IL FENOMENO DELLA SCOLASTICA
La Scolastica filosofica diventa nell'ambito del Cristianesimo medievale lo strumento più prezioso per l'intellettualismo religioso. Essa copre il periodo che va dall' ottavo secolo al Rinascimento. La parola "Scolastica" deriva da scholae, in cui lo scholasticus era colui che insegnava in queste scuole, orientando gli allievi prima sulle arti liberali ed in seguito convertito nel docente di filosofia o di teologia, il cui titolo ufficiale era Macister, che riferiva nei chiostri dei monasteri o nelle università. In questo periodo fioriscono infatti le Universitas (studium generale) che garantiscono agli ambienti Cristiani un primato culturale facilitato ancor di più dalla presenza fisica delle cattedrali determinando in questo modo anche l'affermazione del Cetus Studiorum. Poiché le forme di insegnamento erano praticamente la Lectio cioè il commento di un testo e la Disputatio che consisteva nella disamina di un problema, la produzione letteraria scolastica assunse primariamente la forma di commentari, come le opere di Boezio, le sentenze di Pietro Lombardo ed alcune opere di Aristotele.
Il problema principale della scolastica era quello di portare l' uomo alla comprensione della verità rivelata. Il Cristianesimo poiché Relìgio, è l' adesione ad una verità "Rivelazione" che l' uomo accetta in virtù di una testimonianza superiore. Essa perciò esclude la libera ricerca individuale, per la comprensione dell' atteggiamento opposto, consistente nell' accettazione di una verità derivante direttamente dall' alto. Ossia le Sacre Scritture, quindi un' opera comune più che individuale come lo era quella Greca, motivata su una ricerca autonoma che affermi la propria indipendenza critica di fronte ad ogni tradizione. Di qui si nota un altro carattere distintivo della Scolastica: dichiara di non proporsi come investigatrice della verità, ma si candida a risolvere all' interno della comprensione la verità resa dalla rivelazione. La filosofia come tale diventa quindi solamente un mezzo. Un mezzo da modificare, alterare, interpretare secondo le proprie esigenze logistiche di fede, ma pur sempre un mezzo ereditato da tradizioni culturali precedenti. Inevitabile lo scontro venutosi a creare nel periodo della Scolastica nel rapporto tra Fede e Ragione, cioè tra dialettici e anti dialettici.
Il Dio della Filosofia è la Ragione ...
I primi ritenevano fondamentale affidarsi alla ragione per comprendere le verità di fede, gli altri invece preservavano in modo indiscutibile la verità della propria fede, appellandosi anche all' autorità dei Santi e dei profeti. Su questo dualismo ideologico è fondata la qualificazione della Scolastica e la sua periodizzazione basata sul diverso modo di risolvere tale problema. Pre- Scolastica: della questione Carolingia in cui si ammette l' identità fede-ragione.
o Alta- Scolastica: dalla metà dell' undicesimo secolo fino alla fine del dodicesimo secolo, in cui comincia ad affiorare l' antitesi dei due termini o Fioritura della Scolastica: dal 1220 fino agli inizi del 1300 in cui i termini "ragione" e "fede" sono di per se separati ma conducenti armoniosamente allo stesso risultato. o Dissolvimento della Scolastica: nel quattordicesimo secolo viene riconosciuta l' insolubilità del problema, poiché entrambi i termini possiedono domini eterogenei e ci si imbatte in un'aporia eterna.
Uno dei massimi rappresentanti della Scolastica medievale è sicuramente TOMMASO D'AQUINO (1225-1274). L' importanza del pensiero di Tommaso nella tradizione cattolica e nella storia della filosofia si fonda sulla sistemazione di un intero patrimonio culturale. Servendosi del pensiero di Aristotele, adeguatamente cristianizzato dall' interno, Tommaso potè fornire un ordine di risposte chiare e definitorie alla filosofia stessa. Uno dei suoi intenti primari era quello di trovare un ponte ideologico credibile che armonizzasse tra loro teologia e filosofia, rivelazione e ragione. Mediante lo spirito stesso dell' aristotelismo Tommaso volle fornire agli interrogativi primi dell' uomo risposte che sul piano della ragione naturale si accordassero con i dati della rivelazione. Contro ogni spiritualismo platonico e mistico che poteva portare a confondere i due piani distinguendo la Teologia, come riflessione sul discorso fatto da Dio all' uomo, dalla filosofia, come sforzo umano di conoscere la verità, fissò in definizioni le risposte che la ragione umana con i suoi sforzi poteva secondo lui attingere. Per Tommaso infatti la filosofia non può superare il campo naturale. Al di là delle verità che la filosofia può dimostrare, ci sono verità che si possono credere per fede e mai dimostrare, sebbene si possa dimostrare la loro non contraddittorietà intrinseca. Per lui la grazia non distruggeva la natura ma la perfezionava. La forte inclinazione che Tommaso possiede nel considerare buono tutto ciò che è naturale lo porta ad estendere il suo interesse su ogni ambito dell' uomo. Il suo talento classificatorio, la sua capacità di operare distinzioni su distinzioni lo conducono per un verso a differenziare tutti questi ambiti, per l' altro ad analizzarli l' uno dopo l' altro.
ALBERTO MAGNO(1200-1280) Il merito fondamentale di Alberto Magno consiste nell' aver intuito il significato che la tradizione Aristotelica-Araba poteva avere per la filosofia cristiana, anche se i risultati da lui conseguiti non sono sempre pari all'enorme sforzo compiuto. Spesso infatti i suoi commentari, per quanto perspicui, non distinguono esattamente il pensiero di Aristotele dai suoi commentatori arabi. Un secondo grande merito che gli si può attribuire è l'aver introdotto, in polemica con gli agostiniani, una sempre più netta distinzione tra filosofia e teologia. La Teologia è fondata sulla rivelazione, la filosofia sulla ragione. Ne segue, secondo Magno che non è possibile in filosofia discutere di questioni inerenti alla sfera Teologica.
Da questa distinzione si trae anche una sempre più viva esigenza di autonomia della ragione. L'autorità dei padri della chiesa viene così confinata nel pur campo della rivelazione, per cui per ciò che concerne la medicina ci si trova affidati a Galeno e a Ippocrate, per ciò che concerne la scienza naturale ad Aristotele. Ciò non significa tuttavia attribuire una radicale autonomia al metodo filosofico, in quanto esso si trova, come ogni aspetto della natura, inserito in una sorta di ordine divino. La trattazione del problema dell' eternità del mondo offre un esempio di questo atteggiamento: dopo aver esposto le ragioni pro e contro l' eternità, Alberto conclude che nessuna di queste si mostra risolutiva. Perciò dopo aver salvato l' autonomia della ragione, rivendica alla fede la libera decisione di fronte a scelte probabili. Non diversamente egli procede di fronte al problema dell' unità dell'intelletto, che comporta la possibilità di un' immortalità individuale. Egli infatti illustra, confrontandole, le opposte posizioni e se, conclude per l'individualità dell'intelletto, è più per motivi religiosi che per ragioni direttamente razionali. I discepoli di Alberto Magno dopo la sua morte, si raccolsero nella scuola Albertina di Colonia e diedero un ulteriore sviluppo al suo pensiero mettendo l' accento sulla tematica neoplatonica,(illuminazione della mente come base della conoscenza) che valorizzarono anche nei commenti alle opere di Aristotele. Altri illustri personaggi andrebbero citati, partendo dai primi come Alessandro di Hales a Boezio di Dacia. Perché tutti, ognuno con le proprie competenze culturali hanno contribuito attraverso lo strumento istituzionale della Scolastica a rendere la religione Cristiana ancora di più il fulcro da dove parte e ritorna tutto…cioè la conoscenza.
Dal cuore embrionale dell' occidente hanno avuto il privilegio di poter gestire a piacimento, come prima di loro il popolo Ebraico,conoscenze avanzate che ancora oggi per il nostro bene (naturalmente) tengono solo per un ristrettissimo e prezioso gruppo di eletti. La storia ci insegna che se hai la possibilità di gestire da una posizione privilegiata cultura e conoscenza perché hai avuto il lusso di insediarti in uno dei periodi più vulnerabili della storia dell' uomo, allora il potere ed il benessere materiale non ti abbandoneranno mai.
La Teologia della Chiesa non è altro che Filosofia Cristianizzata
Questi Signorotti invasi dallo Spirito Santo ed i loro colleghi delle altre religioni monoteiste ne sono al momento l' esempio più grottescamente lampante. Si sono trovati nel posto giusto ed al momento giusto. Dalla fine del periodo imperiale in poi tutta l' Europa viveva in uno stato di disorientamento generale ed anche l' identità territoriale o etnica era pari a zero. Questo ha contribuito in maniera non indifferente all' ascesa di questa dottrina di origine iranica,dopo evolutasi in Cristianesimo. Ovvero dal 313 in poi. Questo non soltanto nell' ambito Greco-Bizantino e Latino-Cristiana. Hanno assorbito culture ed in seguito sostituito tradizioni che precedevano la religione Cristiana di migliaia di anni. Hanno ridefinito grazie all'aiuto della filosofia tutti i concetti che dovevano apparire anche alla persona più acculturata giusti, coerenti, inattaccabili. Hanno sicuramente avuto il merito di fare sempre le mosse giuste, guidati da personaggi ricchi di potenziale intellettuale davvero non indifferente; Moshè ben Maimon, Ibn Rushd,Tommaso D'aquino solo per citare alcuni tra i più talentuosi modellatori di concetti chiave. Purtroppo se si riuscisse a vedere l' intera questione della Religione Cristiana sotto una luce differente si potrebbe scorgere che le loro fondamenta Spirituali, tra una guerra di conversione ed una censura culturale sono totalmente assenti. Corrotte da interessi materiali. Poiché viene introdotto per gradi, sia credendo che vivendo una bugia, nello stato avanzato del Cristianesimo, il Cristiano assume un aspetto artificiale e comincia ad assomigliare alla bugia stessa.
In tutta questa situazione generale, il fenomeno nello specifico della Scolastica Medievale rappresenta naturalmente nell' ottica Latino-Cristiana un progetto riuscito al meglio. Uno dei migliori. Il peculiare lavoro sui primi testi tradotti dal Greco, si basa sulla mistificazione di tre termini che ritengo chiave: Fede, Ragione e Verità. In seguito si lavorerà per dimostrare che è sempre esistito un rapporto tra fede e ragione, anzi si aggiungerà con giri logici tortuosi che la Ragione appartiene da sempre alla fede(Trattato decisivo,Tomismo).Sulla questione più delicata del concetto di verità si sono attuate altre mosse oculate (De Veritate ecc.) sfruttate dopo anche dalla tecnica della Quaestio Scolastica.
Gli autori scolastici ritengono che la Quaestio abbia la capacità di risolvere un problema in un modo tale che diventa possibile la ricerca di una soluzione chiara e precisa. E' degno di nota a questo proposito che non sempre trova conferma l' alternativa tra una possibile soluzione e la soluzione contraria suggerita all' inizio attraverso gli argomenti a favore e quelli non a favore. Un'indicazione quantitativa non può essere data su una base molto sicura, ma si può dire comunque che è facile trovare delle risposte in cui l'alternativa iniziale viene superata. Stante la molteplicità dei procedimenti applicati, alla domanda sul modo in cui si arriva ad una decisione nei diversi casi si potrebbe dare solo una risposta molto astratta. Ai fini della comprensione della storia del pensiero nel suo svolgimento è molto più importante sottolineare il fatto stesso che le decisioni vengono prese. Infinite Quaestiones cominciano con una qualche variante della formula: Su questo punto diversi autori hanno sostenuto diverse posizioni.
L' intenzione armonizzatrice che stava all' origine della scolastica è stata poi in gran parte subordinata al chiarimento dei problemi. Certo l'unità della dottrina Cristiana viene ancora sovrapposta, come nella Patristica, alle interminabili controversie della filosofia pagana. Ma il discorso teorico della scolastica fa dipendere l'unità dalla Verità e non viceversa. I soli maestri Reggenti di allora sono i professori inconsapevolmente indottrinati "atei -laici" di oggi. Il coraggio apparente è migliorato ma la sostanza è rimasta immutata. L' approccio dell'insegnante per come l'ho vissuta io è ancora fortemente influenzato dall' ascendente dogmatico Cristiano. Non esiste ancora una realtà di opinione opposta apertamente manifestata almeno negli ambienti universitari di oggi che permetta quantomeno la scoperta da parte di un giovane studente proveniente dalla scuola, di un punto di vista opposto sul tema del Cristianesimo. L'alternativa di pensiero in tema di fede l'abbiamo fatto diventare un lusso. Quello che di buono si può rintracciare nel periodo della Scolastica, quello che "gli dobbiamo" come direbbe qualcuno, proviene sempre per vie traverse da atti di distruzione per ottenerne il monopolio.
La loro preziosa eredità costruita nel tempo e che noi cavalchiamo di riflesso è un prodotto insano tenuto in vita per motivi di credibilità religiosa nei confronti del mondo. La vera libera conoscenza non deve nascere da un' istituzione che è legata ad un credo specifico, perché in tal modo non sarà mai del tutto aperta ad accettare idee differenti dai paletti ideologici che hanno deciso di auto-imporsi con la propria fede. Il prodotto finito presenta così da una parte chi accoglie la conoscenza nella sua pienezza (Cristianesimo) dall' altra chi ne accetta una traduzione selezionata (popolo).
La Scolastica Medievale come il nostro antenato del sapere comune.
La Scolastica Cristiana come fondatrice di una pomposa struttura per il controllo della libera conoscenza.
La Scolastica Teologica responsabile di una limitata realtà di SAPIENZIA.
Quando si prenderà coscienza di ciò che sta dietro a fenomeni come la Scolastica (punta dall'Iceberg) insieme alla consapevolezza delle percezioni viziate che abbiamo dei valori quotidiani, forse cesserà anche quell'esposizione standard di informazioni eternamente a senso unico dove dal teologo al Santo tutti appaiono come personaggi privi di interessi personali, impegnati nel dimostrare sapientemente un'unica verità senza secondi fini, eternamente giusti in ogni situazione proposta dalla storia.
Mandy Lord
Anno MMXI
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