne era il patrono) acquistò uno straordinario prestigio, al punto da sostituire/affiancarsi a Ra come divinità creatrice. Con l'ascesa di Amon anche Mut, la sua consorte, guadagnò improvvisamente grandissimo seguito ed importanza, assorbendo a destra e a manca titoli, funzioni e caratteristiche appartenenti ad altre divinità, sincretizzata prima in Mut-Wadjet-Bast, e poco dopo in Mut-Wadjet-Bast-Nekhbet-Sekhmet-Hator. Questo, come si può ben immaginare, portò ad aumentare considerevolmente la già notevole confusione, dove ogni aspetto di una delle divinità veniva all'occorrenza scambiato o aggregato a quella di un'altra. Sekhmet inoltre era vista sempre più come la feroce guardiana dei regni e del faraone, mentre le caratteristiche di Bast andavano avvicinandosi sempre più a quelle di Hathor (e Mut). Pare che fu in questo periodo, che si cominciò a riferirsi a Bast come a Bastt (Bastet), aggiungendo un'ulteriore t al termine del suo come a volerne addolcire la natura (il suffisso -t per gli antichi egizi rappresentava il femminile), e che a partire dalla 22a dinastia (945-715 ac) la si iniziò ufficialmente ad associare con il gatto domestico, piuttosto che con la figura di leonessa.

La 22a dinastia iniziò infatti con l'ascesa al potere di Shoshenq I, che scelse Per-Bast (Bubastis per i greci, città di cui Bast era patrona) come sua residenza reale, portando ovviamente grande prestigio tanto alla città quanto alla sua patrona. Si ipotizza quindi che i sacerdoti e la gente di Per-Bast volessero distinguere la loro divinità cittadina dalle simili divinità del sud, e che decisero di farlo mutando la sua iconografia da quella leonina a quella del gatto domestico e ridefinendo così Bastet, enfatizzando le responsabilità protettive nell'ambito domestico e le caratteristiche materne dal sincretismo Hathor-Sekhmet-Mut-Bastet. Tutto questo la portò a guadagnare una popolarità incredibile tra la gente, tanto è vero che ad oggi sopravvivono centinaia di sculture votive realizzate in suo onore tra il 600 ed il 50 ac. Come se non fosse abbastanza, durante la Dinastia Tolemaica (305-30 ac) i regnanti nativi egizi vennero sostituiti da regnanti greci, e questi portarono ulteriore confusione nel già caotico pantheon egizio, pretendendo di associare divinità autoctone con quelle della loro terra natale. Bastet venne infatti associata con Artemide, dea lunare, e perse così il suo aspetto di divinità solare. Inoltre, per far combaciare meglio la mitologia egizia con la propria, considerarono Bastet/Artemide sorella di Horus/Apollo e conseguentemente figlia di Ra e Iside. La seguente occupazione romana poi finì con il cementare questa distorsione della mitologia originale. C'è chi ipotizza che nel corso di questo periodo, in seguito a questi sconvolgimenti a livello di pantheon, il nome di Bastet (ora figlia di Iside) venne leggermente modificato in ba-Aset (Anima di Iside). E questo è quanto, per quel che riguarda gli stravolgimenti in epoca egizia: con il seguente avvento del cristianesimo, e il successivo arrivo dell'islam, il culto originale, già ormai compromesso, cedette loro il posto definitivamente. Alla luce di tutto questo casino allucinante, credo sia più facile capire cosa intendevo nelle prime righe, quando ho affermato che Bast ha visto cambiare radicalmente le proprie caratteristiche nel corso dei secoli.

La mia personalissima idea, maturata negli anni di legame con loro, è che Bast e Sekhmet siano due facce della stessa medaglia: una è il felino che attende nell'ombra la propria preda, l'altra il leone che si lancia ferocemente all'attacco del nemico, una è gli aspetti più sensuali dell'estasi, l'altra quelli più selvatici e incontrollati, una è il gatto che civettuolo si lascia coccolare per poi andarsene sdegnosamente non appena si stufa, l'altra quello che per gioco ti pianta denti e unghie nella carne. E' una dualità molto più naturale e interconnessa di quella presunta con Hathor, che vive invece negli elementi contrastanti. E' la differenza nell'approccio -pigro e calcolato quello di Bast, lesto e feroce quello di Sekhmet- e l'uguaglianza nella forma. In Hathor rivedo una pazienza infinita che raramente le viene riconosciuta, che la rende una compagnia perfetta per l'esuberanza di Bast e l'impetuosità di Sekhmet, unita alla comune fermezza nel conseguimento degli obiettivi posti.

L'amore materno di Bast/Sekhmet è selvatico e brusco, non la roba melensa che le è stata attribuita: lascia liberi, liberi di sbagliare e crescere, di ferirsi e farsi le ossa, senza intervenire a meno che il pericolo da affrontare non sia davvero al di fuori della nostra portata. E' sfrenata ma giusta, vanitosa ma pragmatica ed ama gli scherzi e le attività oziose almeno quanto lo scontro ed il sotterfugio. Questa è per me Bast/Sekhmet, e per quanto non mi aspetti che si concordi o meno con me, spero almeno che la ricerca storiografica abbia portato un po' di chiarezza su quali fossero i suoi aspetti originari, e su quali invece le siano stati arbitrariamente associati dinastia dopo dinastia. Non escludo ovviamente che gli Dei possano mutare a loro piacimento, assumere nuove forme e peculiarità, ma non posso altresì negare l’evidente influenza che la sfera politica e militare ha avuto nel corso dei secoli sulla percezione che si ha di lei. Chiunque sia arrivato a leggere fin qui (e mi stia maledicendo per quanto ho scritto) sappia che avrei voluto scrivere molto di più, e che sono stato decisamente più sintetico e superficiale di quel che avrei voluto. Ci sarebbe anche molto da dire sulla sua associazione con Haagenti (con la quale tendo a non concordare), ma ci saranno altre occasioni per farlo. Per completezza, in ogni caso, mi piacerebbe almeno menzionare anche altre divinità incontrate nel corso della mia ricerca che si sono viste legare o rubare/scambiare/associare ruoli/caratteristiche da Bast/Sekhmet.

 

Madfet: Dea felinide (o mangusta) che si trova menzionata già dalla prima dinastia (e c'è perciò chi sostiene sia una sorta di predecessore di Bast/Sekhmet).

Era dea della giustizia legale e della pena di morte, e proteggeva dagli animali velenosi. Sebbene il suo culto sia stato in buona parte assorbito da quello di Bast, nel nuovo regno le attribuirono il ruolo di regnante sulla Sala della Sentenze, dove i nemici del faraone venivano decapitati con l'Artiglio di Madfet.

Tefnut: Dea leonina membro della grande enneade di Eliopoli, nacque da Ra/Atum, come suo fratello-sposo Shu, e con quest'ultimo formarono la prima coppia divina, simboleggiando rispettivamente umidità ed aria. Diedero alla vita Geb (la terra) e Nut (il cielo) assieme ai quali rappresentavano i quattro elementi primordiali.

In origine considerata l'occhio lunare di Ra (sinistro), collegandola a cielo notturno, rugiada, nuvole, pioggia e nebbia, in seguito assunse anche l'aspetto di Occhio solare di Ra (destro), come protettrice del dio sole e signora delle fiamme distruttrici.

Inizialmente legata al dio Tefen, che sembra essere stato dimenticato, ad Eliopolis era descritta come la figlia del dio creatore (Atum, Ra, Amon), mentre a Memphis essa nota come "La lingua di Ptah", che si diceva avesse aiutato a creare la vita. A Nay-ta-hut (leontopolis) era venerata nella sua forma leonina.

Menhet: Era una dea leonessa proveniente dalla Nubia, il suo nome significa "Colei che sacrifica" ma era nota anche come "La massacratrice". In quanto dea della guerra guidava le truppe del faraone in battaglia ed uccideva i più grandi guerrieri nemici con le sue frecce, ma nel suo aspetto più calmo era associata con Nebty ("Le due signore", Wadjet-Nekhbeth, il potere del faraone sull'Alto e Basso Egitto) ed era la personificazione dei venti del nord.

Era associata con Neith (antica divinità della guerra) ad Esna ed era anche equiparata con l'Occhio di Ra (in particolare Tefnut, Sekhmet o Hathor). Nell'Alto Egitto era venerata come sposa di Khnum e madre di Heka (triade di Latopolis), mentre a Thinis era considerata la sposa di Anhur (che si dice la portò in Egitto), ad Eliopolis era identificata con Iside e a Leontopolis era considerata essere un aspetto di Tefnut. Il centro del suo culto era a Ta-Sened (Latopolis), verso i confini meridionali dell'Egitto, e divenne strettamente associata con Sekhmet, fino a quando -con l'unione di Alto e Basso Egitto, finì con il diventarne un aspetto.

Shesmu: Divinità minore leonina originaria del Basso Egitto, questa volta maschile, era generalmente rappresentato con il corpo di uomo, la testa di leone (a volte di falco) ed uno o due coltelli in mano.

Da un lato dio del profumo, del vino e degli oli preziosi, dall'altro dio vendicativo e sanguinario, "Signore del Sangue", "Grande Massacratore degli Dei" e "Colui che fa a pezzi i corpi". Nelle piramidi testi recitano preghiere in suo onore affinchè smembri e cucini alcune divinità, per nutrire il faraone defunto dell'energia divina necessaria al suo viaggio verso le stelle.

A partire dalla 26a dinastia è menzionato come il produttore di oli preziosi per il dio Ra, e più tardi ancora divenne ufficialmente il produttore di oli e profumi degli dei. In quanto dio dei profumi e leonino era spesso collegato con Nefertem e Mahes.

Maahes: Antico dio della guerra dalla testa di leone (forse proveniente dalla Nubia), era considerato essere il divoratore dei colpevoli e protettore degli innocenti. Tra i suoi titoli vi sono quello di "Signore del massacro", "Colui che brandisce il pugnale" e "Signore Scarlatto". Era associato con la guerra, la protezione, il tempo metereologico, i pugnali, il loto e l'atto di divorare i prigionieri.

Era inizialmente visto come figlio di Ra, oltre che di Bast (nel Basso Egitto) o di Sekhmet (nell'Alto Egitto), ed i centri del suo culto erano a per-Bast (Bubastis) e Taremu (Leontopolis). Alle volte veniva associato a Shemsu (altro dio leonino della guerra), Anhur (dio della guerra), Sopdu e Shu, il quale poteva assumere sembianze di leone.

Nefertum: Era il dio del loto che sboccia ed emerge dalle acque primordiali al principio dei tempi, dio dei profumi e degli aromi.

In origine è possibile che fosse considerato un aspetto di Atum e rappresentava quindi il sorgere del sole.

Quando Ptah assunse il ruolo di divinità capo e venne proclamato il creatore assoluto, Nefertum fu descritto come suo figlio, e Bast/Sekhmet (Basso Egitto/Alto Egitto) come sua moglie. Come figlio di Ptah divenne anche patrono delle arti cosmetiche e curative derivanti dai fiori.

Era solitamente rappresentato come un attraente ragazzo che indossa un loto come copricapo, a volte in piedi sul dorso di un leone. Alle volte era anche rappresentato con testa di leone, o come un gatto o un leone accovacciato, forme nelle quali era associato a Maahes.

 

Per concludere, come avete potuto leggere, non c’è neppure bisogno di attendere il declino dei Due Regni per vedere Bast completamente spogliata dei suoi aspetti originali, e posso solo immaginare quanta altra confusione si sia generata al riguardo nell’ultimo paio di millenni. Ma questo non vale solo per lei: vale per qualsiasi altra Divinità delle Origini. Se vogliamo comprendere a fondo gli Antichi Dei non possiamo accontentarci delle quattro righe che troviamo in giro su internet o qualche libro. Dobbiamo scavare a fondo, comprendere il contesto storico, distinguere quali fonti siano più recenti e quali più antiche, capire i motivi dietro alle differenze presenti da un periodo all’altro. Bisogna tenersi sempre aperti e ricettivi, pronti a cogliere segni e suggerimenti che nei momenti di incertezza non mancheranno mai di palesarsi. Solo in questo modo ogni elemento comincerà finalmente ad re-incastrarsi al proprio posto, e gli Dei si presenteranno a noi nel loro vero aspetto.

 

 

Khaibit

Anno MMXVII 

 

 

 

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