LA STRADA PER HEL
- Signora dei Morti - 

 

“È come chiudere una porta invece di aprirla” – Hel

 

Il nome Hel deriva dalla parola gotica “Halja” e in antico germanico Hella, tradotto come “mondo sotterraneo”. Il significato del nome suggeriva un luogo nascosto, un luogo completamente oscuro, un luogo segreto, una caverna, perché lì vi erano i templi dei nostri antenati, l’unico posto che rappresentava riparo e protezione, un luogo sotto la terra. Le antiche religioni si focalizzavano principalmente sul concetto della morte, in quanto prima paura nella coscienza umana. Essendo noi creature mortali, essa, la Morte, è sempre stata presente e temuta.

Comunemente si pensa che le prime religioni fossero incentrate sulla fertilità, ma durante l’Era Glaciale, per esempio, le comunità umane erano piccole, il cibo era poco e si moriva di fame. Proprio per questo le comunità erano ridotte per una migliore distribuzione dei beni. La fertilità non era dunque la priorità; Si presume, infatti, che probabilmente si ricorresse spesso all’aborto per ridurre il numero delle nascite. E ovviamente, durante l’Era Glaciale, anche la natura non era certo fertile, date le dure condizioni climatiche. La morte era presente ovunque, fin da quando il primo essere pensante aveva compreso le proprie limitazioni fisiche e la fine inevitabile della vita. La morte diventò un problema, una delle maggiori preoccupazioni.

Il periodo dell’Era Glaciale fu molto vasto e per migliaia di generazioni i nostri antenati vissero in condizioni durissime. 10.000  anni nel ghiaccio, fino alla fine dell’Era Glaciale. Migliaia di generazioni sono nate, vissute e morte durante l’eterna terra di ghiaccio e condizioni avverse, a contatto con i predatori e con il presagio della morte. Per tale ragione, le caverne erano il luogo più sicuro che i nostri antenati potessero trovare e siccome erano, oltre che case, anche i loro santuari e templi, è possibile che la prima forma di rassicurazione dalla morte, e di conseguenza “vita oltre la morte”, venisse rappresentato proprio da quell’unico lido sicuro che conoscevano: la caverna. La teoria è per altro avvalorata dal fatto che tenessero i riti funebri proprio all’interno della stessa. L’aldilà immaginato dagli antichi abitanti del ghiaccio era un luogo situato dentro la terra o all’interno di una montagna. Questa caverna sotterranea proteggeva le anime dei morti. Tale concetto è tuttora profondamente radicato nelle nostre menti, un elemento che ha influenzato tutte le religioni antiche, rimanendo impresso nella nostra coscienza collettiva. Il concetto di oltremondo ha attraversato migliaia di culture, variando ovviamente da culto a culto, poichè combina esperienze umane, conoscenze, tradizioni diverse. Durante l’Era Glaciale, quello che i nostri antenati conoscevano era il pericolo in un mondo di ghiaccio, sebbene non fossero indifferenti alla bellezza con cui entravano in contatto.


Sappiamo riconoscere la bellezza quando entriamo in contatto con ciò che crediamo sia bello. Se non conosciamo niente di meglio, il nostro concetto di bellezza, resta lo stesso.

Tale premessa ha lo scopo di far meglio comprendere il sottosuolo su cui i nostri Avi hanno costruito l’attuale concezione di morte e aldilà, nonchè i numerosi miti sugli Dei che lo abitavano. La paura, la tensione emotiva di quelle genti, ha determinato significativamente il senso primo di oltretomba sotterraneo, restando così nella coscienza pagana per migliaia di anni. Esempio acclarato di quanto sinora detto possiamo ritrovarlo nel culto norreno della Dea Hela. Hel, oltre che nome del Nume, era anche il nome dello stesso aldilà, un oltretomba che si avvicinava molto all’Inferno cristiano: un luogo di sofferenza per i codardi, i deboli e per le persone senza onore. Questo concetto fu poi adottato più tardi anche dagli Scandinavi.


I tempi cambiano e lo fa anche la realtà religiosa, sociale e politica


In una Scandinavia medievale, che subisce molto l’influenza cristiana, l’antico concetto pagano viene trasformato. In una Scandinavia pre-cristiana, in tempi preistorici e prima del culto germanico, gli inferi erano solo un’altra dimensione dell’aldilà. Non potevano essere paragonati ad altre infere realtà pagane, come ad esempio il Tartaro greco, perché anche quelle realtà erano già state influenzate molto dal Cristianesimo. Tuttavia il concetto preistorico di “essere sotto la terra” era ancora vivo. A causa del Cristianesimo e dei cristiani scandinavi che hanno riscritto la mitologia norrena, il regno di Hel ha assunto un’accezione negativa, dando vita alla stessa parola Hell per indicare L’inferno cristiano.  Ancora oggi in Norvegia o Svezia ci sono termini collegati a Hel con valore negativo, come Helvete che rappresenta una forma di maledizione molto scortese.

Hel, inteso come Dea, è un concetto complesso; quando chiedi alle persone il nome degli inferi norreno, automaticamente ti risponderanno “Helheim, il regno di Hel”. Nei miti, Hel la Dea, viene inviata a Niflheim, il mondo del ghiaccio e della nebbia, dove crea la sua Sala e ha il potere su tutti i nove mondi; Tutti i morti sono suoi. Come accennato ciò evoca un concetto primordiale dell’aldilà. Hel, inteso come regno, potrebbe comprendere tutto il mondo sotterraneo o solo la parte in cui dimoravano i morti. Difficile avere certezze, poiché la mitologia norrena nelle fonti scritte è stata influenzata dal Cristianesimo. C’era bisogno di scegliere una figura per governare l’intero mondo sotterraneo nel culto norreno: Occorre ricordare che i Cristiani a quei tempi erano nei fatti Pagani convertiti. Essi pertanto conoscevano bene il retaggio culturale pagano ma decisero di stigmatizzare il mondo sotterraneo, associandolo ad un concetto di punizione e negatività. Altra esigenza cristiana fu demonizzare ogni reggente di quel mondo, rendendolo nei fatti assimilabile alla figura del Diavolo.  In concreto troviamo Ade nel Tartaro, Plutone per i Romani, Satana o Lucifero per i Giudeo-Cristiani.

La realtà norrena era molto variegata, vi erano molte divinità oscure, ma nel momento in cui i Cristiani hanno dovuto sceglierne una per rappresentare il male assoluto, perché non scegliere proprio una divinità femminile? La società norrena era oggettivamente più patriarcale, ma manteneva un certo rispetto per i culti matriarcali del passato. È dunque possibile che una dea della terra, una dea del sottosuolo, fosse ancora venerata in molti culti precristiani del nord. E dal momento che i Cristiani erano invece fortemente patriarcali scelsero proprio questo amore sotterraneo verso una divinità femminile per farne il perfetto nume negativo della morte. Hel è stata così trasformata iconograficamente in un cadavere in decomposizione, in un’orribile figura di morte e decadenza, una creatura abominevole. In realtà però Ella era semplicemente l’entità preposta a sorvegliare l’aldilà, una Dea in sospeso fra il mondo dei vivi e dei morti, non certo un’entità negativa come i Cristiani hanno cercato di presentarla. Una Dea della terra. Preciso che per “dea della terra” non mi riferisco alla terra come “fertilità”, bensì al sottosuolo, dove le persone adagiavano i loro morti. Hel regno, sembra avere una prospettiva preistorica, è un insieme di diverse realtà, dimensioni, mondi dell’aldilà, la terra sotto di noi, l’interno di una montagna che attraversa una grotta. Da qui la convinzione di essere un luogo oscuro, ma allo stesso tempo aveva anche altre diverse sfaccettature. Non era solo buio, vi era una meravigliosa varietà di paesaggi. Purtroppo occorre ricordare che gli Scandinavi medievali furono coloro che scrissero i miti norreni, persone ormai infettate da concetti fortemente monoteisti e dualistici. La mitologia norrena, che ci piaccia o meno, per molte cose si è rivelata molto più cristiana che pagana.

Hel sicuramente è una dea legata alla morte e in particolare all’aldilà. Hel governa una realtà all’interno del mondo sotterraneo, è responsabile di una parte del regno in cui dimorano i morti. Questo non significa che l’intero mondo sotterraneo sia per i morti; anzi, l’oltretomba è “l’latro lato” e possiede molte realtà distinte: per esempio, Asgard è visto come un mondo superiore strettamente associato al paradiso cristiano, un luogo di luce dove dimora il sovrano degli Dei, ma prima delle influenze cristiane, in termini archeologici, il concetto di aldilà era completamente diverso e vi è una concreta possibilità che il Valhalla non fosse ad Asgard bensì proprio negli inferi. L’esistenza di mondi superiori, di quelli intermedi e inferiori, deriva da un concetto sciamanico posteriore, alterato dal bisogno di gerarchizzare tutto, persino le dimensioni. Il concetto di “paradiso in alto” e “inferno in basso” ci è oggi molto familiare, ma nelle società antiche, in particolar modo in quelle tribali e preistoriche, l’aldilà era molto diverso, fatto sì di realtà diverse, ma di certo non gerarchizzate su base morale. Non dimentichiamo che per i norvegesi pre-cristiani c’erano Ordine e Caos, che non è certo la stessa cosa di Bene e Male.

L’ordine e il caos devono esistere e insieme far funzionare il ciclo della vita, della morte e della rinascita.

La dea Hel appartiene sicuramente agli Dei Caotici, ma ciò non va banalizzato intendendola come “cattiva”. Non c’è bene e male in natura, c’è solo l’ordine naturale delle cose e la natura è tanto bella quanto crudele: Il caos crea la vita, la morte lascia il posto alla vita. C’è sempre un ciclo. Direste mai alla notte alla tempesta di essere cattive? Hel è l’oltretomba e in quanto tale è caotica quanto deve essere e come deve essere, ma anche bella e benefica quando serve. Niente dura per sempre, le cose cambiano e molto probabilmente per gli antenati il mondo sotterraneo era riflesso della natura più oscura ma tuttavia necessaria.

 

Il dono di Hel

 

Hel, o Hela, è la Dea dell’oltretomba nella mitologia norrena, Dea della morte e figlia maggiore di Angerboda e Loki. Questi sembrano essere i pochissimi aspetti che la gente conosce e, in generale, c’è una comprensione molto superficiale di questa Dea, un vuoto culturale e spirituale. Hela è solitamente descritta con una forma scheletrica da un lato del suo corpo e vivente dall’altro. In qualunque modo Lei decida di apparire, una cosa è certa, sceglie di apparire in forme orribili per ricordare alla gente la morte, per mostrare loro la vera natura di tutte le cose, per ricordare alle persone che la bellezza non è eterna e per costringere le persone ad accettare le cose così come sono. La morte è una parte naturale della vita, una parte della natura stessa, qualcosa che le persone dovrebbero imparare ad accettare, rispettando il processo naturale di tutte le cose. È perfettamente normale cercare di evitare la morte, c’è sempre stata una profonda paura della stessa e nel corso della storia, soprattutto con l’introduzione dlle religioni mediorientali, la paura della morte è cresciuta tanto da divenire un tabù. E generazione dopo generazione le persone si sono allontanate sempre più da questa realtà. I nostri antenati vivevano a stretto contatto con la morte: in epoca preistorica si seppellivano i morti nelle grotte dove si abitava, mentre nella Scandinavia precristiana le persone iniziarono a costruire tumuli funerari nelle fattorie e onoravano i loro antenati in cima o all’interno dei tumuli. Continuavano ad onorarli, ma tenendoli un po’ più lontani.  Progressivamente si è iniziato ad evitare i morti e a tenerli a distanza. Era diventato più igienico fare una necropoli, una città per i morti, e tenerli fuori dalle città. Tuttavia, anche così, le persone continuavano a passare molto tempo con i loro defunti; un sacco di celebrazioni venivano fatte nei luoghi di morte e il Cristianesimo decise infine di conferire alla morte un significato sempre più negativo. Nel Cristianesimo la morte era diventata qualcosa di tabù, di nefando, mentre per gli antichi figli di Hel la morte, per quanto temibile, era rispettata e accettata.

Mentre altre divinità sono simbolo di luce, Hela è l’opposto, un’oscurità che può assorbire la luce; forse questo è il motivo per cui le persone la temono e spesso la scambiano per un essere malvagio. Lei è associata agli inferi e un’aura molto oscura aleggia intorno a Lei, ma non dobbiamo dimenticare che nella mitologia norrena non esistono divinità buone o cattive, bensì c’è solo ordine e caos, oltre la morale. La morte è un tabù, soprattutto nella nostra civiltà occidentale. Abbiamo costruito una bolla attorno a noi dove ci concentriamo solo su ciò che è apparentemente bello. Accade così che anche il nostro concetto di vita ultraterrena deve assumere i contorni di un posto bellissimo, pieno di luce e prati verdi, una cosa così meravigliosa, una cosa così irrealistica. Se però usciamo dalla nostra bolla entrando in terre spiritualmente più selvagge, tutt’intorno permane di certo la bellezza ma in essa c’è anche tanta morte, tanto buio. Forse la morte non è bella, non è poetica nè romantica, nè qualcosa che dovremo abbracciare come fosse qualcosa da amare: forse la morte è semplicemente brutta. Ma esiste, è parte della natura e dovremo dunque accettarla e rispettarla. Il cadavere iconico di Hela ci ricorda pertanto quanto qualcosa possa diventare “brutto” nel momento in cui la vita cessa di esistere nella materia, ma la decomposizione della materia è essenziale per creare la vita. La materia in decomposizione nutre il terreno, i vermi, i batteri e tutti gli esseri viventi sulla terra, fertilizza il terreno, e darà vita, sostenendo quella esistente. Questo è l’ordine e il caos, un ciclo costante di vita, morte e rinascita, la morte non è la fine, la nostra essenza, la nostra energia continua a vivere. Invece siamo stati indotti a credere che essa sia la fine, o al massimo inizio di un mondo lontano, come paradiso o inferno, ma questa non è la realtà! Essa non è né fine né inizio, è solo un continuo. Siamo parte di un ciclo e una parte di noi continua ad essere legata a questo mondo e alla vita su questo pianeta e, vivendo nei nostri discendenti, la nostra essenza scorre, si protrae.

La dea Hel è collegata alla negromanzia: è la dea degli inferi, il regno dei morti, ha il controllo totale su di loro, e i suoi poteri sono letali. Ella veniva vista come un’entità oscura e splendente che veniva a raccogliere i morti e abbracciarli per tenerli al sicuro. La negromanzia era un aspetto molto importante nella civiltà nordica, specialmente nell’Islanda Medievale, quando le arti venivano ancora eseguite dai custodi dell’antica fede, e così anche Hel veniva chiamata e onorata per tali attività, soprattutto vicino ai tumuli funerari e altri luoghi durante la notte. La negromanzia non era finalizzata solo nella evocazione dei morti al fine di ottenerne i favori, ci sono in verità molte saghe e poesie sulla negromanzia e il Vǫluspá è una di queste. Odino, ad esempio, resuscita un veggente morto, la Volva/Strega, e lei profetizzo su cose che furono, che sono e che saranno. I morti venivano chiamati per la conoscenza. La conoscenza della tomba, la conoscenza che i vivi possono raggiungere solo se entrano in contatto con i morti è un concetto scandinavo, molto pre-cristiano sull’aldilà; i morti non andavano semplicemente dall’altra parte o in qualche luogo irraggiungibile, bensì il mondo sotterraneo, il regno di Hel, era letteralmente sotto i nostri piedi cioè sotto la terra stessa che stiamo calpestando. Una sorta di passaggio tra la superficie, il mondo dei vivi e il regno dei morti, i morti erano vicini e la loro presenza rimane nonostante la dipartita fisica. Sacrifici agli antenati come il Dísablót e l’Álfablót, per lo più venivano eseguiti vicino ai luoghi dedicato al morto, soprattutto l’Álfablót che era una festa privata tenuta nei tumuli funerari, per onorare i morti e chiedere loro aiuto e protezione. I morti erano ancora li ad aiutare i loro familiari, quindi la negromanzia era un’arte molto importante in queste antiche società pagane. Certe ritualità legate alla negromanzia, come l’uso del numero tre o il camminare all’indietro, derivano dal culto di Hel e sono le basi della magia negromantica. Hel è la personificazione della morte e delle tenebre, ma, con l’introduzione del Cristianesimo, le genti iniziarono a concentrarsi solo sugli Dei della luce e della “salvezza”. Sembrerebbe che i Norvegesi adorassero solo divinità quali Odino, Freya, Freyr e Thor, gli Dei dell’ordine, della luce, della “bontà” e tutti gli altri Dei meno graditi alla morale cristiana furono inseriti nella categoria degli Dei “malvagi”. Questo sicuramente non toglie però che i norvegesi pre-cristiani adoravano Hel tanto quanto adoravano qualsiasi altra divinità, perché a differenza della nostra società dove creiamo un netto confine tra la vita e la morte, le società precristiane questo confine non lo avevano: Per loro era una parte naturale della vita, una realtà che le persone rispettavano, capivano e con cui erano in contatto.


Saprai già quanto siano cambiati gli antichi Dei a causa del Cristianesimo, diventando  l’ombra di ciò che rappresentavano veramente.

 
Odino divenne l’Alfather, associato alla creazione e molto somigliante al Dio cristiano. Ma Odino era anche un dio della morte e i suoi corvi ne sono un ricordo frequente, tuttavia Lui non è la sola entità legata ai corvi: molti altri Dei nelle mitologie europee sono collegati a questi animali e la maggior parte di questi Dei sono anch’essi collegati alla morte. Ci sono riferimenti anche ad Hel che possiede dei corvi. I corvi erano visti come messaggeri di morte e associati a coloro i quali detenevano poteri negromantici, e in una prospettiva tradizionale vedere corvi era un cattivo presagio, come quando le persone incontrano gatti neri. I corvi annunciavano la morte e così anche Hel era accompagnata da corvi. Il corvo è un simbolo di morte, un uccello che cerca luoghi di morte, si nutre di morte, ed è il ricordo volante della morte. I corvi sono spesso spazzini, si nutrono di carogne, alla ricerca di cadaveri, così sono divenuti una metafora della morte, nel senso di venire a prendere i morti. In molte altre religioni, specialmente durante l’età del bronzo e l’età del ferro, i morti venivano dati agli uccelli, specialmente i guerrieri, e poco a poco li portavano dall’altra parte, volando via verso l’Oltretomba.

La dea Hel era vista come un’entità che diffondeva morte e malattie sui nove mondi attraverso Yggdrasil, era rappresentata mentre cavalcava un cavallo a tre zampe, ovvero Heldrasil, il destriero di Hel. Questo è un riferimento all’albero del mondo, rappresentato come nutrimento dei nove mondi e le radiici scheletriche degli inferi sono il dominio di Hel, quindi forse Yggdrasil era in realtà il veicolo di Hel per portare la morte, ma Yggdrasil è associato anche ad Odino, il nome stesso fa riferimento a uno dei nomi di Odino “Ygg”, quindi è il destriero di Ygg. Difficile capire le origini del mito, dal momento che il patriarcato ha lentamente sostituito gli antichi culti matriarcali. In conclusione possiamo dedurre che Hel fosse la Dea scandinava prima che il culto di Odino fosse introdotto in Scandinavia e, poiché molte divinità scandinave furono fuse nel culto di Odino, facendo guadagnare a Lui più di cento nomi, coloro che adoravano Hel come Dea della morte, iniziarono ad adorare Odino, perché divenne il dio principale, e anche la morte divenne suo dominio. Non fu solo con il Cristianesimo che le persone abbandonavano i loro vecchi Dei per i nuovi, anche gli scandinavi abbandonarono gli antichi Dei per il nuovo Culto di Odino e infatti ci sono riferimenti ad una Dea scandinava che vive sottoterra, dentro una montagna, più antica del culto di Odino stesso.

 

Scendere verso Hel


Non sorprende che le fonti scritte dei miti norreni abbiano una forte influenza cristiana, soprattutto cattolica; l’Edda in prosa e l’Edda poetica e altre fonti scritte furono redatte da cristiani, religiosi che lavoravano per la chiesa. Tali fonti letterarie, però, conservavano ancora intese pagane, offuscate da una visione cristiana ma ancora pregne della tradizione scandinava del passato. Quando si parla di aldilà nella concezione norrena parliamodi una vasta realtà con molteplici possibilità. Quando le società scandinave cambiarono, anche le loro convinzioni cambiarono. C’era la necessità di ricreare e adattare le credenze religiose alle attuali esigenze della società di ogni periodo specifico e infatti passiamo da un aldilà con più di 60 destinazioni dopo la morte, arrivando a ridurci ad una sola, il Valhalla, questo man mano che la società norrena diventa più bellicosa. Soprattutto durante l’era vichinga, dove il Valhalla ha assunto un ruolo importante nelle menti dei guerrieri, esso divenne un modo per incoraggiare i guerrieri ad avanzare impeti suicidi nei confronti dei propri nemici. Il Valhalla era per i coraggiosi, solo per i guerrieri, coloro che vivevano di spada, mentre Folkvangr, ovvero il regno di Freya è stato raramente menzionato.

Man mano che gli scandinavi si avvicinavano ad altre realtà religiose, iniziarono ad adottarle, in primis proprio il cristianesimo, e così l’intero panorama dell’aldilà cambiò radicalmente. Ora non era più solo il Valhalla il “paradiso” dei guerrieri, ora c’era la necessità di creare “dualità” anche fra i mondi. Mentre il cristianesimo mette radici con la sua visione dualistica di bene e male, luce e tenebre, gli scandinavi adottarono quelle dicotomie ponendo il Valhalla ad Asgard, il regno degli Aesir, mentre il dio supremo Odino fu trasformato nel Alfather, il creatore, per molti aspetti l’equivalente del Dio cristiano. Fu così che inevitabilmente il regno in cui viveva Odino divenne il “paradiso”. Ma non c’era mai stata una grande enfasi su Asgard prima della conversione cristiana, gli scandinavi erano soliti menzionare molto di più il Valhalla, quindi nella prospettiva cristiana era il regno di luce, il posto dove andare dopo la morte. Ma poiché gli scandinavi adottarono una visione dualistica del mondo, ci fu la necessita di avere un opposto, un regno del male e dell’oscurità, così la realtà norrena divenne una realtà fatta di opposti.

Hel come possibile destinazione dell’anima esisteva già, ma con il cristianesimo la sua visione è cambiata drasticamente. I cristiani hanno fatto di tutto per trasformare HEL nell’ equivalente nordico del loro INFERNO dove dimoravano le forze del male e delle tenebre, opponendosi alle forze della luce e del bene. In un arco di più o meno 1000 anni passiamo da almeno 60 destinazioni post morte a due sole realtà: Valhalla e Hel. Persone di grande fama, guerrieri tra i più coraggiosi, persone di alto rango andavano tutti nel Valhalla. Mentre il resto, tutti quelli che morivano di vecchiaia o di malattia o semplicemente assassini e violatori di giuramenti, la feccia della società norvegese, finivano tutti ad Hel. Questo è ciò che ci è arrivato oggi. Tutti parlano di Valhalla, tutti sono ansiosi di andare nel Valhalla. Tutti pensano che stanno andando nel Valhalla, ma non ad Hel. Attenzione, l’archeologia lo descrive in modo molto diverso, ma ci concentreremo sugli scorci di paganesimo nelle fonti letterarie che si focalizzano sul concetto di Hel. Innanzitutto, è HEL non Helheim o Helheimr, questa è un’invenzione moderna. Il termine “Hel” per la dea del mondo sotterraneo, sembra servire più come un titolo che come nome vero e proprio e, per gli inferi, è semplicemente HEL.

Nella poesia Fàfnismàl è chiaro che tutti andranno ad Hel:

 

“For there is a time

When every man

Shall journey hence to Hel”

“Perché c'è un tempo

Quando ogni uomo

Viaggerà di qui a Hel”

 

Non specifica se resteranno li, ma tutti lo attraversano, non ci sono eccezioni. Se diamo uno sguardo a Gylfaginning, dopo la morte di Baldr, la dea Frigg chiede tra gli dèi chi avesse il coraggio di recarsi ad Hel per salvare Baldr e riportarlo dagli Aesir, Hermòdr è il dio che si fa avanti e viaggia verso Hel per nove notti. Tutto è buio e cupo in questo luogo, ad eccezione del ponte d’oro che attraversa il fiume Gjoll; Il guardiano di questo ponte, una fanciulla di nome Mòdgurd, è stupita dalla presenza di Hermodr perché non aveva il colore dei morti, era chiaramente vivo. Ella comunica al dio che, prima che arrivasse li, cinque compagnie di guerrieri avevano oltrepassato il ponte e attraversato i cancelli di Hel. Hermodr va avanti, entra nel cancello di Hel, e lì trova suo fratello Bladr seduto nella sala principale. Da qui possiamo dedurre che i guerrieri vanno da Hel e anche gli Dei, alla morte. Quindi non è come viene descritto nell’Europa del tardo medioevo e oggi, ovvero che Hel è un posto per malati, vecchi e assassini.

Coloro che morirono di spada andarono ad Hel e persino un Dio degli Aesir.

Non ci sono eccezioni, come afferma Fàfnismàl, alla fine tutti vanno da Hel, perché non era un luogo del male o dove soffrire per i propri crimini, ma semplicemente l’aldilà in generale, il regno sotterraneo e regno di tutti i morti. A Gylfaginning, lo stesso Odino indica la dea Hel come sovrana degli inferi, e afferma che avrà potere su tutti i morti, non su alcuni, ma tutti. Saxo Grammaticus, che proveniva da una generazione prima di Snorri Sturluson, il compositore dell’Edda in prosa, descriveva il paesaggio di Hel in modo diverso; oltre il velo di nebbia si trova Hel, un luogo caldo, con paesaggi verdi dove i fiori crescono quando è inverno sulla terra. Descrive lo stesso fiume, lo stesso ponte e la stessa porta di Hel, il paesaggio non è tetro e scuro, ma bello da vedere e là dimorano persone che indossano vesti ricche, nobili vestiti di porpora e guerrieri che combattono tra loro, rievocando le loro battaglie. Dal racconto di Saxo e Gylfaginning di Snorri, chiaramente possiamo intuire che anche i guerrieri vanno a Hel, così come anche i nobili. La parte interessante è che i loro vestiti sono viola. Prima del XIX secolo, il viola era il colore più difficile e costoso da creare e per migliaia di anni solo i governanti ricchi potevano permettersi di acquistare la tintura viola, ma anche tra i reali era raro, e nell’Europa medievale coloro che indossavano il colore porpora erano i membri più alti della chiesa, arcivescovi e papi. Abbiamo due resoconti, di due persone diverse, di realtà geografiche diverse e di generazioni diverse. Entrambi però affermano che i guerrieri vanno da Hel e lì trascorrono gran parte del loro tempo a combattersi l’un l’altro; l’addestramento, la rievocazione delle loro battaglie, il mantenimento dello status militare, tutto a Hel.

Abbiamo altri resoconti che ci dicono la stessa cosa, ossia che i guerrieri vanno prima da Hel.

In Gisli Sursons’s Saga, si dice che era consuetudine legare le scarpe di Hel ai piedi dei guerrieri morti.


“it is custom

To bind Hel-shoes to men,

so that they shall walk on

to Valhalla”

“è consuetudine

legare le scarpe di Hel agli uomini,

in modo che cammineranno

al Valhalla”

 

I guerrieri, la cui destinazione nell’aldilà era chiaramente il Valhalla, indossavano le scarpe di Hel come tutti gli altri, il che significa che anche se i guerrieri erano destinati al Valhalla, prima dovevano passare per Hel. In Egil’s Saga, lo stesso Egil, in un particolare scontro, riesce ad uccidere tre uomini del re che  vanno da Hel. Le guardie del corpo del re Erik invece di andare nel Valhalla, vanno nella sala alta di Hel. Quindi sembra che i guerrieri, prima di entrare nel Valhalla, dovessero andare ad Hel per trascorrere un po’ di tempo lì, allenandosi, combattendosi l’un l’altro, come avrebbero fatto nel Valhalla stesso. Potrebbe essere possibile che in tempi antecedenti Valhalla fosse effettivamente in Hel? Hel era visto semplicemente come il mondo sotterraneo, l’aldilà, quindi tutti gli altri luoghi dell’aldilà erano lì. E’ chiaro che, sebbene queste poesie e saghe furono messe su pergamena dai cristiani, essi vivevano più vicini ai nostri antenati pagani di quanto faremo mai noi. Comprendevano meglio il passato pagano perché, per quanto il cristianesimo si stava già diffondendo, non aveva ancora messo radici abbastanza forti da cancellare tutto il passato pagano o alterare ogni prospettiva pagana. È chiaro però che quello che ci arriva oggi è stato modificato dal cattolicesimo, ma soprattutto dal protestantesimo. In Islanda al tempo di Sturluson, il cattolicesimo era già la religione ufficiale da almeno 200 anni, ma i cattolici vivevano con i pagani una relativa pace e le pratiche pagane erano ancora consentite con conseguente mescolanza fra le tradizioni pagane e cristiane. Ma dopo l’epoca di Sturluson, a metà del XIV secolo, l’Islanda adotta la riforma protestante e così, sia il passato pagano che cattolico vengono spazzati via e tutto cambia rapidamente. Quindi è possibile che per i nostri antenati pagani norreni, il Valhalla fosse un'altra realtà di Hel nell’aldilà. E mentre le cose continuano a cambiare incessantemente nei secoli, in termini religiosi, il Valhalla cessò di essere un posto in Hel, diventando un luogo in qualche altra parte. Hel divenne un regno di transizione e il Valhalla fu finalmente collocato ad Asgard, che divenne il regno equivalente al paradiso cristiano e Hel divenne così l’opposto del paradiso, l’inferno.

 

Quindi abbiamo 3 possibili realtà che rappresentano 3 periodi religiosi specifici:

  • Valhalla in Hel – il periodo pagano
  • Hel come un bellissimo luogo di transizione prima di andare nel Valhalla – il periodo cattolico
  • Valhalla ad Asgard e Hel luogo di oscurità – il periodo protestante

 

Per capire quanto siano profonde le influenze cristiane nei miti norreni, dobbiamo fare dei confronti: ci sono chiare differenze fra le poesie dell’Edda poetica e i racconti mitologici dell’Edda in prosa di Snorri Stuluson. L’Edda poetica è una raccolta di poesie della tradizione orale messe su pergamena dai cristiani, quindi ha influenze cristiane, ma non quanto l’Edda in prosa di Snorri. Le poesie della tradizione orale, sono molto più antiche del racconto di Snorri sui miti norreni; Lui visse in un epoca in cui il cattolicesimo era già la religione in Islanda da oltre 200 anni, quindi la visione di Hel nelle poesie è l’opposto di Hel nell’Edda in prosa. Nella poesia Baldrs Draumar, il regno di Hel e la sua sala alta è descritta come un posto bellissimo e luminoso: la sala stessa è adornata di cose costose ed è ricco di idromele che viene versato nei calici per gli ospiti. Inoltre, nelle poesie, la dea Hel non è specificato che sia la figlia di Loki. Infatti in esse la Dea Hel esiste, Loki ha una figlia, ma non si dice che Hel sia sua figlia. Al contrario nell’Edda in prosa di Snorri, Hel è descritto come un posto orribile, sporco, malvagio, pieno di fame e carestia. Insomma è chiaramente una rappresentazione medievale della morte, mentre nell’Edda poetica, Hel ha una maggiore comprensione pagana della morte, come un qualcosa connesso alla vita e non come una fine terribile, che potrebbe portare alla sofferenza eterna al contrario della visione rafforzata dalla chiesa. A differenza dell’Edda poetica, inoltre, nell’Edda in prosa Snorri afferma che è la figlia di Loki, perché Loki in epoca cristiana diviene l’equivalente di Lucifero, la forza opposta a Dio. Proprio come Odino, Loki è stato molto cambiato dalla chiesa. In epoca pagana Odino e Loki erano praticamente la stessa cosa, erano divinità né buone, né cattive ma solo crudeli nei loro piani, facevano sia del bene che del male, solo per raggiungere i loro scopi, e non per un bene superiore o per diffondere il male. Erano molto più “umani”. In epoca cristiana, invece, Odino diventa improvvisamente una figura benevola, quasi un salvatore, un portatore di bene ed ordine, mentre Loki diviene il suo opposto, puro male che combatterà alla fine nel Ragnarok, proprio come Lucifero combatterà contro le forze di Dio, nell’Apocalisse.

Il cristianesimo arriva persino a paragonare Heimdallr all’arcangelo Michele: Heimdallr è il guardiano e campione di Asgard, mentre Michele è il guardiano e campione dei Cieli. Loki combatte contro Heimdallr ed entrambi muoiono. Nella Bibbia, Lucifero combatte contro Michele.

Il cristianesimo non ha lavorato molto per nasconderlo, come mai? Perché è piu facile trovare somiglianze e costruire una storia con cui le persone hanno familiarità per convertirle facilmente, ciò che è familiare è più facile da accettare. C’è un'altra enorme differenza tra l’Edda in prosa e quella poetica, riguardante il regno di Hel. Sembra che nell’Edda poetica in varie poesie, Hel, Niflheim e Niflhel, siano tre luoghi distinti, tre realtà distinte. Niflhel è un luogo freddo e terribile nella parte settentrionale degli inferi, che può essere un riferimento a Niflheim o un luogo distinto nella parte settentrionale di Niflheim. Nell’Edda poetica, per essere più precisi nelle poesie Fafnismal e Vaftrudnismal, c’è una netta separazione fra Niflhel e Hel: alcuni morti vanno a Hel e altri passano da Hel per andare a Niflhel, che è un luogo dell’aldilà molto diverso. Ma nell’Edda di Snorri, e dopo la conversione Islandese al cattolicesimo, Hel, Niflhel e Niflheim sono la stessa cosa, tre realtà si sono trasformate in un unico regno di morte. Niflhel era veramente un posto terribile e, a causa delle somiglianze del nome Hel, divenne anche un posto orribile nella visione cristiana degli inferi. Per i cristiani non c’era la via di mezzo, o è buono o cattivo, luminoso o oscuro; Per capire la mente pagana non dobbiamo andare avanti, ma dobbiamo cercare di tornare alle origini, e più indietro andiamo alle fonti letterarie e archeologiche, prima arriviamo a capire che la mitologia norrena che pensiamo di conoscere oggi è un’opera fortemente influenzata dal cristianesimo e che le fonti più antiche contengono molto di più della mentalità pagana. Niflhel e Hel sembra che fossero per i nostri antenati pagani due realtà distinte: Hel è una realtà molto più bella, molto simile al nostro mondo durante la primavera e in alcuni racconti, durante l’autunno mentre Niflhel è una destinazione spaventosa, piena di terrori, serpenti e lupi, dove le persone muoiono. Si, ad Hel vai dopo la morte, ma lì vivi, mentre a Niflhel muori. Questo ha a che fare con le diverse parti del sé spirituale, le diverse parti dello spirito. Nella mente pagana non devi necessariamente dimorare in un unico luogo: è come se il tuo sé spirituale potesse essere diviso in diversi stati di esistenza e tu potessi andare da un posto all’altro a diversi livelli. Quindi mentre sei ad Hel hai una vita diversa, ma se il tuo sé spirituale va a Niflhel, la tua esistenza spirituale viene trasformata per poter esistere in quella realtà spirituale. Ma con il cristianesimo, gran parte di questa comprensione spirituale si perde e così Hel, Niflhel e Niflheim diventano la stessa cosa, e non solo un posto per chi infrange i giuramenti, per i malati e i deboli, ma inizia ad essere un luogo per gli adulteri, per chi si suicida e gli assassini, coloro che erano peccatori e vivevano una vita ignorando i 10 comandamenti. L’adulterio e il suicidio non erano condannati ai tempi dei pagani e l’omicidio era visto in modo diverso poiché era un male e non un peccato, era punibile in questo mondo ma raramente terminava con l’esecuzione dell’assassino o la tortura, più probabilmente dovevi pagare una certa somma per risarcire la famiglia della vittima. In questi aspetti possiamo vedere come Hel sia stato trasformato in un inferno cristiano, un luogo di sofferenza e di male.

Cosa sappiamo del giudizio dopo la morte? Sappiamo che il cristianesimo è stato molto chiaro: il giudizio di una persona continua anche dopo che se ne è andata. Il giudizio dei vivi sui morti è percettibile, varia a seconda del periodo storico, ma in generale si attende il giorno del giudizio finale, ove alla morte un libro con il nostro nome determinerà se siamo degni di entrare in paradiso o all’inferno.  Per lo scandinavo, invece, non c’è un giudizio chiaro sui morti, infatti, l’intera cosmologia non mostra gli dèi mentre giudicano le persone per i loro misfatti. Certamente vi era un giudizio tra gli scandinavi, le persone che hanno commesso crimini sono state giudicate da altri uomini mortali in base alla loro condotta, ma non dagli dèi. Gli dei venivano chiamati come testimoni e non per emettere il giudizio divino, le persone venivano giudicate per le loro azioni e non per essere “peccaminose”, o per aver infranto un comandamento o per cattiva condotta religiosa. In effetti abbiamo un profilo di questo: In Njàls Saga, Hrapp brucia un tempio pagano e ruba tutte le ricchezze all’interno del tempio, e l’oggetto di grande valore, deposto sugli idoli degli dèi. Hakon dice che gli dèi non hanno fretta di cercare vendetta, semplicemente che il ladro o profanatore sarà cacciati per sempre dal Valhalla. Quindi gli dèi non cercano vendetta o giudicano le persone per le loro azioni, ma hanno semplicemente scelto di non averle più con loro. Tuttavia eri stato giudicato da uomini mortai e lo avresti portato con te per il resto della vita, una macchia nel tuo passato. Nella poesia Sòlarjòd le persone percorrevano la strada per Hel ed andavano in quel regno, ma poi andavano dalle Norne e lì aspettavano per nove giorni in silenzio. Nell’ Hàvamàl abbiamo qualcosa di simile, seduti in attesa presso il pozzo di Urdr in silenzio, ascoltando le sagge parole e i giudizi degli altri, questo posto potrebbe essere un tribunale per giudicare i morti? Una specie di Sala in cui essere giudicati dalle stesse Norne, dee del destino che conoscono tutte le azioni di ogni individuo. A questo punto sembra che tutti i morti si riuniscano ad Hel indipendentemente dal sesso o dallo status sociale, quindi si spostano al pozzo di Urdr in un tribunale che si trova lì e forse in attesa di giudizio, ma questo giudizio non è quello che pensiamo che sia se ci avviciniamo alle fonti con una comprensione del giudizio cristiano nell’aldilà. Questo giudizio non serve a vedere se le persone sono degne di entrare nel regno degli dèi o in un luogo di sofferenza, sembra che serva per determinare quale realtà dell’aldilà sia adatta alle persone che vengono giudicate, quale posto potrebbe essere più appropriato per loro. Non secondo i crimini o peccato o quant’altro, ma secondo la loro individualità e personalità. Non per ciò che fai ma per ciò che sei.

Quindi sembra che tutti andiamo ad Hel, alcuni rimarranno lì, come già detto prima è un posto soleggiato, verde e bello, altri invece andranno nel Valhalla come coloro morti in battaglia, altri si trasferiranno a Niflhel, a nord di Niflheim per morire di nuovo, forse un cambiamento della loro forma spirituale, per diventare qualcos’altro, per essere trasformati, è un luogo di trasformazione dura e dolorosa, ma non come punizione o tortura eterna ma per diventare qualcosa di meglio. Altri rimarranno presso il pozzo di Urdr, in qualche cortile all’interno di una sala, in attesa di essere invitati in un altro luogo. Il pozzo di Urdr in molte fonti sembra essere un luogo di raccolta tra diverse razze degli dèi, un luogo neutrale, dove vengono discusse molte questioni tra gli dèi e tutti i tipi di esseri. Quindi al pozzo di Urdr il giudizio è stabilito non solo dalle Norne, ma anche da altri dèi. Perché nelle fonti si afferma che, almeno nel caso dei guerrieri, sono Odino e Freya che alla fine decidono chi entra nelle loro sale Valhalla e Sessrumnir come è chiaramente dimostrato in Grìmnismàl.

 

“Folkvang is ninth

There freyja directs

The sitting in the hall

She choose half the fallen each day

But Odin the other half”

 

"Folkvang è nono

Là Freya dirige

La seduta nella sala

Lei sceglie metà dei caduti ogni giorno

Ma Odino l'altra metà"

 

Il pozzo di Urdr molto probabilmente si trova ad Hel, facilitando così la raccolta dei morti, anche se le fonti parlano di tre diversi pozzi, ma probabilmente è un’influenza cristiana. Snorri Sturluson ci informa che il Pozzo di Urdr si trova nei cieli e vi sono tre pozzi che alimentano il grande albero Yggdrasil, uno situato ad Asgard, uno a Midgard, uno in Hel. Questo è chiaramente un riferimento alla cosmologia medievale: un pozzo con acque sante in paradiso, un altro sulla terra e un altro all’inferno. Nella prospettiva norrena, i pozzi e le loro acque erano considerati sacri, e le acque del pozzo del destino sono quelle prese da Odino per acquisire la saggezza di tutte le cose. Nel poema Grimnismal gli dèi escono ogni giorno dalle loro case al pozzo di Urdr, ma non è chiaro quale direzione prendano per raggiungerlo. Poesie come Skirnismal, Fafnismal, Grimnismal e racconti di Snorri nella sua Edda in prosa ecc… Il pozzo di Urdr è posto in luoghi diversi, alcune poesie affermano che è al sud, altre che è ad Asgard, ma mi sembra l’ubicazione del benessere posto ad Asgard, il regno degli dèi, un luogo elevato, abbastanza conveniente per la cosmologia cristiana e il concetto divino; In effetti la maggior parte delle fonti, colloca il pozzo di Urdr a Sud, rivolto verso il basso, e gli dei spesso cavalcano verso il basso attraversando il ponte Bifrost, per raggiungere il pozzo. in una prospettiva pagana sembra più probabile che il pozzo fosse stato posto negli inferi, ad Hel, perché l’acqua arriva dalla terra, dall’interno delle montagne, dalle reti sotterranee. L’acqua in un pozzo proviene dalla terra, bisogna scavare una buca e letteralmente raggiungere gli inferi per cercare l’acqua. Dobbiamo tenere presente che quando si tratta di concetti pagani, dobbiamo essere molto pratici e fidarci dell’intuizione. I nostri antenati erano molto più interessati a questo mondo e alle sue realtà, erano consapevoli dei cicli naturali e per loro gli dèi stessi si manifestavano attraverso la natura. Quindi è probabile che il pozzo di Urdr con le sue acque sacre sia disceso dalla terra, che è la fonte dell’acqua, l’acqua potabile, le vene stesse della terra, e poi in una prospettiva cristiana, il pozzo fu trasferito ad Asgard, che divenne l’equivalente del paradiso e come tali acque sante dovrebbero essere poste vicino al divino. Non dimentichiamo un punto importante nella geografia mitologica norrena: a Niflheim c’è Hvergelmir il pozzo che controlla tutti i fiumi, Niflheim è il regno più vicino ad Hel, quindi questo rafforza l’idea che l’acqua provenga da quelle parti, sia dal sottosuolo che dal ghiaccio, che in una prospettiva dell’emisfero settentrionale, l’acqua proviene dall’interno delle montagne e dalla neve che si scioglie.

 

La mia esperienza con Hel: Non c’è rinascita senza morte

 

Prima di parlarvi delle mie esperienze con Hela e di ciò che con il tempo ho appreso su di Lei, vi lascio una nota risalente al febbraio 2020 dove trascrivo il mio primo contatto con Hela:

Ho incontrato Hel in sogno, sono ormai 3 giorni che sogno di Lei...

Sono stati sogni un po’ strani, il primo sono certa mi abbia portato in astrale, sentivo il freddo come se fossi veramente li, nel suo regno. Mi ha preso le mani e la sensazione di freddo sparì, non conoscevo il suo mondo, ma sapevo dove andare e dissi “in basso verso Nord” e mentre la superavo, Lei era incappucciata, come a voler nascondere il suo volto, le sue imperfezioni, (ho letto che ha un mantello che usa proprio per questo). Ci fermammo a parlare dopo aver superato un’ampia fessura/finestra nel ghiaccio che mostrava un mondo infuocato e mi disse una cosa su mio padre, che sarebbe morto.

Il secondo sogno, la notte dopo, visto che ero un po’ scossa, le chiedo di dargli più tempo, e lei acconsente. Era seria e un po’ delusa dalla mia richiesta.

Ma l’ultimo sogno, quello della notte seguente mi ha spiazzata. Ero seduta alla mia scrivania e mi sono strappata gli organi. Avevo letteralmente il cuore nella mia mano. Il fegato e i polmoni erano in una teca, e le ho letteralmente regalato/donato il mio cuore mettendolo in un’altra teca. Alla mia destra vi erano delle ossa, mio padre entra in camera mia e mi da della stupida quando dico con gioia e serenità “sto facendo un rituale ad Hel” e in quel preciso istante ho pensato “ma se il mio cuore è lì, come faccio ad essere viva?”

Non so perché mi ha dato questi 3 sogni. Nonostante ciò che si possa pensare è una Dea molto dolce. Un po’ fredda e silenziosa, ma compassionevole. Credo che la sensazione di “sentirsi a casa” in sua presenza non l’ho mai avuta nemmeno nella mia stessa abitazione.

 

Queste sono le parole che scrissi alla mia prima esperienza con Lei, potete capire quanto stare in sua compagnia mi abbia cambiato, adesso so cose che allora mi sognavo di conoscere: Hel ti spinge ad evolverti. Venne Lei da me, poi scomparve, e non importa quanto le chiedessi di mostrarsi di nuovo, fino a che non mi impegnai a raggiungerla, combattendo contro la paura inconscia della morte per comprenderne l’essenza, imparando così a non temere il suo lato macabro, Lei non tornò. Ma da quando ho affrontato tutto ciò, non mi ha mai negato la sua presenza. Una volta mi disse: “è come chiudere una porta invece di aprirla”  riferendosi al suicidio, argomento tabù e al quale ero molto interessata, soprattutto perché passavo un periodo depressivo, ma non mi ha negato la morte, mi ha dato una scelta, ed era tutto ciò che desideravo, non mi ha fatto sentire sbagliata, mi ha compreso. Ricordo che non mi convinceva la descrizione che davano di Lei, sentivo che era diversa da come veniva rappresentata, alla sua storia mancavano dei pezzi e cercai per confermare questa mia sensazione, così mi imbattei in uno scritto che adesso vi riporto:


“Molto tempo fa, prima dello smembramento di Ymir e della creazione di Midgard e Asgard, il mondo sotterraneo si chiamava Jormungrund. Era popolato dalle anime morte di Jotnar, e anche da alcune vive. Per quanto ne sappiamo, era custodito da una dea di nome Hel, ma non era l'Hel che vive lì oggi. Sia il nome che il titolo sembra essere qualcosa che viene trasmesso. Qualcuno deve assumere l'importante compito di prendersi cura dei Morti, e viene scelto da una delle razze quando l'ultimo Hel si ritira.

La leggenda di Jotun narra che quando il vecchio Hel morì, i Morti vagarono per i Nove Mondi per sette anni, poiché non c'era nessuno che li tenesse sotto controllo. Ogni razza sperava scegliessero uno dei suoi membri per questo compito cruciale, che avrebbe così creato una base di potere illimitata per chiunque fosse alleato con la Morte, se la Morte fosse stata persuasa a schierarsi con la sua razza nativa. Mimir, il consorte dell'ultimo Hel, ha fatto quello che poteva per tenere insieme le cose mentre tutti aspettavano. Trattennero il fiato i Nove Mondi... e poi Angrboda, l'Hagia del Bosco di Ferro, ebbe una figlia dal suo consorte, il famigerato Loki. Quando la bambina camminava a malapena, si dice, assunse la sua forma, ed era quella di un cadavere in decomposizione. Questo fu il segnale che era lei l'erede del nome e del titolo, e fu immediatamente chiamata Hel, o Hela nella lingua Jotun (gli Alfar la chiamano Leikin), e sollevata per reclamare il dominio della Terra dei Morti.

Sono circolate varie voci secondo cui Loki e Angrboda avevano fatto magie oscure per assicurarsi che il loro bambino fosse la Dea della Morte; altre voci dicevano che avevano semplicemente previsto che sarebbe stato così, e si erano sposati per realizzarlo. Che sia successo per caso o per pianificazione, è stata una grande delusione per le altre razze, che speravano di strappare le Terre della Morte dal controllo delle mani di Jotun. Odino ha prontamente lanciato un "incantesimo di bando" sulla piccola Hela, vietandole di entrare ad Asgard, e in effetti non ha mai messo piede lì.

Quando Hela è diventata maggiorenne, ha rilevato Jormundgrund e l'ha ricreata completamente, ribattezzandola Helheim. Mimir le affidò la cura del luogo e se ne andò, andando ad Asgard a vivere con gli Aesir che gli avevano promesso un posto onorato per la sua saggezza. Invece di caverne e oscurità, la aprì al cielo nero e piantò frutteti, e l'erba cresceva sui tumuli funerari di pietra. Ha costruito il castello Elvidnir e ha giurato che non importa quanti Morti, avrebbe trovato un modo per nutrirli tutti, anche se solo con parsimonia. Ha ridisegnato Helheim in modo tale da portare la massima tranquillità a coloro che vi risiedono; invece di grotte umide, è un arazzo sottilmente mutevole di colline e campi e boschi autunnali colorati.

Da allora, si è diligentemente occupata dei suoi Morti, nei confronti dei quali si sente ferocemente protettiva. Disprezza la negromanzia e altre forme di magia usate per "disturbare i morti", anche se permetterà ai lavoratori seidhr e ad altri che rispettano i suoi confini di entrare in un'area speciale vicino alla Porta di Hel e parlare così con i Morti, per avere le risposte che brami da loro.”

 

So che sembra una favola, una leggenda, senza fondamenti, ma a mio sentire la percepivo  più veritiera della Hel di Snorri. Andando avanti nella mia ricerca, capii che tutto ciò, come avete letto nella parte archeologica dell’articolo, non è poi così lontano dalla verità; Alcune cose combaciano, altre sono legate alle leggende norrene e cristianizzate su Hel che tutti conoscono. A me bastò questo spunto per andare avanti nella ricerca, iniziai a voler vedere il suo vero volto, sapevo che quello con cui veniva rappresentata era solo un archetipo distorto, Lei non osò rivelarmi il suo volto fino a che non meditai per Odino, perché sapevo che se volevo vedere la vera Hel sarei dovuta passare da colui che l’ha vista. Vidi una giovane donna biondo platino, con un abito bianco leggero, tratti albini, e tre anelli nella sua mano destra, mi tendeva la mano in un paesaggio fluviale, voleva essere afferrata, era preoccupata. Tutto cambiò in un flash, mi trovai a correre nel buio di una grotta verso un’apertura luminosa che dava su un precipizio. Lì c’era sempre la sua figura ad attendermi, levitava sull’abisso, salto e mi aggrappo a Lei, scivolo fino ai suoi piedi e noto che uno di questi era solo ossa, cado nel vuoto e atterro in una landa ghiacciata, mi alzo vedendo davanti a me un portone in legno antico enorme e alla mia destra un sentiero che conduce verso il basso. Accanto al portone compare la bellissima ragazza dai capelli biondo platino, mi prende per mano e mi conduce verso il sentiero in basso, mi abbraccia con forza e le chiedo se fosse Hel.

In quel momento l’apple watch vibra interrompendo la visione. Non vi erano notifiche, niente di niente, ma la pressione della sua mano sul mio braccio era forte e percettibile. Pensai che forse ancora non era il momento di vedere ciò che si nascondeva dietro quella porta, ma ero felice di sapere di aver visto il suo vero volto.

Da allora ogni battaglia che ebbi fu con me stessa, mi mise contro le mie paure più profonde; Prima di iniziare la meditazione avevo immagini di morte da affrontare, percorrevo fiumi di viscere e sangue, venivo spaventata da scheletri che bramavano la mia carne, terminava soltanto quando attraversavo questi incubi. Non fu semplice, ma ce la feci. Iniziai ad onorarla come potevo, creai un altare esterno per Lei, le portavo fiori, cibo e frutta che lasciavo appassire e marcire sul suo altare, osservavo la morte che faceva il suo corso; imparai alcune frasi in norreno per poterle dire che le volevo bene, leggevo l’Edda davanti ad una sua immagine come se la leggessi a Lei, mi interessai alle rune e scoprii che era un modo in cui Lei riusciva a comunicare con me. Mi ha dato segni e doni che mi hanno portato a conoscerla meglio. Sono stata invitata nel suo regno a mangiare alla sua tavola, in un giardino all’interno di un bianco gazebo in ferro battuto. All’interno, c’era una tavola ricca di cibo servita su una tovaglia bianca e mi ha offerto un crostino su un pane vichingo, non credevo nemmeno esistesse questo tipo di pane e invece potrete capire il mio stupore quando lo trovai. Hela è una dea molto saggia, compassionevole, è implacabile, ma non significa che sia malvagia; non c'è assolutamente malizia in Lei. Se hai bisogno di aiuto in situazioni estreme e lei lo ritiene appropriato, te lo darà. Se sente che darti aiuto interferirebbe con il tuo destino, nessuna supplica al mondo le farà cambiare idea. Hela porta un periodo di morte e rinascita nella tua vita: non cercare di uscirne. Questa non è malizia o malvagità. Consideralo un avvertimento che la tua vita sta per cadere a pezzi e ha bisogno di essere ricostruita da zero. Se le chiedi un consiglio, puoi scommettere che sarà progettato per portare una buona evoluzione a lungo termine, anche se potrebbe richiedere una buona dose di dolore e sacrificio a breve termine.

 

Se interessati vi lascio qui sotto alcuni simboli e offerte che potrebbero piacerle:


Suggerimenti per l'altare
- Teschi, immagini di scheletri, mani scheletriche, ossa, rose secche, sudari neri, specchio nero, candele bianche e nere, assenzio, achillea, tasso.

Le rune - Ear (a volte combinato con Raido per l'Helroad) e Hagalaz, talvolta Othala e Isa, Algiz al cotrario e Ehwaz.

Cibo e bevande - tè, buon vino, mele (Hela ha un suo frutteto); carne, pane, zuppa, pasti che i tuoi antenati avrebbero voluto, sangue; cioccolato di buona qualità, chicchi di caffè.

Alcune persone le offrono del tè o del cibo che può stare su un altare e marcire. Non portarlo via finché non è completamente essiccato, qualunque cosa accada.  Per Hela, il decadimento è sacro quanto qualsiasi altra parte del ciclo della Vita. È una dea di grande compassione.

 

Hail Hel Deya Grima!

 

 

 

Niki Sky

Anno MMXXII

 

 

Per approfondire: Hel - Abyss Lux

 

 

 

 

 

 

 

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